In trasferta con la Michele Bartoli Academy. Il diario di viaggio

28.11.2021
7 min
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Un team o una famiglia? Una domanda che magari al termine di questo articolo si può porre anche il lettore. La Michele Bartoli Academy ci apre le porte, a partire da quelle del suo furgone, per una trasferta con loro. Dal sabato alla domenica, con il team toscano siamo andati alla tappa del Giro d’Italia Ciclocross in Puglia.

Un bel viaggio da Pisa a Mattinata (Foggia). Un viaggio in cui la parola annoiarsi non è esistita. E allora come in un diario proviamo a raccontarvi questa due giorni.

Tra smartphone e libri

Sette ragazzi in tutto. Cinque allievi, un under 23 e una ragazza junior, questa l’armata toscana. Il viaggio d’andata scorre tra ricordi, aneddoti, ma anche libri.

Filippo Cecchi, infatti, l’U23, è iscritto ad ingegneria e come il cross non può prenderla sottogamba. Uno degli aneddoti più divertenti riguarda il suo inizio.

Prime girate con la bici da cross a ruota di Mauro Bartoli. Mauro gli insegna i trucchi del mestiere. Gli dice quando e come frenare, anche per staccare gli avversari. Filippo esegue alla lettera e quando Mauro lo fa passare per vedere cosa appreso, ecco che gli rende pan per focaccia. Una frenata improvvisa e l’allievo butta in terra il maestro! 

E poi c’è l’immancabile smartphone. Ormai protuberanza del nostro braccio. E così si cerca di capire com’è il percorso di Mattinata e quel che succede a Vittorio Veneto, altra gara del weekend.

Ora di cena: a tavola cellulari sul tavolo, gran bella decisione
Ora di cena: a tavola cellulari sul tavolo, gran bella decisione

Telefoni sul tavolo

Arrivati a Mattinata si prende “possesso del territorio”. Un paio di giri per trovare la giusta confidenza col circuito e dopo aver montato lo stand si fila in hotel.

A cena ecco una bella regola messa in atto: tutti i telefoni a centro tavola dalla parte in cui sono seduti gli accompagnatori. Si parla, come una volta…

A tenerli sotto controllo c’è Roberto Cecchi, colonna di questo team, assieme a Walter Baesso e Manuela Landi, che conoscono i ragazzi da sempre. Erano i loro diesse in altri team quando erano davvero dei bimbi.

Proprio Roberto, papà di Filippo, aveva rimproverato i suoi per l’acquisto di una bevanda zuccherata all’autogrill, però a cena non lesina piatti di pasta e patate. Soprattutto a Giulio Pavi Deglinnocenti, ragazzi famelico!

«La scorsa settimana si è mangiato persino l’osso della mia bistecca», racconta Cecchi. E intanto Giulio spazzola i piatti dei suoi compagni.

Due ritardatari 

La mattina del via si lascia l’hotel a scaglioni, a seconda delle partenze. La prima è Letizia Barra. Un po’ di tensione, qualche minuto sui rulli e l’elbana fa la sua gara.

Poi è la volta di Filippo. Cecchi è sfortunatissimo. Prima fora e poi rompe una scarpa. Ma non molla. Fa parte del gioco. E alla fine sorride lo stesso.

Due del gruppo allievi fanno tardi. Sono rimasti a giocare con il telefono in stanza. Mauro e Roberto non la prendono bene e li rimproverano. Essere coach dei ragazzi significa anche questo. Si è dei maestri. E certe trasferte, certe esperienze, servono anche a questo: a crescere. E’ una scuola. Segno che essere corridore, qualora un giorno lo diventassero, non è solo salire in bici. E certe carenze logistiche a volte le notiamo anche in corridori ben più grandi ed affermati.

I due “colpevoli” (di cui non facciamo il nome!) almeno sembrano avere la coda tra le gambe… Forse questa lezione l’hanno imparata.

Mauro show

La Michele Bartoli Academy è una squadra di giovani come detto. Una scuola, un’accademia come dice la parola stessa. I ragazzi sono presi in prestito da altri team proprio per la stagione del cross, che è la disciplina più amata da molti di loro. E da Mauro forse ancora di più.

Quando scattano i suoi “bimbi” scatta anche lui. Si sentono le sue urla dalla parte opposta del tracciato. Urla d’incitamento. Di chi la vive con passione. Un qualcosa ci dice che faceva così anche papà Graziano.

I ragazzi lo ascoltano. E’ grinta. Sono consigli. Mauro salta da una fettuccia all’altra come un siepista kenyano! E alla fine c’è una pacca sulla spalla per tutti.

«E delle cose che non sono andate bene – dice Roberto Cecchi – se ne parla al momento giusto. Non subito. Uno dei nostri è tornato al box in lacrime. Gli ho detto di cambiarsi, di stare tranquillo e che ne avremmo parlato… poi».

Giustamente certi discorsi vanno fatti nel momento giusto. Far vedere gli errori, riavvolgere il nastro, analizzare senza creare confusione.

Per esempio, i ragazzi dovevano cambiare bici, troppo infangata, ma non lo hanno fatto.

«A quell’età – dice Filippo, quasi un coach aggiunto – anche io non la cambiavo. Fermarsi significava solo perdere posizioni. Ma serve tempo per capire certe cose ed è giusto che facciano certi sbagli».

Si torna a casa

E’ domenica pomeriggio. Le gare sono ormai “andate” e bisogna “rimpacchettare” tutto. Il viaggio che attende la Michele Bartoli Academy è lungo. 

Ma come un esercito ben organizzato che sa togliere le tende, in poco più di mezz’ora tutto è sui furgoni.

Il viaggio di ritorno porta con sé i bilanci e i resoconti della gara. «Avrei potuto fare di più se…». «Quel passaggio era così». «Hai visto quello come andava».

Ma c’è anche il tempo di guardare la Coppa del mondo di ciclocross e magari di pensare già alla prossima gara… Si controllano le classifiche di questa e quella corsa. Si pensa alle tabelle da fare in settimana. Insomma: si è già in “modalità lunedì”.