CESENA – Cos’è un ciclista. E’ Valerio Conti che con il bacino fratturato porta a termine una tappa. Qualche mattina fa, al via di una tappa, ecco che tra i mezzi della Corratec-Selle Italia vediamo un ragazzo con le stampelle. «Ma quello è Valerio Conti», ci diciamo.
E’ raro per un corridore che si è ritirato. Di solito in questi casi c’è il fuggi fuggi. Invece eccolo tra i diesse Serge Parsani, Fabiana Luperini e Francesco Frassi (nella foto con lui in apertura).
Diesse aggiunto
Il laziale non se né andato dal Giro d’Italia. Dopo il ritiro, avvenuto la mattina di Atripalda, Conti ha voluto tenere duro ancora in qualche modo. La scelta di non tornare a casa, letta dal suo punto di vista, alla fine non è neanche così sbagliata.
«Cosa avrei fatto a casa? Mi sarei continuato a fasciare la testa – ha raccontato Valerio – almeno qui non ci penso troppo. E poi mi piace stare in squadra. Posso aiutare i compagni e lo staff . Se non posso essere presente con le gambe, lo sono con la testa, che tante volte è più importante delle gambe stesse. Posso dare un sostegno a gente che non ha mai fatto un grande Giro. Gli metto a disposizione la mia esperienza: in qualche modo è importante anche questo. Pensate che sono salito anche in ammiraglia.
«Ripeto, mi piace e sto vivendo emozioni nuove, oltre al fatto che mi sto anche divertendo. Sto vivendo il Giro da un altro punto di vista. E poi sono rimasto perché in questa squadra si sta bene, c’è un bel clima e davvero posso dare una mano a questi ragazzi».
Ritorno vicino
Per esempio Vacek, non aveva più il suo Garmin e Valerio è andato a prendergli il suo. Glielo ha montato e lo ha riferito al direttore sportivo. Una sorta di diesse aggiunto…
Ammiraglia, consigliere, ma certo Conti era venuto qui per fare bene al Giro con la bici. Si era preparato molto bene. Aveva passato dei mesi in altura, era magro, motivato… c’erano tutti i presupposti perché potesse rilanciarsi alla grande.
«Questo era un Giro importante per girare pagina – spiega Conti – l’altro giorno a Campo Imperatore mi sono rivisto parecchio in Karel (Vacek, ndr) e questo mi ha emozionato. Mi ha fatto pensare…
«Io però guardo avanti. Alla fine adesso ho dolore, ma dovrò stare così per due settimane poi potrò subito risalire in bici. Magari sarò al via al Giro di Slovenia. Il programma per ora è questo. La stagione è lunga e ho occasione per fare bene. Vorrei disputare un buon campionato italiano, quello è l’obiettivo. Ma se così non fosse, allora userò quelle corse per ritrovare la forma ottimale».
In gara con la frattura
Valerio è caduto nella tappa verso Melfi. La botta è stata forte, ma sul momento tra il muscolo caldo e l’adrenalina non lo ha sentita tanto. Il giorno dopo però, verso Lago Laceno, la frattura e le botte hanno presentato il conto.
«Sono partito con un dolore allucinante – racconta Conti – ho fatto tutta la tappa, soffrendo tantissimo. A fine corsa non riuscivo più a scendere neanche di bici… ma nel vero senso della parola. Mi hanno aiutato per scendere di sella. A quel punto mi hanno portato all’ospedale e lì è emersa questa piccola frattura ileo pubica.
«Per fortuna che non dovrò stare fermo tanto tempo e neanche dovrò fare una riabilitazione. Si risalderà da sola. Anche per questo sono qua. Alla fine seguo i ritmi della squadra (non si mangia troppo, come si farebbe a casa travolti dalla noia, dr) e poi non devo camminare così tanto: tra bus, ammiraglia, hotel…».