Consuetudini, rituali e musica: tutto ciò che capita prima di una gara. Se poi questa è la Milano-Sanremo allora devi fare attenzione a tutto, anche ad eventi inattesi che possono trasformarsi in stimoli.
L’avvicinamento di Maurizio Fondriest alla Classicissima datata 20 marzo 1993 – che sarà la sua stagione migliore in assoluto – è di quelli da sogno. Il trentino è il favorito principale grazie alle 5 vittorie appena conquistate (saranno poi 25 a fine anno): una tappa alla Vuelta Andalucia, una in Sicilia alla Settimana Internazionale, infine due tappe e la classifica generale alla Tirreno-Adriatico.
Erano altri tempi rispetto al ciclismo di adesso, tra l’ultima frazione della corsa dei Due Mari e la Sanremo ci sono solo tre giorni e Fondriest in quel lasso di tempo ha altro a cui pensare: sua moglie Ornella è incinta, ha il termine fissato per gli ultimi giorni di marzo e lui chiama a casa più volte per sapere come sta. Tutto tranquillo, si aspetta quella scadenza senza alcuna avvisaglia particolare.
Erano altri tempi. Le squadre non avevano gli attuali motorhome e Fondriest arriva alla partenza con le ammiraglie della Lampre-Polti ma la giornata è iniziata molto prima. Qui parte il suo ricordo di quella incredibile giornata.
Maurizio eri il più pronosticato di quella Milano-Sanremo, che vigilia è stata?
Unica, che non scorderò mai, che per certi versi fa il paio al post-vittoria del mondiale di Renaix, con Ornella, al tempo fidanzata, sempre protagonista. Fu una mattinata frenetica che non ho mai più vissuto e forse in pochissimi lo hanno fatto.
Perché?
Venivo da un grande inizio di stagione, stavo bene. La sveglia era suonata presto, perché allora le corse arrivavano attorno alle 16, quindi la colazione l’abbiamo fatta verso le 6,45. Un po’ di riso e un po’ pasta, la solita colazione che facevo per gare di questa portata. Abbiamo ricontrollato il meteo. Poi ho telefonato a casa per sentire se ci fossero novità e mi ha risposto mia suocera dicendomi che mia moglie era in ospedale e che soprattutto ero diventato papà di Maria Vittoria. Non ho capito più nulla, ero euforico, volevo sentire Ornella. Sono riuscito a chiamare il reparto e ho lasciato all’infermiera il mio numero di cellulare, uno dei primissimi che esistevano, chiedendo di farmi richiamare. Finalmente ci siamo sentiti, lei e mia figlia stavano bene. Ci siamo avviati verso il raduno che avevo già vinto.
Cosa intendi? C’era in ballo ancora una gara alla quale puntavi forte, dove eri arrivato secondo battuto da Fignon nel 1988 e quinto nel ’90.
Avevo la mente sgombra, quella notizia mi aveva tolto la tensione. Attenzione, l’avrei disputata proprio come poi l’ho corsa, ma senza ulteriori pressioni. Ero vivace. Già al podio firma in Piazza Duomo lo speaker aveva annunciato che ero appena diventato padre, tutti si complimentavano con me, anche quando tornai alle ammiraglie. In effetti avevamo meno privacy rispetto ad oggi, ci cambiavamo in macchina ed era un po’ più stressante il contatto con gli appassionati perché era più difficile concentrarsi. Riuscii tuttavia ad isolarmi mettendomi comodo sui sedili e ascoltando la musica che mi piaceva di più o di quel periodo. Nelle cuffie avevo Phil Collins e i Genesis, Queen, Rem, Zucchero e Tozzi. Tutta gente da Sanremo, insomma…
E in corsa com’è andata?
In gruppo passavo nei pertugi con un briciolo in più di spavalderia. Sono stato attento a non perdere posizioni e a tutto quello che succedeva, proprio come avevamo ripetuto durante la riunione tecnica con Pietro Algeri, Maurizio Piovani e Giuseppe Saronni.
La gara finisce così. A un chilometro dallo scollinamento, quando il gruppo riprende Inaki Gaston sul Poggio, scatta forte Fondriest che aumenta in progressione e inizia la discesa con 10” di vantaggio. In vista del traguardo si gode il momento, gli applausi e il successo da dedicare a Maria Vittoria. Trionferà con 4” sul povero Gelfi e 9” su Sciandri che regola il gruppo in volata.
Maurizio, per chiudere, un pronostico secco per questa Milano-Sanremo.
Mathieu Van der Poel.
Forse perché ti ricorda un po’ te da giovane?
Lui è un fenomeno, va messo nella categoria dei fuoriclasse e fra un po’ di anni vedrete quanto avrà vinto ancora. In effetti ci somigliamo come caratteristiche ma lui è molto più forte di me e gliel’ho detto. Ho corso contro suo padre e l’anno scorso alla presentazione della Alpecin-Fenix (Fondriest è testimonial della Alpecin, ndr) Adrie diceva a suo figlio chi fossi. Lui allora è andato su internet a vedere i miei risultati, poi si è girato verso suo padre e gli ha detto: «Oh, guarda che lui ha vinto molto più di te!». Ecco, preparatevi: per me lui non aspetterà la volata.