Riusciamo a parlare con Alessandro Pinarello poco prima del via del Trofeo Piva. Accalcati sotto il tendone che riparava gran parte del gruppo dal maltempo che ci ha colti all’improvviso. Alessandro è giovanissimo, è del 2003, ed è già al suo primo anno tra i professionisti in maglia Bardiani.
Il salto di categoria tra juniores e under 23 è già complicato di suo, se poi si aggiunge anche il gradino dei pro’ qualche dubbio è lecito averlo. In più l’attenzione sulla vicenda di Alessandro è stata enfatizzata dallo spostamento della residenza all’estero per permettergli di correre con la Bardiani. Ne avevamo già parlato in un nostro articolo con Cristian Pavanello, diesse della Borgo Molino che lo ha accompagnato fino allo scorso anno. Ora è giunto il momento di parlarne anche con il diretto interessato.
Ciao Alessandro, innanzitutto come stai?
Bene, è stato un periodo un po’ concitato, ma ora ho trovato l’equilibrio giusto per lavorare bene. Sapete, i primi mesi in una squadra nuova sono sempre un po’ di assestamento.
Anche causa del cambio di residenza?
Sì. Ora ho la residenza slovena e questo mi ha permesso di correre subito con la Bardiani. La scuola, invece, continuo a farla in Italia, a Conegliano. Ci tengo molto a finire bene quindi per il momento mi sto concentrando più sulla scuola e sull’esame di maturità che dovrò affrontare a giugno.
E come ti sei trovato in questi primi mesi in Bardiani, hai sentito il salto di categoria?
Mi sono trovato molto bene, siamo un gruppo molto unito (questo ce lo ha sottolineato anche Marcellusi nell’intervista post gara, ndr). Il salto di categoria non è stato troppo traumatico. Ci si deve adattare però ai chilometraggi diversi e ad allenamenti più specifici.
Per il momento stai disputando solamente gare under 23.
Sì, siamo un gruppetto di 6-7 corridori che fa lo stesso blocco di gare. Purtroppo per un motivo o per l’altro non siamo mai riusciti a lavorare tutti insieme. E’ parte del percorso di crescita, devo prendere le misure e fare tutto con calma: passo dopo passo.
Con i compagni che rapporto hai? Molti sono tanto più grandi di te
In ritiro quest’inverno ho avuto modo di conoscere e pedalare un po’ con tutti. In particolare pedalo spesso con Sasha Modolo, abbiamo fatto tanti “lunghi” insieme e mi è capitato spesso di parlarci e di chiedergli qualcosa. Spesso mi capita di allenarmi anche con Vendrame, visto che abitiamo abbastanza vicini.
Di cosa parlate?
Mah, gli chiedo della sua carriera, lui mi racconta cosa ha fatto dandomi tanti consigli, a partire dall’alimentazione o dalla gestione dei momenti di gara. Alla fine penso sia una fortuna avere accanto compagni di livello con un bagaglio di esperienza così ampio.
C’erano altre squadre continental, di primo piano, che ti avrebbero fatto fare un’esperienza simile.
Vero, ma quando mi hanno presentato il nuovo progetto Bardiani l’ho ritenuto estremamente adatto a me. L’idea della squadra è di avere dei tempi di maturazione corretti permettendomi però di lavorare allo stesso tempo con staff e compagni di un livello superiore. La cosa fondamentale è il fatto di poterlo fare con costanza, giorno dopo giorno.
E dopo il Piva dove ti vedremo?
Sicuramente al Belvedere il 18, per il resto non so. Con la squadra abbiamo qualche gara in mente ma decidiamo poco alla volta, in base anche alla preparazione che riesco a fare.
Dopo un inverno in cui si era parlato molto del nuovo progetto under 23, queste prime gare sono servite per tirare delle somme. Dalle parole di Pinarello e da quelle di Marcellusi dopo la vittoria, emerge come la squadra di Rossato e dei Reverberi stia lavorando con i corridori più giovani permettendo loro di crescere e maturare senza pressioni. Che quella intrapresa dalla Bardiani sia la strada giusta?