Un secondo posto in volata dietro Bastianelli il primo giorno e un altro nella crono dietro Ivanchenko, così Vittoria Guazzini ha dato una bella spallata ai cattivi pensieri, aggiungendo un altro successo italiano a quelli della FDJ Nouvelle Aquitaine. E’ successo la settimana scorsa al Tour de Bretagne, lo stesso in cui è tornata al successo anche Martina Alzini.
«Ci voleva per il morale – risponde con la cadenza toscana, non ancora compromessa dal francese (apertura nella foto Louis Lambin) – anche se ero andata al via fiduciosa, perché sapevo che c’era la crono. Venivo dalla Nations Cup in pista di Glasgow e appena una settimana di allenamento a casa, ma è andata bene. E fa piacere aver portato il mio contributo dopo le vittorie di Marta Cavalli all’Amstel e alla Freccia. L’ho seguita dalla televisione, non abbiamo corso insieme, è stato bello. Ci saremmo potute incontrare alla Roubaix, ma io non ci sono andata. Dopo il disastro dello scorso anno, sono stata alla larga…».
Passione crono
Guazzini ha passato l’inverno a rimettersi in sesto dalla frattura del malleolo tibiale rimediata nel settore di Mons en Pevele della prima Roubaix Femmes. Si è trattato prima di rimettersi in piedi. Poi di recuperare l’articolazione completa della caviglia. Quindi diventare autonoma per agganciare e sganciare il pedale. E solo allo fine si è potuto pensare alla rimessa in forma. Di conseguenza la stagione delle classiche è stata un po’ una sofferenza, con l’eccezione del terzo posto a Le Samyn.
«Le classiche restano il mio terreno preferito – dice – perché di certo non potrò mai diventare uno scalatore. La classifica del Bretagne è venuta come conseguenza della crono, che mi piace e mi si adatta molto, anche se magari potrò migliorare per tenere un po’ meglio su certe pendenze».
Francese stentato
Il fatto d’essere migrata in Francia non è un problema, pur venendo dalla dimensione della Valcar-Travel & Service che somigliava più a una famiglia numerosa che a un gruppo sportivo fine a se stesso.
«Non mi posso lamentare di nulla – dice – c’è molta organizzazione e un buon rapporto con tutte le compagne. E’ vero che la Valcar era una famiglia, ma sono contenta lo stesso. Fra noi si parla inglese, ma è chiaro che loro sono per lo più di là, quindi fra loro parlano francese. Io ci provo solo quando decido di fare la scema, perché ancora siamo in alto mare. Quando sono là, porto con me il computer. Così guardo film e con la VPN guardo anche i programmi italiani. La chitarra invece non la porto…».
Guazzini all’attacco a Le Samyn con Shirin Van Anrooij della Trek Terza a Le Samyn il 1° marzo dietro Norsgaard e Consonni Ancora a Le Samyn, le riconoscete dalle unghie?
Tre tecnici azzurri
La crono e le classiche da una parte e la pista dall’altra fanno della toscana uno dei punti cardine delle nazionali, su strada e in pista. E mentre lo scorso anno tutto passava per le mani di Salvoldi, adesso ci sarà da mettere d’accordo Sangalli per la strada, Villa per la pista e Velo per la crono.
«Finora mi pare che vada tutto bene – sorride – i tecnici sono in contatto fra loro e con i miei direttori qui in Francia, che sono assolutamente a favore della multidisciplina. Su strada, ancora ho fatto poco, ma ho partecipato ai due ritiri in Spagna. Sangalli è sempre stato con noi, ci dà fiducia e libertà, sapendo che abbiamo obiettivi comuni. Nulla è scontato, il posto in azzurro devi meritarlo, ma sai che se lavori bene e vai forte, non ci sono porte chiuse.
«Su pista con Villa – riprende – ho fatto la Nations Cup di Glasgow, mentre non sarò in Canada e nemmeno a Cali. In Canada perché in questi giorni sono in Francia con la squadra, che tiene molto alle prossime gare. A Cali perché capita nel periodo degli europei su strada. Abbiamo fatto però un programma. Di fatto in pista correrò, se mi chiamerà, solo europei e mondiali. Con Marco ho sempre parlato bene, la squadra non mi ha mai messo i bastoni fra le ruote».
Giro? Purtroppo no
Per quel che riguarda il programma di gare, infine, l’estate sarà decisamente piena di impegni, anche se mancherà all’appello proprio il Giro d’Italia.
«E questo – ammette – un po’ mi dispiace, perché ci saranno in contemporanea gli europei under 23. Abbiamo parlato con Paolo Sangalli e si è deciso di farli. Perciò, dopo questo ciclo di corse in Francia, andrò un po’ a casa e poi ripartirò con la RideLondon Classique, quindi il Womens Tour e i campionati italiani. Sempre in giro, insomma. E ogni volta che ci incontriamo con la banda della Valcar è come se fossimo ancora insieme. Continuiamo a sentirci. Scherziamo fra atlete e anche con il Capo. Siamo in buonissimi rapporti, abbiamo solo cambiato strada».