La nuova avventura della Casasola, e già arrivano podi…

29.10.2024
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Gli effetti della nuova avventura si vedono già. Sara Casasola (in apertura, foto Mtb Nazgul) ha iniziato alla grande la sua avventura alla Crelan Corendon: dopo un decimo posto d’assaggio al Be-Mine Cross non è più scesa sotto il quarto posto, con subito due prestazioni di grande effetto nel Superprestige. Challenge di grande richiamo che noi italiani eravamo soliti snobbare un po’ privilegiando la Coppa del Mondo. Ma ora Sara fa parte di uno dei team di punta del movimento belga e quindi la situazione cambia tanto è vero che sta scalando a grandi passi il ranking internazionale.

Una scelta la sua coraggiosa, ma fondamentale per la sua carriera e che ha avuto tanti motivi alla base, primo fra tutti il prestigio del team: «Sapere che l’Alpecin aveva interesse nei miei confronti è stato un vero colpo al cuore. Mi hanno proposto un contratto di tre anni, per dedicarmi a questa attività nella loro patria, sarebbe stato folle rifiutare. Era quello che volevo, per fare il definitivo salto di qualità. Non che prima alla Guerciotti non mi trovassi bene, anzi devo solo dire grazie ad Alessandro e al suo staff perché è merito loro se sono qui».

Il podio di Overijse, con la Brand al centro fra Van Empel e l’azzurra, già quarta a Ruddenvoorde
Il podio di Overijse, con la Brand al centro fra Van Empel e l’azzurra, già quarta a Ruddenvoorde
Hai già tastato con mano le differenze rispetto al passato?

E’ un altro mondo. Tutto un altro livello, altra attenzione, questo è ciclocross al massimo grado in un territorio dove questa disciplina è davvero amata. Tra l’altro sono rimasta sorpresa dal mio livello, subito molto alto, pensavo e temevo di pagare lo scotto, invece ho visto che posso giocarmela.

Quanto in questa scelta ha inciso il puntare sul ciclocross in luogo della strada?

Non è proprio così, anzi uno dei motivi che mi ha spinto a questo investimento umano prima ancora che professionale è proprio il fatto di poter fare attività con loro per tutto l’anno. Prima, appena finivo l’attività di ciclocross dovevo passare a un altro team per un altro livello di gare su strada. Qui no, c’è continuità, credono in me anche per le gare da primavera in poi, vogliono investire su di me a 360°.

Sara davanti ai microfoni della Tv belga. Sta già diventando un personaggio nel mondo del ciclocross
Sara davanti ai microfoni della Tv belga. Sta già diventando un personaggio nel mondo del ciclocross
Le gare sono abbastanza diverse rispetto a quelle che affrontavi di solito…

Qui è come se fossi all’università, posso approfondire la mia tecnica, imparare anche quegli aspetti sui quali mi sentivo meno sicura come pedalare sul fango o in contropendenza. C’è un lavoro oscuro durante la settimana, prima di arrivare alle gare e gli effetti già si vedono.

Come ti sei trovata al tuo approccio con il team? La Arzuffi che ti ha preceduto ha raccontato di una realtà a due facce…

Ho letto con molta attenzione le sue parole. Io mi sono sorpresa inizialmente nel trovarmi davanti una struttura professionale così qualificata. Ci sono mezzi e personale a nostra disposizione, dobbiamo pensare solo a correre. Penso che rispetto a quando lei militava qui le cose siano cambiate perché c’è stata una crescita anche dello staff, poi le dinamiche sono in continua evoluzione. Vedremo come andranno le cose, io spero che si continui su questa falsariga.

La Casasola ha militato due anni nel team Guerciotti, vincendo molte classiche nazionali
La Casasola ha militato due anni nel team Guerciotti, vincendo molte classiche nazionali
Hai iniziato alla grande, con addirittura un podio in una classica come quella di Overijse…

Effettivamente è un grande risultato. La squadra mi ha dato subito fiducia, alla vigilia mi avevano detto che poteva essere una prova su misura per le mie caratteristiche, di provare a tenere il ritmo delle migliori. Mi è mancato un po’ il finale, spesso mi succede soprattutto a inizio stagione, infatti quando stavo a ruota tenevo bene ma quando dovevo imporre io il ritmo faticavo. Ma alla fine il terzo posto mi gratifica considerando chi mi è arrivata davanti.

A tal proposito sei rimasta sorpresa dalla vittoria della Brand sulla Van Empel? Si dice che questa sia la stagione del definitivo cambio generazionale, ma l’ex iridata non sembra d’accordo…

So che la Brand è già in buona forma, la Van Empel invece a dispetto dei risultati ottenuti dice che ancora deve lavorare tanto e che ha grandi margini. A ben guardare, la Brand è un po’ un’eccezione con i suoi 38 anni, perché se guardate le Top 10 di queste gare internazionali sono quasi tutte atlete Under 30. Io credo che il cambio generazionale sia davvero in corso d’opera e sono contenta di fare parte di questo momento di passaggio.

La tricolore insieme alla campionessa belga Sanne Cant: la friulana è l’unica non belga o olandese
La tricolore insieme alla campionessa belga Sanne Cant: la friulana è l’unica non belga o olandese
Ora ti aspettano gli europei.

Sicuramente sarà una gara veloce, non proprio nelle mie corde, so che Pontoni ha già visto il tracciato e ci ha detto che ne verrà fuori una gara molto tattica. Io cercherò di giocarmela, ma poi c’è anche il fattore climatico da considerare: se piove tutte le gerarchie della vigilia verranno stravolte.

Sei l’unica straniera del team: non temi che ci sia un po’ di nazionalismo, come raccontava la Arzuffi?

Al team interessa che arrivino i risultati, su questo sono stati molto chiari. Anzi, temo il momento che le cose possano non andare nella maniera migliore. Tutti hanno gli stessi materiali, lo stesso supporto, non mi sento per nulla penalizzata. Probabilmente c’è sempre un po’ di patriottismo, ma se anche fosse non lo fanno vedere, questo lo posso assicurare.