Martolini 2022

Martolini, la storia del diesse scomparso a Castelfidardo

26.05.2022
5 min
Salva

Le foto o i video del tragico incidente di domenica a Castelfidardo, nel quale ha perso la vita il diesse Stefano Martolini e che da allora vede Nicola Venchiarutti su un letto d’ospedale, qui non ci sono. La diffusione mediatica di quanto avvenuto è stata talmente immediata e ostinata da aver causato problemi e quelle immagini non dicono nulla di più di quanto sia nella cronaca dei fatti, che riassumiamo brevemente per poi concentrarci su altro.

La gara era il Trofeo Città di Castelfidardo, una delle grandi classiche del calendario Elite e Under 23 non solo marchigiano. Nello sprint finale a ranghi compatti Venchiarutti si è ritrovato all’estrema sinistra del gruppo, salendo sul marciapiede grazie all’avvallamento di un passo carrabile, prendendo così a tutta velocità Stefano Martolini, lì per assistere alla volata dei suoi ragazzi della Viris Vigevano. L’impatto è stato violentissimo: Martolini è morto sul colpo, Venchiarutti sbalzato di sella ha riportato un trauma cranico e la frattura della delicatissima dodicesima vertebra. Le indagini stabiliranno se il suo cambio di direzione sia stato volontario o costretto dalla dinamica dello sprint.

Da meccanico a diesse

Questa la cronaca, ma qui si sta parlando di un uomo, un appassionato 41enne lombardo che per il ciclismo stravedeva, al quale ha sempre dato tutto, per colpa del destino anche troppo. A raccontare chi fosse, è Lorenzo Ballabeni, segretario della società nella quale Martolini era approdato nel 2019.

«Inizialmente – dice – svolgeva il ruolo di meccanico e aiutante del diesse di allora, l’ex pro’ Stefano Bertoletti. Quando questi è andato via a fine stagione, Stefano ha assunto la sua carica continuando però a svolgere il suo principale lavoro di preparatore atletico».

Martolini telefono
Stefano Martolini aveva 41 anni. Un passato da dilettante era da sempre nel mondo del ciclismo
Martolini telefono
Stefano Martolini aveva 41 anni. Un passato da dilettante era da sempre nel mondo del ciclismo

Un riferimento per i ragazzi

Parlarne non è semplice, le chiamate si susseguono e Lorenzo, al di là della disponibilità, fatica a nascondere il profondo dolore che lo accomuna a tanti nella società.

«Era una persona solare – riprende – disponibile in ogni momento. Adorava il ciclismo, aveva corso da dilettante e non lo aveva più lasciato. Soprattutto lo amava in ogni suo aspetto, dalla preparazione dei corridori a quella delle trasferte. Poi abbinava il lavoro per noi con i suoi impegni a Busto Garolfo, dove era coordinatore di tutte le attività della pista locale compresa l’organizzazione della Tre Sere».

Martolini era un riferimento assoluto per i suoi ragazzi, disponibile per loro a qualsiasi ora: «Sapeva anche essere severo, li richiamava all’ordine quando serviva. Era giovane ma si faceva rispettare. Diciamo che sapeva usare il bastone e la carota, infatti i ragazzi lo chiamavano sempre. Lui diceva sempre che il ciclismo non regala niente e che se si vuole ottenere qualcosa bisogna applicarsi al massimo.

«A Castelfidardo era andato da solo con il pullmino della squadra e i 4 ragazzi in gara, lì a dargli una mano c’era l’ex diesse Cappelletti. Noi lo abbiamo saputo quasi subito, il suocero che è il team manager della squadra è stato chiamato e gli hanno detto che c’era stato un incidente, inizialmente si pensava fosse stato un incidente d’auto. La polizia per la privacy non ha potuto dirci altro perché dovevano avvertire i familiari. Il problema era che lo sapevano già…».

Martolini Busto Garolfo
Con l’SC Busto Garolfo Martolini è rimasto più di 5 anni, un rapporto proseguito anche dopo
Martolini Busto Garolfo
Con l’SC Busto Garolfo Martolini è rimasto più di 5 anni, un rapporto proseguito anche dopo

Scoprirlo nel peggior modo…

Torniamo quindi al discorso che facevamo all’inizio: «Il papà era andato a cercare su Internet il responso della gara, ma ha subito trovato le foto e i video prima ancora che la polizia lo chiamasse. Sapeva già tutto, è stato straziante anche considerando quanto papà e figlio erano legati. Ha visto immagini terribili, tra l’altro si vede benissimo come Stefano avesse le mani in tasca: io dico che non si è accorto di nulla».

I ragazzi come l’hanno presa? «Malissimo, è stato terribile. Tra l’altro uno dei ragazzi era rimasto staccato e arrivando ha visto il trambusto e Stefano a terra, pensava si fosse sentito male. Così appena tagliato il traguardo è subito tornato indietro in bici e a quel punto ha capito. Devo dire grazie al diesse della Biesse Carrera Dario Nicoletti che ha riaccompagnato i ragazzi fino ad Arluno, mostrando grande sensibilità».

Prima di approdare alla Viris, Martolini era passato per la Named, ma era sempre rimasto legato alla “sua” società, la SC Busto Garolfo dove sono ancora tutti scioccati, come testimonia il presidente Marino Fusar Poli.

«Questa era sempre casa sua. Qui ha fatto crescere gente come Moschetti, Garavaglia, Mariani, il campione italiano su pista Geroli. Curava allievi e juniores, con passione e competenza. Era una persona molto scrupolosa, ci metteva molto del suo».

Bruttomesso Castelfidardo 2022
La volata vincente di Bruttomesso, mentre in fondo si portavano i primi soccorsi
Bruttomesso Castelfidardo 2022
La volata vincente di Bruttomesso, mentre in fondo si portavano i primi soccorsi

Un passaparola immediato

Che carattere aveva? «Era un tipo esuberante, sempre in azione. Con tutti era disponibile, ma si faceva rispettare e questo quando hai a che fare con i ragazzi è fondamentale. Aveva un carattere forte, ma al contempo sempre disponibile».

La notizia della sua scomparsa era arrivata praticamente in tempo reale: «Nell’ambiente ci conosciamo tutti, mi hanno subito telefonato per dirmelo. Ci conoscevamo da 15 anni, è una perdita enorme che non riusciamo a metabolizzare».

La gara era stata vinta da Alberto Bruttomesso, ma questo giustamente è solo un dettaglio destinato a restare confinato nell’archivio delle statistiche.