L’esistenza di Eros Poli è più girovaga di quando correva fra i professionisti. I suoi ricordi della carriera da pro’ sono ancora lì, vividi e brillanti a cominciare dalla sua vittoria a Carpentras dopo la scalata del Mont Ventoux al Tour 1994. E proprio sul Ventoux gli venne l’idea di cambiare la sua vita.
Chiusa la carriera da corridore, l’olimpionico di Los Angeles ’84 per 7 anni ha gestito un suo bar in Piazza delle Erbe a Verona, poi per altri 7 anni si è riavvicinato al mondo del ciclismo svolgendo un ruolo di accoglienza al Tour, grazie al suo buon inglese e francese: «Ancora una volta però è stato il Ventoux a farmi svoltare: organizzammo con una quarantina di amici veronesi un’escursione proprio lì e tutti rimasero colpiti dal fascino del posto, ma anche dalla bellezza dell’evento e capii che quella poteva essere un’altra strada per vivere il ciclismo».
Da allora cambiò tutto, era il 2005. Oggi Eros Poli si divide fra l’Italia e gli Usa, organizzando viaggi cicloturistici per la compagnia “InGamba”, un tour travel nato in Portogallo che ha ormai interessi un po’ in tutto il mondo: «Allestiamo viaggi cicloturistici di lusso, sono giri unici, spettacolari, costosi ma che danno ai partecipanti qualcosa in più».
Spiegaci di che cosa si tratta…
Noi mettiamo a disposizione del partecipante una struttura a livello di una squadra professionistica: abbiamo un parco di 80 bici Pinarello F12 con ruote in carbonio, un kit Castelli su misura per ogni corridore, mettiamo a disposizione guide per viaggi di gruppo, seguito da meccanici e massaggiatori proprio come avviene per un grande team di ciclismo.
Questi viaggi che scopo hanno?
Noi vogliamo abbinare la passione per la bicicletta a quella per la conoscenza del territorio attraverso le sue bellezze: proponiamo degustazioni di buon vino, i cibi più prelibati, strutture di primo piano per l’accoglienza. Il partecipante deve sentirsi coccolato al massimo. I clienti sono prevalentemente americani, canadesi, australiani, ai quali facciamo vedere angoli del mondo che altrimenti resterebbero a loro sconosciuti.
Il tuo ruolo qual è?
Io faccio da guida e progetto nuove destinazioni di viaggio, studiando i territori, la logistica del posto, quel che c’è da vedere e da gustare. Riassumo quella che è la filosofia dell’agenzia InGamba, in questo modo ho riassaporato il piacere di pedalare, lontano dallo stress del professionismo, ritrovando la passione.
Chi ti aiuta in questa avventura?
Con me ci sono altri ex professionisti, per la maggior parte portoghesi come Manuel Cardoso (35 vittorie in carriera compreso un titolo nazionale) e Bruno Pires (5 successi, campione lusitano anche lui), abbiamo due sedi, una a Oporto e l’altra a Radda in Chianti, oltre a un altro centro negli Usa.
Quali sono le vostre principali destinazioni?
Innanzitutto la Toscana, che incarna questa cultura del “mangia, bevi, bici” che è un po’ il nostro motto, ma anche le Dolomiti, la Valpolicella, Sardegna, Sicilia, la Catalogna, Palma di Maiorca, naturalmente il Portogallo. Poi ci sono i viaggi americani, la California innanzitutto con il tratto da San Francisco a Santa Barbara che è un incanto, ma anche Colorado e Arizona.
La pandemia ha influito sulla vostra attività?
Molto, eravamo in espansione sia numerica che di destinazioni, ci siamo dovuti contrarre ma siamo ottimisti per il futuro. E’ un’attività che mi prende enormemente.
Nostalgia per il tuo passato da pro’?
No, ho ritrovato l’amore per la bici e tanto mi basta. Il ciclismo lo guardo in Tv, lo lascio ai campioni di oggi e alla loro velocità estrema. E’ un altro mondo rispetto a quello che ho vissuto io, anche se la fatica è la stessa…