Ci sono piazzamenti che valgono come una medaglia, hanno un sapore dolcissimo di futuro: quando Francesca Baroni ha tagliato il traguardo della gara U23 dei mondiali, ha alzato il pugno come se avesse vinto. Aver tenuto dietro due olandesi, le più temute alla vigilia, ha un significato altissimo. E’ finita quinta, poteva lottare per il podio?
Trappola francese
Secondo il Ct Fausto Scotti sì, anche su un percorso così difficile e lo si capisce dalla sua lettura della gara.
«In partenza due francesi, sulla prima salita, si sono piantate – dice Scotti – e l’hanno bloccata, ha perso una ventina di secondi dalle prime che si stavano lanciando in fuga in quel preciso momento. Poi ha fatto un primo giro a tutta, transitando quinta a 25”, ma aveva speso troppo e le ho detto di stare più tranquilla. Si è ritrovata a pedalare nel secondo gruppetto, curiosamente quello con le favorite, quelle che nelle prove di Coppa del mondo viaggiano con le varie Brand e Alvarado. Non aveva timore. Nei primi due giri, sulla sabbia accusava, poi ha invertito la tendenza e ha finito per guadagnare anche su un terreno così ostico. Ha fatto un miracolo, ma dico che senza quell’intoppo iniziale era con le olandesi di testa…».
Tutte insieme
La gara effettivamente aveva visto subito la grande favorita, Manon Bakker (terza sia sabato scorso ad Hamme che domenica nella tappa finale di Overijse, ma contro le “grandi”) scivolare ben due volte, vedendo sfumare tutte le sue ambizioni. Davanti era la sua compagna di squadra Inge Van Der Heijden a menare le danze, provando la fuga con le altre olandese Aniek Van Alphen e Fem Van Empel insieme all’ungherese Kata Blanka Vas, altra favorita della corsa.
Gioco di squadra? Fra le ragazze olandesi è un concetto sconosciuto. La magiara, che su alcuni tratti sabbiosi guadagnava, ma su quelli più profondi, vista la sua corporatura leggerina perdeva, ha potuto usufruire del lavoro delle altre arancioni. Fatto sta che a un giro dalla fine si sono ritrovate tutte insieme, con lo spettro della grande beffa che attanagliava i tecnici arancioni.
Dietro intanto la Baroni rimaneva attaccata con la colla alla Bakker e alla britannica Kay, viaggiando sempre fra la sesta e la nona piazza, ma curiosamente dal secondo passaggio, dove il distacco era di 55”, l’azzurra non ha perso più, anche se davanti si dannavano l’anima per vincere.
Iride Van Empel
Nel giro finale è stata la Van Empel a prendere l’iniziativa, con la Van Alphen attaccata. L’ultimo passaggio su sabbia era invece fatale alla Vas che vedeva le altre allontanarsi. La situazione si cristallizzava all’ingresso nella parte più tecnica e l’olandese meno accreditata alla vigilia (la più giovane, è al primo anno di categoria) andava a conquistare l’iride con 3” sulla Van Alphen e 9” sulla Vas, che debellava la tenue resistenza di una Van Der Heijden, stravolta dalla fatica e forse anche irritata per il comportamento delle compagne.
Baroni immensa
La Baroni intanto andava a mettere la ciliegina sulla sua splendida prestazione andando a riprendere l’altra olandese Puck Pieterse (la campionessa europea), finendo splendida quinta a 54”.
«Non ci credo nemmeno io – dichiarava all’arrivo – sapevo che questo percorso non era adatto a me, ma credo di essermi difesa bene anche nei tratti meno favorevoli. Non potevo finire in maniera migliore la mia militanza fra le under 23…”.
L’azzurra passerà infatti fra le elite e viste le sue caratteristiche si candida a un ruolo importante anche nella categoria maggiore. Un talento sul quale è bene investire per il futuro, per farne una valida alternativa allo strapotere olandese.