Il punto di vista di Viel sul gravel (e sul mondiale)

03.10.2023
4 min
Salva

CAMPAGNOLA CREMASCA – Il gravel un’opportunità di ciclismo visto in modo diverso. Abbiamo incontrato Mattia Viel alla Gera60, una pedalata tra amici promossa da Deda e con un lui abbiamo scambiato due battute. La nuova vita lavorativa, il gravel e la bici, ma anche un occhio sul prossimo mondiale gravel.

L’atleta piemontese ci illustra il suo punto di vista sul gravel in genere, con un occhio attento sulla prossima rassegna iridata di categoria. Viel è tutt’ora in attività, anche se il ciclismo praticato è sceso di un gradino nella scala delle priorità, perché ci sono diversi progetti è un ruolo nello staff marketing di DMT.

Viel ha pedalato la Gera60 in compagnia
Viel ha pedalato la Gera60 in compagnia
Ci sarai al prossimo Mondiale Gravel?

Si ci sarò, ma grazie ad una wild card e comunque l’approccio personale è completamente differente rispetto a quello del 2022. L’anno passato invece è stato diverso, perché ho gareggiato con l’obiettivo di indossare la maglia azzurra alla prima edizione dei mondiali di categoria.

Cambia il tuo approccio?

Assolutamente, ma era già cambiato nel 2022, che è stato il primo anno da non professionista. Ero piuttosto libero, lavorativamente parlando. Mi sono allenato, ma è pur vero che ho vissuto di rendita con tutto quello che ho fatto nelle stagioni da pro.

Mattia Viel in veste DMT alla recente Sea Otter (foto Mattia Viel)
Mattia Viel in veste DMT alla recente Sea Otter (foto Mattia Viel)
Invece quest’anno?

Quest’anno invece sono coinvolto al 100% nelle attività di marketing del gruppo Diamant, DMT e MCipollini. L’attività in bici è importante, ma sono concentrato su altro.

Una tua fase di crescita in cui il gravel ha un peso?

Il gravel mi ha aperto un sacco di opportunità ed io continuo a crederci. La porto avanti, non solo come attività personale, ma in parallelo ad altri progetti. Sono nel gruppo marketing Diamant, ho un progetto personale che si chiama Alive Cycling per l’abbigliamento e sono coinvolto nell’organizzazione della Erattico Gravel, nel territorio del canavese.

In maglia azzurra al Mondiale Gravel 2022
In maglia azzurra al Mondiale Gravel 2022
Ti ritrovi ancora nell’ambito race?

Bisogna essere iper specializzati per fare qualsiasi cosa, farla al meglio ed essere credibili in quello che si fa. Per fare le gare gravel è necessario essere preparati, non si può improvvisare e a mio parere è giusto così. Mi ritrovo nel gravel race e mi piace vedere alcuni grandi nomi che arrivano dalla strada, portando lustro e visibilità, fattori che aiutano ad allargare la conoscenza verso questa categoria.

Gli uomini immagine, un biglietto da visita anche per noi italiani?

Direi proprio di si. Abbiamo la fortuna di avere il mondiale in Italia per il secondo anno consecutivo, nonostante i diversi problemi organizzativi, ma è una vetrina che dobbiamo sfruttare al massimo. Pensare che un Van Aert sarà il faro della manifestazione a mio parere è motivo di orgoglio.

Hai pedalato nel nuovo percorso?

Non ho avuto occasione, ma ho ricevuto diversi feedback da fonti diverse. Più gravel rispetto al 2022, duro ed esigente, molto spettacolare. Sono contento di questi aspetti tecnici, visto che ho creduto fin da subito nella disciplina e penso che un percorso gravel deve avere le giuste caratteristiche, non troppo stradistico e neppure esageratamente mtb. Il gravel deve avere un propria identità.

Nel futuro di Viel c’è anche una veste di organizzatore
Nel futuro di Viel c’è anche una veste di organizzatore
Servono delle regole?

Io sono a favore delle regole, servono per mettere ordine anche nel settore dei materiali. In questo momento ognuno di noi ha un pensiero proprio verso il gravel. Chi è più race, chi è rivolto al bikepacking, chi un po’ di più verso l’avventura e forse in questo momento è giusto così. Ma sono necessarie delle regole per il futuro e queste devono essere scritte con cognizione.

Ti manca la vita da pro’?

Sicuramente sì, anche se ho trovato in fretta una nuova identità. Non ho chiuso la mia carriera come avrei voluto, considerando che ho iniziato nel 2018 con la Androni grazie ad uno stage. Mi sarebbe piaciuto giocarmi qualche carta in più. Al tempo stesso sono gratificato nel vedere tutto quello che costruisco in questa fase della mia carriera lavorativa.