Davide Cassani nuovo ct, Alfredo Martini

Cassani, un tuffo nella storia del Giro d’Italia

20.05.2021
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La tappa del Giro da Siena a Bagno di Romagna non è come tutte le altre, non può esserlo. Stiamo parlando di un tributo a due personaggi che hanno fatto la storia del ciclismo, ma che per molti versi sono stati parte integrante del Paese a prescindere dalla loro attività. Gino Bartali è un’icona assoluta, corridore che ha riempito le pagine dei giornali prima e dopo la guerra, protagonista con Coppi di quello che probabilmente è stato il più grande dualismo della storia dello sport.

Alfredo Martini, che con Bartali correva, ha poi influito in maniera decisa nel corso degli anni sul mondo del ciclismo con la sua saggezza, ricoprendo per molte stagioni il ruolo di Commissario tecnico della nazionale, ruolo che ora è sulle spalle di quello che molti considerano il suo erede designato, Davide Cassani: «Per me è la più grande delle gratificazioni essere avvicinato a lui, è il personaggio al quale mi ispiro».

Che cosa hanno significato questi due nomi?

Sono la storia del ciclismo tutto, questa tappa rappresenta un tuffo nel passato del quale c’è sempre bisogno. E’ un doveroso riconoscimento verso chi ha dato tantissimo al nostro sport non solo con le vittorie o con le corse, ma per il modo di porsi.

Bartali Berzin
Gino Bartali insieme a Eugeni Berzin: era il Giro 1994, vinto proprio dal russo
Bartali Berzin
Gino Bartali insieme a Eugeni Berzin: era il Giro 1994, vinto proprio dal russo
Che ricordo hai di Bartali?

Quando correvo era presente molto spesso alle nostre corse ed era entusiasmante vedere quanto la gente lo amava. Si fermava spesso a parlare con noi corridori, ci conosceva tutti, era molto piacevole scambiare battute con lui. Aveva un carisma enorme, eppure non lo faceva pesare e neanche ti accorgevi che stavi parlando con un pezzo di storia d’Italia.

E se parliamo di Martini?

E’ il Maestro. Una persona dalla straordinaria cultura e non parlo solo di ciclismo perché aveva la saggezza tipica dell’uomo che ha vissuto tanto, profondamente, che aveva studiato alla scuola della vita. Aveva una conoscenza straordinaria delle persone. La mia più grande soddisfazione è essere stato indicato da lui per il ruolo che attualmente ricopro.

Sono personaggi attuali o testimonianze di un ciclismo passato?

Le epoche sono diverse, ma quella che non è minimamente cambiata è la fatica che si fa in bicicletta, allora come oggi. I loro esempi non ci lasceranno mai e dedicare loro una tappa è un doveroso omaggio perché se il Giro d’Italia è oggi quello che è lo deve anche a loro…