Ciao Davide. Ti aspettavamo come ad una classica

23.12.2022
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Avete presente la sensazione di quando salutate qualcuno? Quella tristezza, mista però alla sicurezza che vi rivedrete? Ecco, oggi quello detto a Davide sembrava più un arrivederci, che un addio. Da una parte la sicurezza che Davide rimarrà sempre vivo nella memoria di ciascuno di noi, dall’altra l’incredulità generale, la difficoltà nell’accettare quanto successo. Davide ha lasciato tanto, come ciclista, ma soprattutto come uomo, come persona.

E il Duomo gremito di persone ne è la prova. «Non era perfetto nemmeno lui – dice Gilberto Simoni – ma di sicuro era il migliore». Davide era così: era il migliore in gruppo, in squadra, ma era anche il miglior avversario. «Un onore poterlo battere, ma un onore essere battuti da lui», conclude Simoni.

La grande chiesa di Lonigo era gremita di gente
La grande chiesa di Lonigo era gremita di gente

L’ultimo traguardo

Nella piccola rotonda davanti alla Chiesa centrale di Lonigo le macchine continuano a girare, ma tre gradini più su, tutto si è fermato per un istante. Ci sono striscioni appesi sui palazzi, occhi lucidi e sorrisi che sapevano che non sarebbe dovuta andare così. Amici, parenti e tifosi arrivano in silenzio, scelgono un angolino sul sacrario del Duomo e aspettano Davide come sul traguardo di una classica. Il silenzio è assordante, il cielo grigio. È difficile trovare parole di conforto in situazioni così, dove si rischia di far parlare la rabbia. La rabbia sì. Rabbia per quello che è successo e per come è successo. Perché Davide non doveva morire così. 

Rebellin ha chiuso la sua carriera agonistica alla Work Service
Rebellin ha chiuso la sua carriera agonistica alla Work Service

La chiesa è bella, grande, imponente. Davide se la merita tutta. Nelle prime file si siedono i parenti, più dietro tutti coloro che hanno colto in lui la persona d’oro quale era. Prima della celebrazione sono diverse le persone che vogliono salutare il campione per un’ultima volta.

Sono tanti gli aneddoti che raccontano i nipoti o gli ex compagni di scuola. Quello che emerge da tutti i racconti è un uomo semplice, umile e tranquillo. Di quella tranquillità contagiosa, solo con uno sguardo. Quando Davide parlava, sembrava che tutto fosse al proprio posto. È vero, era un po’ pignolo, ma la stoffa del campione ha anche piccoli difetti come questo, no?

Angelo speciale

Dalle parole dei nipoti emerge un grande orgoglio, la fierezza per lo zio campione, come spesso si dice, “in sella, ma soprattutto nella vita”. «Ci si riempiva il cuore di gioia quando sentivamo parlare di te e delle tue imprese. Ora che non ci sei più, siamo sicuri che stai pedalando con il nostro caro nonno».

La passione per la bici infatti Davide l’aveva ereditata dal papà. Allo stesso lui stava cercando di tramandarla ai giovani. Proprio quel giorno, quel maledetto giorno, quel buio 30 novembre, ricorda il sindaco di Lonigo Pierluigi Giacomello, Davide avrebbe dovuto incontrare un gruppo di ragazzi. 

Davide era speciale, in tutto. Le parole che ciascuno gli ha dedicato nel proprio silenzio, non sono affatto di circostanza. Davide era uno di quelli che fa breccia nel cuore delle persone, senza grandi ragioni. Sapeva accarezzarti nel profondo con uno sguardo. «Sei un angelo speciale» gli hanno detto. Ed è vero.

Chiunque l’abbia incontrato, ha sicuramente incontrato un angelo. «Non si arrabbiava mai – raccontano le persone a lui vicine – Anche quando doveva esprimere il suo disaccordo, riusciva sempre a farlo con grande rispetto e intelligenza».

L’ultimo viaggio. Mancherai a tutti, Davide
L’ultimo viaggio. Mancherai a tutti, Davide

Ciao Davide

Davide era umile, non peccava di presunzione, nemmeno quando avrebbe potuto: se perdeva una volata compariva sul volto un piccolo ghigno di rammarico. Se la vinceva invece un semplice sorriso come a dire “ho fatto il mio; dovevo fare solo questo”. Una vita circolare, fatta di ciclismo e tanta bontà, che non sempre però è tornata indietro. 

La carriera di Davide, l’incredibile carriera, oggi, per un attimo, era in secondo piano. Prima di partire, per l’ultima volta, sulle strade che tanto lo hanno allenato, Françoise, la moglie di Davide, si abbandona in un lungo pianto tra le braccia dei propri cari.

Quello che mancherà di più al mondo è un uomo, prima che un campione. Davide, “pedala tranquillo la tua ultima volata, ora nessuno potrà fermarti. Taglia il traguardo con le braccia alzate e il sorriso. Il cielo ti attende, l’amore ti accompagna”.

Ciao Davide