Arlenis Sierra, vincitrice delle ultime due edizioni del Giro di Toscana (vi abbiamo raccontato del terzo posto della nostra Sivestri) è un’atleta cubana della A.R. Monex, ex Astana. Nata a Montillo, nella provincia di Granma, città di 130 mila abitanti, secondo porto commerciale dello stato cubano.
Arlenis, si è messa in mostra grazie alle sue doti da pistard che le hanno fatto conquistare due medaglie d’oro ai campionati panamericani di specialità. Si è aggiudicata anche un bronzo ai mondiali di Londra nel 2016: specialità corsa a punti.
Di lei si conosce poco. E’ venuta a correre in Italia nel 2017 sotto la direzione di Aldo Piccolo, non ha mai però lasciato Cuba.
Al Toscana, Arlenis ha cominciato vincendo il prologo a Campi Bisenzio (foto Giro di Toscana) Si è ripetuta poi l’indomani a Segromigno (foto Giro di Toscana) Alla fine sul podio di Montecatini. A destra l’organizzatore Brunello Fanini (foto Giro di Toscana)
Arlenis, come sei entrata in contatto con Aldo Piccolo?
Nel 2016 stavo preparando l’olimpiade di Rio al centro UCI di Aigle, in Svizzera. Molti atleti sudamericani vanno lì ad allenarsi. Avevo in programma di restare un mese per preparare l’appuntamento su strada, una ragazza messicana che si stava allenando anch’essa al centro mi ha messo in contatto con il suo direttore sportivo (Aldo Piccolo ndr).
Come hai fatto a venire a correre in Europa?
Dovete sapere che a Cuba non esistono i team, come in Italia, puoi correre solamente con la nazionale in gare programmate dalla federazione. Correvamo qualche gara in linea in Sud America, due o tre all’anno, e poi facevamo attività su pista. Per andare a correre in un team al di fuori dei confini cubani la federazione, che si chiama Inder ed è l’equivalente del Coni, deve darti un permesso che si deve rinnovare annualmente.
Torni spesso a Cuba?
In realtà vengo in Europa solamente per correre, per tutto il resto del tempo sto a casa mia a Cuba, dove vivo con il mio fidanzato. Mi piace stare nel mio Paese, la vita è meno frenetica ed è molto più essenziale. Siamo molto legati a valori familiari, tutti i miei parenti sono qui.
E come ti alleni?
Mi alleno con la federazione, a Cuba ogni sport ha il suo centro federale, che è all’Avana, e tutti gli atleti si allenano insieme. Preferisco allenarmi in gruppo, il tempo passa più velocemente e non sembra un lavoro ma un divertimento. Il preparatore della nazionale mi stila il programma di allenamento, poi io tutti i giorni mi sento con Aldo e sistemiamo i dettagli, anche in base alle corse che ci sono da fare.
Come hai iniziato ad andare in bici?
Da piccola ero molto iperattiva e mi avevano consigliato di fare uno sport. Mio padre lavorava in un centro sportivo e mi ha portato a fare tennis, avevo 6 anni più o meno, ma non mi piaceva. Così scappavo e andavo a sedermi in prato fino a quando non era il momento di tornare a casa.
E tuo padre?
Un giorno mi ha scoperto e mi ha detto che avrei provato con la bici, così da stancarmi per bene (ride, ndr). Da quel momento è stato amore e la bici mi accompagna ancora tutti i giorni.
Passiamo alla vittoria del Giro di Toscana, ti aspettavi di riuscire a vincere nuovamente?
Non era quello l’obiettivo, arrivavo da un periodo un po’ negativo, complice una caduta al Giro d’Italia che mi ha costretta al ritiro. Alle Olimpiadi invece sono andata in crisi di fame e non sono riuscita a fare del mio meglio. Invece al Toscana, dopo la vittoria al prologo d’esordio, abbiamo parlato con la squadra ed abbiamo deciso di riprovarci. Mi sentivo decisamente meglio. La seconda tappa, con arrivo a Segromigno in Piano aveva una salita nel finale, ho retto molto bene scollinando nel gruppo davanti ed ho vinto la volata a due.
Quindi non sei una sprinter pura?
No, assolutamente, quando sto bene vado forte su tutti i tipi di terreni. Mi piace molto correre su strada, infatti alle Olimpiadi ho sempre corso anche la prova in linea.
Quali saranno le tue prossime corse?
Gareggerò in Francia al Tour de l’Ardeche (corsa a tappe di 7 giorni, dall’8 al 14 settembre, nel cuore delle montagne a sud-est, tra Marsiglia e Lione, ndr). Poi tornerò a casa a Cuba per preparare il mondiale e le ultime corse in Italia: Tre Valli Varesine e Giro dell’Emilia.