Baroncini a casa. Il saluto di Gazzoli ricordando Leuven 2021

03.09.2025
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Filippo Baroncini è tornato a casa giusto ieri. Ha salutato l’ospedale in cui era ricoverato e finalmente ha potuto iniziare a riprendersi la sua vita. Quella di uomo e quella di corridore. Se c’erano dubbi circa il suo futuro, questi sono stati spazzati via dalla notizia della firma del contratto per ulteriori due anni con la UAE Emirates.

La terribile caduta al Tour de Pologne dunque sta man mano svanendo alle spalle. Tuttavia vogliamo guardare ancora più indietro per salutare il “Baro”. Visto che siamo nel mese dei mondiali, con Michele Gazzoli ricordiamo il mondiale di Leuven 2021. Il mondiale che incoronò Filippo Baroncini e che vide l’amico e compagno di team e di nazionale, appunto Gazzoli, fare festa con lui.

Michele e Filippo. Filippo e Michele, quanto hanno condiviso…

Marino Amadori tra i suoi ragazzi a Leuven 2021. Gazzoli è il primo da sinistra. Baroncini in maglia iridata. Poi Frigo, Colnaghi, Coati e Zana
Marino Amadori tra i suoi ragazzi a Leuven 2021. Gazzoli è il primo da sinistra. Baroncini in maglia iridata. Poi Frigo, Colnaghi, Coati e Zana
Michele, partiamo da quel gruppo di Leuven 2021, un gruppo che forse nasceva prima di quel fantastico mondiale belga, no?

Diciamo che è un gruppo che si è creato durante quell’anno. Poi io ho fatto quattro stagioni tra gli under 23, quindi ne ho vissuti un po’ di gruppi, però quello del 2021 era un po’ più solido. Lo abbiamo dimostrato durante l’anno, vincendo anche la World Cup. Il titolo iridato di Baroncini è stata la ciliegina sulla torta, però era veramente un gruppo bello, divertente, forte.

Chi era il guascone del gruppo?

Sicuro Baro, avendo vinto il mondiale, era il numero uno. Poi da under 23 fai gare diverse durante la stagione, ma tutti in quel gruppo andavano forte. Non c’era uno che non facesse risultato.

La riprova del fatto è che di quel gruppo in quattro siete nel WorldTour…

Vero, infatti Marino Amadori ci aveva visto bene. Aveva fatto un bel gruppo, lo aveva consolidato con ritiri e appuntamenti. Ci si trovava veramente bene e avevamo ruoli precisi… Oltre che gambe!

Quando arrivaste a Leuven avevate la sensazione che davvero si potesse vincere questo mondiale?

No, alla fine lo sai solo a cose fatte, anche se la consapevolezza di fare una bella gara c’era. Eravamo preoccupati per altre Nazioni che potevano metterci in difficoltà, ma sapevamo di avere grandi potenzialità. Amadori temeva soprattutto il vento, con belgi e squadre del Nord pronte a far casino, ma poi non accadde nulla di ciò.

Michele tagliò il traguardo a braccia alzate. Era felice come se avesse lui stesso
Michele tagliò il traguardo a braccia alzate. Era felice come se avesse lui stesso
Come avete vissuto quella vigilia? Tu che ricordi hai?

Un clima di grande serenità. Eravamo rilassati, tranquilli. La tattica era pronta. Solo in corsa ci fu un momento difficile: nello strappo in pavé del giro grande ci fu un rallentamento, due caddero davanti a Filippo e lui non poté evitare di finire a terra. Si capottò, ma poi riprese bene. Quello fu l’unico attimo di tensione. Baroncini era il nostro leader.

Lo hai sentito in questi giorni?

Sì. All’inizio quando era in Polonia parlavo col fratello, poi direttamente con lui. Sono rimasto colpito, anche perché io ero lì al Polonia.

Giusto…

La neutralizzazione, la notizia che era caduto ed era stato portato via… una tensione incredibile. Per me Baro è come un fratello. Abbiamo corso insieme alla Colpack e poi in azzurro. Al Trofeo Del Rosso, la nostra ultima gara da elite, arrivammo in parata io e lui con la maglia iridata. E il giorno prima avevamo vinto il tricolore nella cronosquadre. Fu davvero un bell’anno, tutto veniva facile e ci si divertiva tanto.

E che corsa che faceste…

Tutto andò secondo programma. Lui doveva attaccare e lo fece, riuscendo a fare la differenza. Io arrivai quarto in volata, preceduto da Biniam Girmay e Olav Kooij. Partii lunghissimo, ai 400 metri. Subito fu una gioia arrivai a braccia alzate. La sera cenammo insieme, ma senza esagerare perché avevamo altre gare. Io dopo tre giorni avrei corso in Sicilia. Però a fine anno facemmo una gran festa con la Colpack.

Gazzoli (XDS-Astana) sta preparando le ultime gare dell’anno. Inizierà da GP Industria e Artigianato
Gazzoli (XDS-Astana) sta preparando le ultime gare dell’anno. Inizierà da GP Industria e Artigianato
Questo è il mese del mondiale, come vedi i nostri under 23 quest’anno?

Abbiamo un buon gruppo. Li seguo e sono andato anche a vedere il Giro Next Gen. Lorenzo Finn è molto bravo e anche Filippo Turconi. Credo siano due ottimi corridori. Non so la selezione precisa che ha in mente Marino, ma mi sembra una buona squadra. Certo, c’è gente come Jarno Widar e Paul Seixas che va fortissimo, ma sarà un mondiale particolare per tutti laggiù. Non è neanche facile fare pronostici.

Di quella squadra di Leuven avete un gruppo WhatsApp?

No, però ci sentiamo uniti in qualche modo. Siamo amici, alle corse ci parliamo e resta un filo che ci lega.

E tu adesso come stai Michele?

Esco da un periodo un po’ difficile. A metà luglio sono tornato dalla Cina con il Covid. Ho avuto febbre a 38°-39° per una settimana. Sembrava passata, poi sono andato al Polonia ma non andavo bene. Dagli esami risultavo ancora positivo. Correre così non è stato il massimo. Ora spero di fare bene nelle gare italiane che arrivano. Inizierò con le prove in Toscana la prossima settimana.