Brabante, rientra anche la Longo, 12 giorni dopo la caduta

18.04.2025
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«Sto bene. Certamente meglio del 6 aprile». Elisa Longo Borghini parla dal lettino dei massaggi. Domani (oggi, ndr) tornerà in gruppo alla Freccia del Brabante. Non ne poteva più di aspettare, vista la fantastica condizione con cui è arrivata al Nord. E alla fine, seguito alla lettera il protocollo per la commozione cerebrale, ha convinto la squadra a tornare in gara. Sono passati 12 giorni dalla caduta. Un altro ritorno importante, al pari di Remco Evenepoel, sia pure con una storia diversa.

Il 6 aprile, in corsa per vincere il Fiandre, dopo soli 35 chilometri, la campionessa italiana è caduta. Vederla immobile per terra è durato un secolo: una di quelle scene da scacciare presto dagli occhi. Poi si è rialzata. Si è scossa la polvere di dosso ed è salita in bici. C’era con lei Silvia Persico e probabilmente anche lei non vede l’ora di dimenticare. Perché dopo un breve tratto di strada, Elisa si è fermata ed è salita in ammiraglia.

«In realtà ricordo poco o niente – sussurra – cose che sono tornate a galla durante la settimana successiva. Ricordo di aver frenato, la ruota davanti è scivolata sul ghiaino del ciglio della strada, sono caduta e ho battuto la testa sul cordolo. Ricordo che mi hanno passato la bici di scorta. So che c’era con me Silvia, poi più nulla».

La Dwars door Vlaandern ha detto che in salita era lei la più forte: da qui la frustrazione di aver… saltato il Fiandre
La Dwars door Vlaandern ha detto che in salita era lei la più forte: da qui la frustrazione di aver… saltato il Fiandre

Due giorni in Belgio

L’ospedale di Gand. Gli esami neurologici e la diagnosi di concussion hanno fatto scattare il protocollo UCI sotto la supervisione di Nele Beeckmans, responsabile medico del UAE Team Adq. Da lì tutto si è svolto secondo uno schema che la piemontese ha potuto solo accettare e applicare, sperando di lasciarsi presto tutto alle spalle.

«E’ difficile da spiegare – ragiona – all’inizio ero piuttosto confusa, non ricordo molto. L’indomani ero abbastanza abbattuta, perché sentivo che fisicamente stavo bene. Sono rimasta per due giorni in Belgio: uno in ospedale e uno in una camera di hotel presa dalla squadra, in cui finalmente ho potuto riposare e ho iniziato a riprendermi. Non mi preoccupavo più di tanto, ma quando sono arrivata a casa, ho iniziato a pensare e non erano pensieri troppo positivi».

La ripresa degli allenamenti di Longo Borghini a casa è stata graduale: prima sui rulli e poi su strada (immagine Instagram)
La ripresa degli allenamenti di Longo Borghini a casa è stata graduale: prima sui rulli e poi su strada (immagine Instagram)

Il mercoledi sui rulli

Aveva vinto la Dwars door Vlaanderen, staccandole tutte di ruota. Visto l’esito del Fiandre, in cui nessuna è riuscita a fare la differenza sul Qwaremont, consentendo a una incredula Kopecky di vincerlo in volata, la frustrazione è cresciuta. Nello scambio di messaggi di quei giorni si coglieva la fatica di restare ferma, mentre il suo mondo andava avanti. Non avrebbe dovuto fare la Roubaix, ma l’esito del Fiandre ha avuto per giorni il senso della beffa.

«Ho seguito il protocollo, d’intesa con la dottoressa della squadra – racconta Elisa, nuovamente allegra – finché il mercoledì ho ricominciato con 45 minuti di rulli. Giovedì ho fatto un’ora e un’ora. Venerdì ho fatto tre ore su strada e ho dovuto fornire dei feedback sui cambi di luce e la risposta alla velocità. Sabato ho fatto tre ore e mezza e ho incontrato anche Sobrero. Nella ripresa non ho avuto problemi, ma è stata graduale. Se picchi la testa, serve attenzione. E’ un problema più subdolo, non te ne accorgi. Gli esami rilevano eventuali sanguinamenti, ma non dicono come reagisce il cervello, per cui non avrebbe senso ripartire con la fretta di tornare. Per fortuna quando la condizione è buona, con due giorni di pausa non perdi molto».

Il ritorno in gara alla Freccia del Brabante è stato concordato con il preparatore Slongo e il medico del UAE Team Adq
Il ritorno in gara alla Freccia del Brabante è stato concordato con il preparatore Slongo e il medico del UAE Team Adq

Test al Brabante

E’ stato suo marito a capire che fosse prossimo il momento del rientro. Al momento della caduta, Jacopo Mosca era in ritiro a Sierra Nevada e mentre risaliva verso il monte ha iniziato a ricevere un quantitativo sospetto di messaggi, diventando il tramite fra il mondo esterno e l’ospedale di Gand.

«Quando ho iniziato nuovamente a lamentarmi di tutto – sorride adesso Longo Borghini – Jacopo ha capito che fossi ormai pronta per tornare. Se scivoli a 50 all’ora e ti gratti tutta, fa male, ma puoi anche ripartire e andare avanti conciata come sei. Con la testa invece non si scherza. Coi giorni però, uscendo su strada, mi sono accorta di stare bene e ho cominciato a spingere. Così ho parlato con Slongo (il suo allenatore, ndr) e Slongo ha parlato con la squadra, facendo l’ipotesi di rientrare alla Freccia del Brabante. La dottoressa ha dato il suo okay, perciò eccomi qua. Non ho grandi attese, se non capire come sto. Non per il risultato e nemmeno per la squadra, sarò focalizzata soltanto su me stessa, per fare il punto in vista delle Ardenne e del seguito della stagione. L’unico modo per saperlo è provarci. Per cui per altri aggiornamenti, bisognerà aspettare che finisca la corsa».

Lo scorso anno, la Freccia del Brabante fu un’altra perla di Longo Borghini dopo la vittoria del Fiandre
Lo scorso anno, la Freccia del Brabante fu un’altra perla di Longo Borghini dopo la vittoria del Fiandre

La Freccia del Brabante Women partirà stamattina alle 11,25 dalla piazza del mercato di Lennik e si concluderà attorno alle 14,35 e 125,7 chilometri a Overijse. Lo scorso anno vinse proprio lei, dieci giorni dopo aver vinto il Fiandre, staccando di 41 secondi Demi Vollering. Ci sono tutti i parametri per poter dare la miglior valutazione di se stessa. Ovviamente Elisa morde il freno, non è fatta per essere malata. Nulla esclude che possa nuovamente giocarsela, però mai come questa volta la prudenza è d’obbligo.