Il Bullo sta scaldando i motori. Gioele Bertolini è tornato alle corse. Per ora il valtellinese ne ha messe due nel sacco. Due gare di ciclocross che sono state l’ideale per togliere la ruggine dopo l’infortunio che in pratica gli ha fatto saltare tutta la stagione in Mtb o giù di lì.
Domenica prossima, Bertolini sarà al via della prima gara di Coppa del mondo a Tabor. E’ vero Dorigoni e Samparisi vanno forte, ma se Gioele sta bene resta il faro dei nostri ciclocrossisti.
Ciao Gio’, come va?
Per ora bene, dai. Sono tornato a correre e sinceramente speriamo di continuare a farlo, vista la situazione. Domenica si esordisce in Coppa. Le sensazioni sono buone. Gara dopo gara, e si che ne ho fatte solo due, va sempre meglio. Certo, mi manca il ritmo gara ma nella seconda prova stavo meglio.
Hai corso a San Martino e domenica scorsa ad Aprilia, com’era il percorso laziale?
Alla fine era esigente. Il finale unito all’inizio del giro erano duri. C’erano tre strappi in successione e poi un falsopiano e in cima il prato era pieno di fango. La seconda parte invece era più guidata.
Un buon test in vista di Tabor, insomma. Lassù ci saranno tutti, tranne Van der Poel…
Che il livello in Coppa sia alto si sa. Io quest’anno poi non ho mai corso all’estero, l’ho fatto solo in Italia e già qui ho tribolato parecchio. Bisognerà essere furbi.
Cosa manca ai crossisti italiani per essere all’altezza di quelli del Nord Europa?
Un po’ mancano le gare in Italia. Lì di questi periodi corrono due volte a settimana… se ti va male. Non abbiamo le squadre di riferimento, lì ci sono team che fanno solo quello, ma c’è tutt’altro giro di soldi. Va da sé che questi team preparano solo il cross per tutto l’anno. Noi in Italia facciamo almeno due discipline e spesso lo facciamo in funzione della Mtb. Come minimo dovresti trasferirti su almeno per tre mesi l’anno come fanno Eva (Lechner, ndr) o Alice (Arzuffi, ndr). Insomma è un fatto culturale.
Ti aspettavi che Dorigoni andasse così forte?
Non ha vinto l’italiano per caso. Io sono rientrato da poco e ancora non riesco a contrastarlo. Poi ogni stagione è a sé e ci sta che vada forte.
Ti piace il percorso di Tabor?
Lassù ho fatto dei bei risultati, ma anche delle pessime prestazioni! E’ un percorso esigente. Quasi sempre c’è del falsopiano, però è anche veloce. Bisognerà correre sui gruppetti e fare i fuorigiri per rientrare su quello davanti. Però bisognerà vedere la condizione e… che ritmo ci sarà.
Ti abbiamo spesso visto correre a piedi? Lo hai fatto più del solito, hai cambiato qualcosa nella preparazione?
No, ho sempre corso a piedi per curare la parte in cui si scende di sella. Semmai ho cambiato in generlae qualcosa nella preparazione in quanto ho cambiato allenatore. Adesso mi segue Omar Beltran, lui è nato come mental coach ma poi è diventato anche preparatore.
E sul piano tecnico, ci sono novità?
No, la bici è quella (Trinx, ndr). Non è come la Mtb, si cambia molto meno. Si hanno a disposizione tre tipi di gomme e due ruote, alte o basse e in base alle condizioni scegli cosa usare.
Chi è il favorito di Bertolini?
Eli Iserbyt, lo vedo davvero in forma.