Parola ad Agostinacchio, lo junior che vince sempre

21.10.2024
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La stagione di ciclocross appena iniziata ha trovato già un sicuro protagonista nella categoria junior, orfana del campione del mondo Stefano Viezzi salito ai piani superiori. Il personaggio in questione è Mattia Agostinacchio, approdato quest’anno alla Fas Airport Service Guerciotti seguendo le orme di suo fratello Filippo e sabato, sul fango e sotto l’acqua di Jesolo, ha condiviso per la prima volta con suo fratello la gioia della vittoria.

A Jesolo il valdostano ha trovato tanto fango, non le sue condizioni preferite (foto Billiani)
A Jesolo il valdostano ha trovato tanto fango, non le sue condizioni preferite (foto Billiani)

Mattia quest’anno non ha fallito un colpo: due successi al Giro delle Regioni e il sigillo a Jesolo, in una gara difficile non solo per le condizioni climatiche: «Sono partito male, anche peggio del solito e mi sono trovato intruppato nel gruppo. Ho iniziato subito a risalire e nel secondo giro ho provato subito a fare selezione per trasformare la gara in una prova solitaria, come piace a me. Anche perché su quel percorso non c’era da correre rischi».

Come ti trovi a gareggiare in condizioni simili, che tanto amano nell’Europa del Nord?

Non sono propriamente le mie preferite, io gradisco percorsi più tecnici dove la differenza non la fa il fango o il galleggiamento ma la guida, la forza in salita. A Jesolo abbiamo trovato tanto fango soprattutto nelle curve, un fango colloso che si attaccava alle gomme. Non è stata una gara facile, sicuramente è stata la più complicata che ho finora incontrato nella stagione.

E’ una stagione importante per te e per i tuoi compagni di categoria, avete una responsabilità pesante da portarvi dietro considerando che siamo campioni del mondo di categoria…

Lo so bene. E’ una responsabilità che sentiamo molto e proprio per questo sto preparando con grande attenzione l’europeo, perché sarà la prima occasione di confronto con gli stranieri. Ma per allora bisogna lavorare tanto e soprattutto migliorare il proprio ranking in modo da poter partire in prima fila, per questo non salto nessuna prova internazionale del calendario italiano.

In azzurro nella mtb, su  strada e presumibilmente anche nel ciclocross (il fratello Filippo è stato anche ai mondiali gravel), sei espressione pura della nuova generazione legata alla multidisciplina. Hai una preferenza?

Difficile a dirsi, diciamo che mi concentro su quel che faccio al momento. Nel 2023 una caduta in mtb mi aveva portato a stare 15 giorni in ospedale e per riprendermi, viste le troppe vibrazioni sulla mountain bike ho provato la strada. L’anno dopo ero già in nazionale. Non mi pongo domande, dove il mio percorso su due ruote mi porterà, io andrò…

I protagonisti del raduno azzurro a Jesolo, 4 maschi e 4 femmine insieme al cittì Pontoni
I protagonisti del raduno azzurro a Jesolo, 4 maschi e 4 femmine insieme al cittì Pontoni
Intanto eri in nazionale nel raduno che il cittì Pontoni ha fatto a Jesolo. In che cosa è consistito?

Abbiamo lavorato molto su tutto quel che circonda una gara di ciclocross: l’alimentazione, il riscaldamento, l’approccio tattico ma anche mentale. Sono stati tre giorni intensi dove ho imparato molto, culminati con le gare. Pontoni non ci ha dato veri e propri consigli, era quasi un professore che ci ha insegnato come avvicinarci alle gare che contano e ora stanno arrivando quelle importanti.

A cominciare dall’europeo. Che cosa ti aspetti?

Non mi pongo particolari obiettivi se non quello di partire davanti e poi capire qual è il mio reale valore rispetto agli altri. Poi da lì inizierà la vera e propria stagione internazionale, gareggiando con il team azzurro o con il mio. Io spero solo di trovare i percorsi giusti che mi facciano emergere, che esaltino le mie qualità.

Su strada una stagione positva per Mattia, vincitore anche del GP BCC a Cantù (foto Rodella)
Su strada una stagione positva per Mattia, vincitore anche del GP BCC a Cantù (foto Rodella)
Sei al secondo anno di categoria. Secondo te il livello generale in Italia, rispetto a un anno fa quando c’era anche l’annata di Viezzi e compagnia, è molto diverso?

No, siamo alla pari secondo me. E’ chiaro che con un anno in più, con l’esperienza dalla mia parte le cose almeno per me sono cambiate, ma anche chi lotta con me, Grigolini e Serangeli in primis, è di alto livello. Per questo la sfida europea di inizio novembre è così importante, capiremo davvero a che punto siamo nella gerarchia continentale.