Dov’è finito Van Aert? Il lungo silenzio dopo la caduta della Vuelta è stato interrotto dalle prime apparizioni sui social. Il belga ha ripreso ad allenarsi ed è da poco rientrato a casa dalla Spagna, per le sessioni fotografiche della squadra. Quello che emerge dalla lettura delle sue giornate su Strava, è che adesso Wout pedala senza dolori, ma la corsa a piedi gli crea ancora qualche problema.
Negli ultimi giorni il belga sta pubblicando tracce di allenamento, alcune con sua moglie Sarah, e fonti interne alla squadra confermano l’intenzione di incrementare gli allenamenti di corsa a piedi nelle prossime due settimane. In base agli esiti e alle sue sensazioni, si deciderà quando Van Aert scenderà in campo per la prima volta nel cross. Questo di certo avverrà dopo il primo ritiro spagnolo della Visma-Lease a Bike, che si concluderà il 19 dicembre.
«Solo a quel punto – ha detto il belga – sapremo quando potrò tornare in gara. Se c’è una cosa che ricordo della Vuelta, è che avevo la sensazione di aver ritrovato le mie gambe e la perfetta efficienza. Per cui confido che non sarà quest’ultimo incidente a impedirmi di tornare al mio meglio».
Il ginocchio di Van Aert
Il suo ritardo in apparenza non preoccupa la squadra, anche se la gestione della ripresa è stata oculata e necessariamente graduale. Il ginocchio ha comunque subito un duro colpo, tanto che quando la corsa si spinge verso l’alta intensità, Van Aert avverte ancor qualche fastidio. I medici non sarebbero però stupiti e tantomeno preoccupati: nella tabella della ripresa, è stato chiaro sin da subito che tornare a camminare sarebbe stato l’ultimo step.
Nella caduta della tappa che portava ai Lagos de Covadonga, il belga riportò un taglio profondo e una contusione. L’ematoma ha reso a lungo molto doloroso appoggiarsi sulla gamba destra e questo tipo di sensazione salta fuori, sia pure in modo blando, quando Wout cammina. La cosa positiva è che il ginocchio non ha riportato danni strutturali, nulla che abbia interessato la rotula, la cartilagine o i legamenti. Il campione deve ritrovare la disinvoltura nel camminare e poi correre, senza alcun rischio di peggiorare l’infortunio. Ma ecco perché al momento il rientro nel cross sarebbe assolutamente critico.
I pullman di Nys
Mentre il belga si cura le ferite, il ciclocross in Belgio è entrato nel vivo anche senza le tre star più attese. Eppure, come in un Tour provo di Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel, il pubblico è in aumento e i campi di gara vengono presi d’assalto. L’esplosione di Thibau Nys e personaggi affidabili come Iserbyt, Sweeck, Vantourenhout, Van der Haar e tutti coloro che popolano quel ciclismo rendono le gare ugualmente attrattive. Il pubblico tifoso, ma molto sportivo e competente delle Fiandre batte dieci chi sbadiglia se non ha di fronte le superstar.
«E’ così emozionante – ha spiegato di recente Paul Herijgers, iridato nel 1994 a Koksijde – perché sono molto vicini l’uno all’altro. Sono certo che Thibau Nys sarà una stella. Tutti pensano o sperano che questo si verifichi rapidamente, io non mi lascio ingannare e mi basterebbe che quest’anno riuscisse ad aumentare il numero delle sue vittorie. Anche su strada. Oserei dire che potrebbe vincere la Freccia Vallone nella prossima stagione. E se i pullman di tifosi che già lo seguono nel cross andranno con lui sul Muro d’Huy, allora capirete davvero di quale folla parliamo».
L’attesa di Van der Poel
Si aspetta Van Aert e si aspetta Van der Poel, che quanto a corsa a piedi non scherza, essendosi concesso una mezza maratona. Qualcuno dice che Mathieu non correrà nel cross durante l’inverno, anche se i tecnici dicono che gli farebbe un gran bene per sentire il freddo prima delle corse del Nord: allenarsi in Spagna va bene, ma occorre prendere le misure sulla vera scena.
Per cui se da un lato appare abbastanza vicino il ritorno di Van Aert, che potrebbe mettere nel mirino una decina di prove da prima di Natale, conoscendo la rivalità si scommette che Van der Poel arriverà un paio di settimane dopo. Entrambi lo faranno con la certezza di essere subito pronti per vincere e tenersi reciprocamente testa, avendo messo in conto che non potranno vincere la Coppa del mondo, il cui calendario taglia fuori coloro che non prendono parte alla maggior parte delle prove. Se torneranno, sarà per giocare fra loro e misurare la temperatura al giovane Nys. Loro dicono che non gli importa, ma avere un giovane che sgomita per conquistare il loro trono un po’ li inquieta.