Una settimana dopo, il responso non cambia: Mathieu Van Der Poel ha una superiorità tale su tutti gli avversari nel ciclocross che toglie anche la suspence. E allora bisogna affidarsi ai colpi del destino, come avvenuto ad Anversa, nella prova di Coppa del mondo, la sua prima quest’anno.
Pronti, via e l’olandese perde il colpo di pedale. Resta in piedi, ma gli altri passano via veloci e lui si ritrova intruppato nel gruppo. Perde tempo anche Pidcock per una caduta, così con Van Aert poco avanti i tre tenori si ritrovano quasi alla pari, nel mezzo del gruppo degli specialisti. Esito diverso dal solito? Non sarà così…
Un trionfo nonostante tutto
A seguire la gara anche questa volta, come una settimana prima per l’assolo dell’iridato a Herentals, Luca Bramati, che rispetto a sette giorni fa ha colto altri aspetti sulla superiorità del campione dell’Alpecin Deceuninck.
«Non ho dubitato minimamente che VDP avrebbe vinto – dice – anche dopo la partenza difficoltosa. Anzi, guardandolo in faccia ho colto come una leggera soddisfazione, come a dire “almeno oggi mi diverto un po’ di più”. Sono sicuro che non ha mai temuto per la vittoria».
Nella sua dissertazione, Bramati si affida ai numeri: «Nel primo giro Van Der Poel ha perso 25” e sapeva che gli sarebbe bastato anche mezzo giro per riprenderli, così è andato avanti con calma. D’altronde aveva sempre davanti la testa della corsa: la vedeva, era nel suo mirino. Così ha sfruttato i punti a lui più favorevoli e quello di Anversa è un percorso che gli attaglia come un vestito su misura».
La differenza sul bagnasciuga
Effettivamente Van Der Poel guadagnava tantissimo su tutti gli altri nei tratti su sabbia, dimostrando di essere capace di interpretarli come nessun altro.
«Questo perché abbina alla potenza stratosferica – spiega – anche una grande agilità. Si era visto anche la settimana prima che riesce a utilizzare rapporti improponibili per gli altri, ma ha già migliorato anche la tecnica. Sulla scalinata saliva come un gatto: a Van Aert ha ripreso tantissimo proprio in quei tratti e sulla sabbia ha fatto la differenza».
Quella di Anversa, dove Van Der Poel ha colto la sua settima vittoria nell’albo d’oro, la 152ª nella sua carriera nel ciclocross, era la prima sfida delle quattro che vedranno impegnati tutti e tre i “tenori” della disciplina. Si pensava che rispetto anche a 24 ore prima (quando a Mol nella tappa dell’Exact Cross c’era stato il primo testa a testa con Van Aert, finito a oltre un minuto) ci fosse più competizione e la corsa si era messa per favorirla, ma l’olandese ha fatto capire che non ce n’è per nessuno.
Van Aert ancora in ritardo
«A me ha deluso un po’ Van Aert – afferma Bramati – e il secondo posto non m’inganna. L’ho visto macchinoso a piedi e pesante nella condotta della bici. Per carità, nulla di preoccupante, anzi credo che sia diretta conseguenza dei carichi di lavoro che sta svolgendo per la stagione su strada. So che questa settimana è andato anche a visionare dei tratti di pavé in vista della Roubaix. Si capisce che affronta queste gare con uno spirito diverso dal solito».
Van Aert comunque con molto mestiere ha saputo mettere la museruola agli avversari. Anche a un encomiabile Eli Iserbyt rimastogli attaccato fino al giro finale e alla fine contento del terzo posto che rafforza il suo primato in Coppa. Non altrettanto si può dire di Pidcock, la cui prova di Anversa passa alla storia per la brutta caduta iniziale, dove ha davvero rischiato di sbattere la fronte contro la transenna, facendo scorrere un brivido sulla schiena di tutti gli appassionati. Un risicato ingresso fra i primi 10: dopo la vittoria di domenica scorsa a Namur nella tappa precedente c’era davvero da attendersi di più dal britannico.
Un paragone con il passato
Difficile a questo punto pensare che Van Der Poel possa trovare concorrenza, tanto che già si ipotizza una stagione senza sconfitte per lui, unico dei tre che andrà avanti fino al mondiale.
«Io una superiorità simile non l’ho mai vista – sentenzia Bramati – se non forse ai tempi di Roland Liboton. Ricordo che quando correva alla Guerciotti aveva delle gambe mostruose, è forse il paragone più vicino a quello che VDP sta mostrando in giro per i prati europei».
La prossima sfida fra i tre sarà subito dopo Natale, il giorno di Santo Stefano a Gavere, su un percorso molto diverso, con tanta salita e meno passaggi tecnici. C’è chi pensa che questo possa cambiare un po’ le carte in tavola, ma Bramati non è di questo avviso.
«C’è una differenza di potenza enorme – dice – almeno un minuto fra lui e tutti gli altri. Non credo comunque che Van Aert sia preoccupato per questo, è chiaro che il belga è più indietro di preparazione proprio pensando alla stagione su strada».
Un altro tassello per Viezzi
A margine della corsa elite, la prova di Anversa ha regalato ancora soddisfazioni anche all’Italia per merito di Stefano Viezzi, secondo nella prova juniores alle spalle del francese Aubin Sparfel che però in classifica si avvicina alla sua leadership e la sfida fra i due diventa di volta in volta più appassionante. Quell’incertezza che a livello assoluto non esiste più, stante la superiorità di Van Der Poel e della sua connazionale iridata Fem Van Empel, all’undicesima vittoria in 11 gare.