Quasi una… luna di miele con la sua Rachele, la visita agli zii d’Australia, i giusti allenamenti e poi alla prima curva un po’ veloce del Villawood Men’s Classic, criterium che annunciava il Tour Down Under, l’avvio di stagione di Manlio Moro si è infranto a tutta velocità contro una transenna (in apertura con il meccanico Alessandro Gaia, tornando verso l’arrivo).
«In pratica siamo entrati a 195 chilometri all’ora in curva – sorride amaramente, ovviamente ricorrendo al paradosso – e a quello davanti a me è partita la ruota. Non ho potuto fare niente per evitarlo e gli sono andato addosso. Abbiamo urtato molto forte le transenne e mi è uscita la spalla. Ero immobilizzato, ho fatto due minuti per terra che non riuscivo più a muovere il braccio. Qualche anno fa avevo già rotto la clavicola e la sensazione era la stessa. Poi ho fatto un movimento un po’ più brusco, ho provato a forzare la rotazione, ho sentito “cloc” e la spalla è come ritornata dentro. Lì per lì, fra l’adrenalina e tutto il resto, la muovevo, facevo tutto, mi sentivo un eroe. Invece la sera mi sono raffreddato un po’ e ha ricominciato a fare male. La mattina dopo non riuscivo neanche a tirarmi su i pantaloni…».
E quindi?
Siamo andati subito a fare raggi e risonanza magnetica e hanno trovato una microfrattura alla testa dell’omero, con la cartilagine un po’ rovinata perché ovviamente nell’uscire e poi rientrare, si sono rovinati sia l’osso sia la cartilagine. Per cui è finito tutto lì. Quando si è capito che non sarei potuto partire per il Tour Down Under, mi hanno messo su un aereo e mi hanno rimandato a casa. Praticamente sono andato in Australia per farmi la vacanza. Sono stato là venti giorni. Mi sono allenato al caldo con la mia morosa. Sono andato a cena e a vedere qualche posticino, poi sono tornato qua.
Chi sono questi parenti d’Australia?
L’ultima volta li avevo visti l’anno scorso quando andai per correre il Tour Down Under per la prima volta. Si sono trasferiti giù da cinque anni e quindi li vedo sempre poco, per cui ho sfruttato la possibilità di anticipare il viaggio per allenarmi e ambientarmi. Ci hanno dato un alloggio, filava tutto alla perfezione. Ho fatto un’ora di gara a blocco con ottime sensazioni e poi dritto a casa. Però fino a quel momento era stato tutto perfetto.
E adesso come stai?
Bene, la spalla ormai è a posto. Sono tornato in bici, sto facendo fisioterapia tre, quattro volte a settimana. Mi stanno dando degli esercizi da fare a casa per rinforzare tutta la muscolatura e riprendere un po’ di mobilità. Per fortuna non ho avuto dolori se non i primi due-tre giorni in cui non riuscivo a muovere il braccio. Poi però ho ripreso la funzionalità, anche se certi movimenti erano più complicati. Adesso riesco a fare praticamente tutto. Sono ritornato in bici, non ho dolori neanche a prendere buche o fare qualche volata e dei rilanci. Per cui mi alleno bene, mentre all’inizio ho ripreso sui rulli per non fermarmi, tenendo le mani sul manubrio e facendo girare le gambe.
Quando si torna in gruppo?
Subito, al UAE Tour di fine febbraio. La prima corsa è stata da cancellare, però poi riprendo tutto come da programma. Per fortuna si riesce. Io ho sempre insistito di voler ripartire subito e loro me l’hanno concesso. Del resto, se sto bene, perché saltare?
Quindi, a parte questa botta di sfortuna, come si annuncia il 2025?
La squadra mi ha detto che vorrebbero darmi l’opportunità di provare a fare qualche volata. Magari nelle corse dove non ci sono Cimolai e Gaviria. Magari un po’ più avanti nella stagione in gare più piccole come Boucle de la Mayenne o altre simili. L’idea è di buttarmi in mezzo, ma senza pressione. Così comincio a capire come funziona. Però prima, fatto il UAE Tour, si comincia al Nord.
Quindi le classiche restano il piatto forte del menù?
Sì sì, le classiche del Nord rimangono. Mentre credo che per quest’anno nel calendario non ci saranno gare in pista. E’ da un bel po’ che non vado a girare, ma ho anche avuto questa sfortuna. Continuerò a frequentare Montichiari, però credo che per quest’anno non farò gare. Voglio concentrarmi al 100 per cento su strada.
Torniamo per un attimo alla caduta, quando eri lì per terra, hai pensato che saresti rimasto fuori più a lungo?
Sono stato fortunato, anche perché il dolore è passato quasi subito e ho potuto ricominciare presto a fare dei movimenti. All’inizio magari faticavo a prendere una bottiglia d’acqua, adesso sono tornato alla normalità. E faccio esercizi con i pesi, con gli elastici, faccio plank, per rinforzare tutta la muscolatura. Diciamo che sono partito con un handicap, ma penso di poterlo recuperare.
Pensi che quest’anno debutterai in un Grande Giro?
Non credo, ad ora nel mio programma non ce ne sono. Però non si sa mai, perché la stagione è lunga. Magari se vado al UAE Tour e vinco quattro tappe (ride, ndr), si cambiano i programmi.
Come è stato passare dai 35 gradi australiani all’inverno italiano?
Al momento sono in Friuli, visto che Rachele dopo il Tour Down Under si è fermata direttamente al UAE Tour Women che comincia oggi. E allora invece di andare a San Marino sono venuto a salutare i miei, che non vedevo da un bel pezzo. Al momento ci sono 12-13 gradi, non si sta neanche male, anche se il confronto con le temperature australiane è improponibile. Però c’è tutto quello che serve per ricominciare. Al momento non sto ancora facendo grandissime distanze, dato che non sono ancora al top. Faccio dei percorsi un po’ più tranquilli, fuori dai rischi. Ho davanti a me una decina di giorni prima di mettermi a posto per il UAE Tour, vedrete che ci arrivo bene.