In attesa dei tre giganti, Iserbyt folletto imprendibile

28.11.2021
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Dodici vittorie su diciotto gare, fatto salvo il mezzo passo falso degli europei, la stagione invernale di Eli Iserbyt è da urlo. Oggi ha vinto anche a Besancon, lasciando a 10 secondi Toon Aerts, allo stesso modo in cui al mattino Lucinda Brand aveva rifilato 26 secondi alla canadese Rochette.

Fisico da scalatore

La sua dimensione è in netta crescita. E anche se l’imminente ritorno in gara di Van Aert, Van der Poel e Pidcock potrebbe ridimensionare la sua stella, è un fatto che a 24 anni Iserbyt sia uno degli specialisti più forti al mondo. E dato che pochi lo conoscono, proveremo a raccontarne la personalità attraverso le sue stesse parole.

Lo scorso anno, Iserbyt ha vinto l’europeo di ciclocross
Lo scorso anno, Iserbyt ha vinto l’europeo di ciclocross

«Non mi vedo come uno dei migliori al mondo – dice il fiammingo, alto 1,65 per 56 chili – mi considero un atleta che fa del suo meglio e questo è stato il filo conduttore della mia crescita. Mi rendo conto che tutto intorno a me è diventato più grande, ma l’obiettivo è vincere il più possibile. In Belgio vengo riconosciuto perché tutti guardano il ciclocross d’inverno. Io cerco sempre di essere poco appariscente, in questo la mascherina aiuta. La popolarità è bella e aiuta, ma ci sono così tante rivalità, che se non sei a favore di uno, sei automaticamente contro. Questo è il bello del ciclismo in Belgio. Immaginate che cambio di clima, quando l’anno scorso a causa del Covid si correva senza pubblico…».

Vincere tanto

Il pubblico dovrà imparare a conoscerlo. Difficile dire se parli perché ha avuto contatti con i tre giganti di specialità, ma certo l’ipotesi che possano mollare la presa sul cross non è peregrina e questo potrebbe aprire anche a lui la strada verso il tetto del mondo.

«Penso che anche il pubblico abbia bisogno di questo periodo di transizione – dice – perché Van der Poel e Van Aert correranno sempre meno cross. E’ la nostra occasione, ma non dovremo essere ingenui. Loro corrono sempre per vincere e non è detto che spariranno come Stybar. Per ora sono ancora in modalità full cross e non vogliono perdere. Grazie a questo le gare saranno ancora più belle. Il mio obiettivo a breve termine è vincere tanto prima che arrivino». 

Cent’anni di storia

La sua osservazione sul cross, le sue origini e il fatto che sia una specialità autoctona del Benelux è fondata. Così come è pertinente l’osservazione sulla coerenza storica della specialità.

Iserbyt e la sua compagna. Il belga è stato a lungo insieme a Puck Moonen, anche lei ciclista (foto Instagram)
Iserbyt e la compagna attuale. Il belga è stato a lungo insieme a Puck Moonen, anche lei ciclista (foto Instagram)

«Non credo che una maggiore internazionalizzazione si tradurrà in corridori stranieri più forti – dice – il cross è uno sport con forti radici regionali. E’ molto specifico e tecnico ed è nel nostro Dna. Se vedi dei bambini che si allenano, è normale che venga voglia anche a te. Ho iniziato quando avevo 13-14 anni. Da piccolo al sabato giocavo a calcio e la domenica guardavo il cross in televisione. Dieci minuti dopo la gara, prendevo la bici e andavo a giocare sulle salitelle dietro casa.

«Il nostro solo problema è che non siamo uno sport olimpico. Tutti gli specialisti britannici o francesi più forti dopo un po’ abbandonano. Ma anche con uno status olimpico, penso che i belgi continueranno a fare la differenza. In un mondo che cambia sempre, il ciclocross è lo stesso da 100 anni. E’ la tradizione che rende questo sport così grande».

Suggestione strada

Sulle sue prospettive di crescita, i margini di miglioramento e un possibile coinvolgimento nell’attività su strada della sua squadra, la Pauwels Sauzen-Bingoal, Iserbyt sembra avere idee chiare.

«Ho 24 anni – dice – e quest’estate ho svolto un carico di lavoro superiore e per la prima volta lavori di endurance. Forse la prossima estate proverò a fare bene in una corsa a tappe, anche se non ho mai avuto un picco di forma nella stagione su strada. La stagione del ciclocross richiede un periodo di picco molto lungo, per cui mentalmente e fisicamente ho bisogno dei mesi estivi per recuperare».

Settimana tipo

La sua è una vita da… sacerdote del cross. La devozione e la dedizione con cui ne parla fa anche pensare a un ragazzo consapevole di dover essere al massimo per combattere contro i giganti.

Anche Lucinda Brand è inarrestabile: vince anche a Besancon e consolida la leadership di Coppa
Anche Lucinda Brand è inarrestabile: vince a Besancon e consolida la leadership di Coppa

«La mia settimana tipo è sempre uguale – dice – faccio un giro facile il lunedì e poi un lungo di 4 ore il martedì. Mercoledì allenamento specifico di 2 ore e mezza per la gara del fine settimana. Cerchiamo di lavorare su un percorso simile. Dopo l’allenamento invece sono solo sul divano e la mia ragazza lo sa. Mi riposo più che posso. Non vedo i miei amici durante la stagione perché lavorano durante la settimana e fanno festa nei weekend. E’ un sacrificio facile da fare quando vengono i risultati».

La prossima fermata della Coppa del mondo sarà ad Anversa il 5 dicembre, poi finalmente il circo del cross sbarcherà in Italia, sui sentieri ghiacciati di Vermiglio, in Val di Sole. La testa del ranking è saldamente nelle mani di Iserbyt e Lucinda Brand. In attesa che tornino i giganti, la strada del folletto di Bavikhove continua a sembrarci eccezionale.