Corradetti, una diesse di vent’anni per vincere i pregiudizi

20.11.2024
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Sentendola parlare, dimostra più della sua giovane età e per il ruolo che ricopre è decisamente un valore aggiunto. Ha le idee chiare Krizia Corradetti, vent’anni e nuova diesse della BFT Burzoni, che vuole continuare a fare esperienza in ammiraglia.

Ci sono vecchi preconcetti nel ciclismo, figli di un retaggio che si trascina dietro da tanti anni, che devono ancora essere vinti. Per qualcuno può ancora sembrare strano vedere una ragazza così giovane guidare una formazione juniores, ma il cambiamento e il rinnovamento devono pur avere un punto di partenza. Corradetti non ha avuto paura di accettare questa sfida quando ha deciso di smettere di correre, trovando disponibilità e spazio prima nel Club Corridonia ed ora nel team piacentino. Un piccolo salto in avanti, partito non solo a livello geografico dalla sua San Benedetto del Tronto, dettato dall’attuale percorso universitario. Ecco cosa ci ha raccontato.

Corradetti ha smesso di correre nel 2022 ed ha subito preso il tesserino di primo livello
Corradetti ha smesso di correre nel 2022 ed ha subito preso il tesserino di primo livello
Krizia come nasce la scelta di diventare diesse?

Nel 2022, ovvero al termine del mio cammino tra le juniores, ho scelto di abbandonare l’attività, tenendo conto anche degli studi universitari che volevo intraprendere. Tuttavia non volevo lasciare il ciclismo. Così grazie al Club Corridonia, dove ho passato gli ultimi anni da atleta, ho fatto il corso di primo livello per prendere il tesserino a fine stagione. Loro mi hanno subito supportato, concedendomi la possibilità di dirigere le juniores. Quello scorso è stato il primo anno da diesse e contestualmente studiavo anche per la maturità, mentre in questa stagione ero già all’università. In queste due annate abbiamo sempre cercato le gare e le trasferte più giuste per trovarci come tempi e luoghi.

Il contatto con la BFT Burzoni com’è arrivato?

Si è verificata una serie di incastri. Sono iscritta alla facoltà di Ingegneria Gestionale di Parma, una materia improntata sulla tutela dell’ambiente, e diventava sempre più scomodo per me dover seguire le ragazze del Corridonia da lontano. Contemporaneamente Stefano Peiretti voleva prendersi un periodo sabbatico di stop dopo sei anni da diesse della BFT Burzoni. Così, visto che ci conosciamo bene, è stato lui a fare il mio nome ai dirigenti. A quel punto mi sono sentita con loro e abbiamo trovato l’accordo.

Com’è stato l’impatto con i tuoi nuovi colleghi?

Molto buono. E’ vero che ci conoscevamo già per esserci incrociati alle gare in questi anni, però fin dal primo colloquio mi sono subito sentita ascoltata. Sia il team manager Stefano Solari che il diesse Vittorio Affaticati, che ha grande esperienza, che lo stesso presidente Gianluca Andrina mi hanno fatto sentire integrata con loro e con le ragazze. Ogni considerazione che facevano, chiedevano il mio parere. Questa cosa mi ha fatto davvero tanto piacere ed ovviamente è molto stimolante.

E’ stato un problema farti passare ad un team concorrente?

No, assolutamente. Al Club Corridonia sono stata molto bene, però sapevano che volevo fare nuove esperienze, come trasferte all’estero o avere rapporti con la nazionale per alcune ragazze. In questo senso devo ringraziare molto il presidente Mario Cartechini e il diesse Orlando Vecchioni, dai quali ho imparato tanto. Entrambi mi hanno appoggiato nella scelta, capendo le motivazioni. Anche la mia famiglia mi ha aiutata in questa mia scelta di vita. Ora vivo a Parma ed è molto più comodo per me andare a Piacenza nella sede della BFT Burzoni.

Ti sei trovata a disagio nel guidare atlete poco più giovani di te?

Personalmente no, però capisco che possa essere visto come un ostacolo la poca differenza di età. Ritengo che possa invece diventare una risorsa per il bene di tutta la squadra. Io vorrei essere un ponte tra staff e ragazze. Loro possono parlarmi tranquillamente di tutto, ovvio però che ci si chiarisca subito affinché si rispettino i ruoli o non sorgano incomprensioni. Sì, c’è il rischio di diventare troppo amiche delle juniores, ma ormai questa è una categoria di ragazze mature che sanno scindere le figure e non oltrepassare i limiti. In ogni caso, come è stato a Corridonia, non sono l’unica diesse quindi certe situazioni si affrontano sempre tutti assieme.

In queste due stagioni da diesse, che stile hai adottato?

Il mio metodo a livello atletico è sempre stato influenzato dai miei vecchi diesse, quindi abbastanza regolare anche tecnicamente. Tuttavia ho capito che non bisogna trascurare l’aspetto umano delle ragazze, che saranno future donne quando non correranno più in bici. Solitamente tendo a responsabilizzare le atlete anche sotto il profilo morale. Non vorrei pensare solo ai dati, che restano importanti chiaramente, ma guardare dentro le ragazze. Questa caratteristica credo mi possa differenziare dagli altri diesse.

Hai avvertito un po’ di ostilità per questa tua scelta di iniziare subito dalle juniores?

Devo dire che ho ricevuto un po’ di critiche in questi due anni. Qualcuno mi ha detto che sono acerba e che avrei dovuto iniziare da categorie più basse, addirittura dai giovanissimi. Il classico discorso è stato quello del “devi fare la gavetta”, ma vorrei far ricredere quelle persone ancora così chiuse che sono nel ciclismo. So che devo accumulare esperienza, ne sono ben consapevole e voglio imparare ancora. Da atleta non sono forse stata la più forte in circolazione, ma non è detto che non possa essere una buona diesse. Anche per me è una scommessa questa nuova mansione, ma voglio vincerla.

Linda Sanarini è nel giro azzurro di strada e pista. Nel 2025 sarà la capitana della BFT Burzoni (foto Franz Piva)
Linda Sanarini è nel giro azzurro di strada e pista. Nel 2025 sarà la capitana della BFT Burzoni (foto Franz Piva)
Che obiettivi si è fissata Krizia Corradetti per il 2025?

Conosciamo tutti gli standard alti della BFT Burzoni. Spero di poter aiutare questa società a mantenerli, magari cogliendo la prima vittoria all’estero. Così come spero di non alterare gli equilibri che ci sono. Ad esempio voglio vedere come risponderanno le ragazze del secondo anno, come Sanarini e Bezzone, ad una nuova diesse. E allo stesso modo come si troveranno le atlete del primo anno. Non vedo l’ora di dare il mio contributo. Sono pronta e concentrata per dare il massimo di me.