La tappa di ieri, la Ravenna-Verona di 198 chilometri era la più piatta di tutto il Giro d’Italia. Su carta una tappa facile da interpretare, tanto più che non c’era vento, l’unica possibile insidia. Ma come si affronta una frazione simile? Quanto spende un corridore? Cosa pensa? Lo abbiamo chiesto a Samuele Rivi della Eolo-Kometa uno dei tre fuggitivi, insieme agli altri due attaccanti più stakanovisti del Giro: Simon Pellaud dell’Androni Giocattoli e Umberto Marengo della Bardiani Cfs Faizanè.
Samuele, la tua fuga era programmata?
Sì, perché io in squadra sono colui che ha meno possibilità di attaccare quando c’è salita e quindi tra noi della Eolo-Kometa toccava a me ieri.
Siete partiti al chilometro zero, giusto?
Esatto, con una tappa del genere così piatta si sapeva che non ci sarebbe stata bagarre, che si sarebbe arrivati in volata. Ci siamo ritrovati in tre davanti. Un’azione così andava bene agli uomini di classifica e alle squadre dei velocisti. In più con la fuga in atto, anche in caso di vento laterale ci sarebbe stata meno bagarre in gruppo. Una fuga del genere per prenderla servono un po’ di volontà e buone gambe.
Quindi non si è lottato: di solito si fanno dei lunghi periodi a tutta prima di prendere il largo…
Di solito è così: per 10-15′ anche 20′ si gira molto forte, ma ieri in una fuga come la nostra si è andati subito regolari. Abbiamo cercato di prendere il ritmo.
E cioè? A quanto andavate?
Quasi sempre sui 42-43 all’ora, tanto il vantaggio come sempre è il gruppo che lo decide. Magari se avessimo spinto a 50 all’ora, avremmo subito preso 6′. Poi però anche il gruppo si sarebbe messo a 50 all’ora e a quel avremmo dovuto sfinirci per tutta la tappa per restare davanti.
C’era vento?
Un po’, quasi sempre laterale e a favore nel finale.
Che rapporti hai spinto e che cadenza avevi?
Quasi sempre il 54×14 e la cadenza media è stata, dato del computerino alla mano, di 88 rpm.
Andatura regolare, però nel secondo traguardo volante hai forzato anticipando Pellaud e Marengo. In quel caso a quanto andavi e con che rapporto?
Memore di un piccolo screzio-incomprensione che era accaduto in occasione del primo traguardo volante, ho fatto 3,5 chilometri molto forte. Andavo via con il 54×12 a 95 rpm, quindi andavo sui 55-56 all’ora. In quel caso è una lunga volata e non vai a “mezzo gas”. Io quando spingo di solito mi attesto sempre poco al di sotto delle 100 rpm. Mi viene naturale. Non c’è una regola fissa chiaramente.
Capitolo alimentazione, quanto e cosa hai mandato giù? Ricordiamo che la temperatura era di 22-24 gradi circa.
Cinque borracce le ho consumate tutte, quattro di acqua e una di maltodestrine. Se fossi rimasto in gruppo in una tappa tipo quella di ieri forse avrei bevuto meno, ma in fuga hai più tempo per pensare e non ti distrai. Ho mangiato 3 rice cake, 3 barrette e 2 gel isotonici. Uno l’ho preso a 40 dall’arrivo e uno intorno ai meno 20. Ho mangiato “a sentimento” non avevo una tabella precisa, ma credo che tra una mangiata e l’altra passavano 30′-40′. Alla fine non abbiamo bruciato tantissimo. Io mi sono fermato a 3.600 calorie.
Beh, neanche poco…
Nei giorni precedenti più volte abbiamo sballato le 5.000 calorie.
Parliamo dei numeri. Prima di tutto toglici una curiosità: ma in una tappa “biliardo” come quella di ieri in piena Pianura Padana quanto dislivello si accumula?
Il computerino segnava 432 metri: tutti ponti e dossi! Io faccio partire la registrazione al chilometro 0 perché se per radio mi dicono per esempio, al chilometro 140 c’è il traguardo volante, io devo avere il riscontro preciso sul display e non devo stare a calcolare anche il trasferimento (che ieri era di 5,5 chilometri).
Samuele, veniamo ai numeri: potenza, battiti… Ma prima dicci quanto sei alto e quanto pesi?
Sono alto 187 centimetri e peso 73 chili. Vi dico i dati: i battiti medi di ieri sono stati 133 e quelli massimi 181. La potenza media è stata di 230 watt, quella normalizzata di 285 e quella massima di 1.320 watt toccata in occasione del primo traguardo volante.
E la velocità?
Io ho fatto 42 di media oraria, ma va considerato che per la mia filosofia, cioè che se non sono davanti nel finale è inutile fare fatica, risparmio energie. E così negli ultimi 3 chilometri dopo che ci hanno ripreso sono andato tranquillissimo e mi sono volutamente staccato dal gruppo (lasciandosi sfilare ultimo a 2’58” da Nizzolo, ndr). Nel finale prima di essere riassorbito ho provato ancora perché semmai fossi riuscito a restare solo avrei insistito un altro po’. Un po’ di visibilità in più: per noi professional è importante.
Giustamente bisogna risparmiare, il Giro è lungo e oggi poi c’è lo Zoncolan…
Per assurdo la tappa di oggi per me, che in salita non posso attaccare, è “tranquilla”. Immagino ci sarà la bagarre per andare in fuga, ma dalla salita prima dello Zoncolan si formerà il gruppetto e a quel punto con il rapportino andrò all’arrivo.
Chiudiamo con una battuta: ma in una fuga come quella di ieri come passate il tempo? Si parla?
Sì, un po’ abbiamo chiacchierato. Pellaud è il più loquace. E’ stato l’animatore della fuga. Tende a fare il simpatico ma certe volte dovrebbe essere più concentrato!