Patrick Pezzo Rosola, figlio d’arte dal carattere ribelle

19.03.2024
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E’ interessante analizzare l’evoluzione di uno degli allievi 2° anno più in luce in questo periodo, Patrick Pezzo Rosola, sulla base di quanto hanno fatto i suoi genitori. Lei, Paola Pezzo, la signora della mountain bike con due ori olimpici al collo. Lui, Paolo Rosola, funambolo delle volate negli anni Ottanta e poi sempre nell’ambiente svariando fra mtb e strada. Senza poi dimenticare Kevin, suo fratello, oggi alla General Store-Essegibi-F.lli Curia con il papà a guidarlo.

Che Patrick Pezzo Rosola sia uno dei talenti più in crescita è evidente: lo stesso Pontoni al termine della stagione di ciclocross lo ha sottolineato come uno dei più attesi al passaggio di categoria. D’altronde il veneto è, come tanti ragazzi di oggi, uno che passa indifferentemente da una specialità all’altra, tanto è vero che si dedica sì alla strada, senza però dimenticare il grande amore della mamma, la mountain bike.

Kevin, il fratello fra mamma Paola e papà Paolo. Una famiglia legata al ciclismo a filo doppio
Kevin, il fratello con papà Paolo. L’esperienza del più grande si sta rivelando importante per Patrick

Il tipico adolescente moderno

Tempo fa papà Paolo raccontava mirabilie di suo figlio Patrick, sottolineando però come il ciclismo non fosse uno dei suoi richiami principali, quella sorta di religione senza la quale è difficile emergere. Com’è oggi la situazione?

«Diciamo che si sta avvicinando – risponde Paolo – ma non è ancora pienamente convinto. Se devo dire, Patrick è il perfetto prototipo dell’adolescente di oggi, con il quale non è facile relazionarsi, men che meno nel ciclismo. Io provo a dargli consigli, ma lui è capoccione e fa di testa sua. D’altronde i risultati per ora gli danno ragione…».

Parlando di Patrick viene subito da chiedere un paragone con mamma e papà: «Lui come tipo di corridore è più vicino a Paola. Longilineo, magro, potente e al contempo resistente. Kevin ricorda più me per la sua esplosività. Devo dire che i due sono molto vicini e Kevin gli sta insegnando tanto, in questo senso un po’ supplisce al mio ruolo, visto che riesce a farsi ascoltare di più grazie alla vicinanza d’età».

Il rampollo di casa Pezzo Rosola si divide fra tre discipline, sempre con ottimi risultati (foto Instagram)
Il rampollo di casa Pezzo Rosola si divide fra tre discipline, sempre con ottimi risultati (foto Instagram)

Vittorie legate al talento

La vicinanza con la mamma, Patrick la mostra anche dal punto di vista caratteriale: «Bisogna saperlo prendere. E’ introverso, ha le sue idee e va avanti seguendo quelle senza tentennamenti. Papà e mamma non possono dire niente, si arrabbia perché sa quel che fa, questa è sempre la sua risposta. Si allena ma non troppo e quando gli dico qualcosa mi risponde: “Ma perché devo farlo? Tanto vinco lo stesso…”. Lui vince grazie al suo talento, battendo ragazzi che si allenano molto più di lui, ma questo però pian piano sta cambiando, perché comincia a capire che, essendo al secondo anno, ci si avvicina a quando si faranno le corse davvero sul serio».

Possono sembrare parole negative sul conto del figlio, ma Paolo dall’alto del suo amore paterno sa bene come le cose possano cambiare: «Alla sua età, non avevo quella determinazione in gara, quella voglia di emergere, è tutto successo dopo nel mio caso quindi Patrick parte avvantaggiato. Sa quello che vuole. In corsa non vuole lasciare niente, infatti cerca subito le prime posizioni, in qualsiasi disciplina. Io sono convinto che le cose cambieranno e quella voglia di emergere si tradurrà anche nella voglia di allenarsi, lo stesso Kevin me lo dice».

Patrick è profondamente diverso dal padre anche come caratteristiche: «Io dico che può essere il classico passista-scalatore, che ama i percorsi impegnativi e può davvero andar forte nelle cronoscalate. Le corse in pianura proprio non gli piacciono…».

Per il giovanissimo anche il bronzo europeo esordienti mtb nel 2021 a Pila
Per il giovanissimo anche il bronzo europeo esordienti mtb nel 2021 a Pila

«Passo per primo e mi ritiro…»

«Per far capire che adorabile testone c’è un episodio, relativo a una gara su strada. Gli dico che verrò a vederlo ma lui mi dice di no. “E’ inutile che ti fai 200 chilometri, tanto mi ritiro…”. “Come ti ritiri, lo sai già?”. “Sì, perché mi dedico ai traguardi volanti: vinco quelli, mi metto in tasca qualche euro e mi ritiro”. Più avanti mi richiama e mi dice “Che fai, vieni?”. Io ci vado e il giorno dopo che fa? Vince i traguardi volanti, è in fuga e si ritira davvero…».

Certe volte gli aneddoti sono come le ciliegie, uno tira l’altro: «All’ultimo Giro d’Italia di ciclocross, ultima tappa, lui è secondo in classifica perché a Osoppo aveva rotto la bici. In viaggio gli dico: “Guarda, lo so che non ami i consigli, ma domani io aspetterei ad attaccare. Non portarti dietro il primo in classifica che poi ti beffa, tieni unito il gruppetto”. “Papà, lasciami fare, lo so io…”. Alla domenica, va via e il leader lo segue, proprio come gli avevo detto di non fare… Solo che poi lo sfianca, finisce che Patrick vince, quello finisce dietro, sono appaiati in classifica ma per le vittorie in più la maglia rosa è di Patrick. E lui mi fa “Hai visto che avevo ragione?”».

Patrick impegnato al Giro d’Italia CX a Tarvisio. 4 le sue vittorie nella challenge (foto Billiani)
Patrick impegnato al Giro d’Italia CX a Tarvisio. 4 le sue vittorie nella challenge (foto Billiani)

Futuro? Ipotesi team estero

Che cosa farà l’anno prossimo? Su questo papà e mamma stanno già ragionando e la sensazione è che stavolta Patrick starà a sentire. «Viste le nuove prospettive, stiamo pensando di indirizzarlo verso una squadra estera. Non abbiamo ambizioni di vittorie, ma che faccia esperienza, ciclisticamente e non solo. Considerando anche la scuola, Patrick ha scelto di fare il triennio invece dei regolari cinque anni. Insomma ci dobbiamo ragionare».

Resta un ultimo tema da affrontare: sulle sue spalle sente il peso di essere un figlio d’arte? «Meno di quanto lo abbia percepito Kevin, che ancora un po’ ne risente. Patrick no: conosce quel che io e Paola abbiamo fatto, ma è figlio di un altro tempo. Guarda i corridori contemporanei, si documenta. Magari se gli chiedete a chi vuol somigliare vi risponde “Van der Poel”. Altro che Rosola o Pezzo…».