La tappa da Rovereto a Stradella, con i suoi 228 chilometri è la più lunga di quest’edizione del Giro d’Italia e si ha un bel dire che in fin dei conti non ci sono grandi asperità ed è una frazione di trasferimento. La distanza rappresenta sempre un’incognita, un qualcosa di diverso rispetto al solito. Non può essere affrontata alla leggera. Andrea Tafi, in base alla sua esperienza, ammonisce: «Quando raggiungi queste distanze sono tappe di valore assoluto che possono anche pesare sullo sviluppo generale della corsa rosa».
Che cosa possono comportare?
Pesano fortemente dal punto di vista psicologico soprattutto in base alla loro collocazione nel programma del Giro: se sono nella prima parte possono essere davvero frazioni di trasferimento, ma se sono nel finale come quest’anno possono anche presentare sorprese.
Come giudichi il chilometraggio di questa tappa?
E’ importante, in un grande Giro ci può stare ma peserà sulle gambe dei corridori: quando vai su queste distanze l’altimetria perde importanza, la lunghezza diventa un elemento distintivo, anche se è chiaro che la tappa va valutata anche in base alla classifica e se presenta qualche asperità, questa diventa un ulteriore aspetto tattico da considerare. Certamente poi conta molto come viene interpretata la frazione, più battaglia c’è, più la media oraria si alza e più fatica si accumula nei muscoli.
Quale sarebbe la sua collocazione ideale?
A metà Giro, nella seconda settimana avrebbe meno impatto. D’altronde bisogna considerare anche le esigenze degli organizzatori che devono tenere conto di mille cose, soprattutto cercando di evitare trasferimenti troppo lunghi verso gli hotel. Io comunque credo che tappe simili in un grande Giro abbiano pieno diritto di cittadinanza.
Che cosa aspettarci quindi?
Al momento della partenza, la classifica è ormai delineata a grandi misure, certamente questo influirà sull’aspetto tattico, qualcuno potrebbe cercare di sfruttare la fatica accumulata dagli altri per guadagnare spazio: quando si arriva all’ultima settimana non è solo la squadra della maglia rosa che ha interesse a controllare la gara, ci sono anche i team dei velocisti che vorrebbero arrivare alla volata, ma anche quelli di corridori con ambizioni di classifica che potrebbero scegliere di movimentare la corsa. E’ questo il bello del ciclismo.