Il nuovo professionismo di Oss e Sagan? Gare e divertimento

15.08.2021
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Giusto un paio di giorni fa, parlando con Sagan, la parola chiave era stata divertimento. Ebbene, questa vale anche per Daniel Oss. Il trentino, da anni spalla ma anche amico di Peter, infatti andrà con lui alla TotalEnergies. Li aspettano un piano, un’avventura, una sfida totalmente diversi. Non sarà un semplice passaggio di squadra. E anche i tifosi potranno fregarsi le mani. Perché? Ce lo dice Oss…

Daniel Oss: il suo Tour non è stato facile, specie dopo il ritiro di Sagan
Daniel Oss: il suo Tour non è stato facile, specie dopo il ritiro di Sagan
Daniel come stai?

Bene dai! Un po’ stanco… Ho fatto Burgos, sono riserva per il Giro di Norvegia. Mentre poi farò il Benelux Tour, lo Slovacchia e la Roubaix.

E poi ti, anzi vi attende una nuova sfida. Come è andata?

Beh, io ho fatto da consigliere a Peter! Ma lui sa benissimo cosa fare. E’ stata lunga la trattativa. E non è stato facile in questo ultimo periodo, perché anche da parte della Bora-Hansgrohe e di Ralph Denk (il team manager, ndr) c’è stata una svolta verso i giovani. In più ha apertamente dichiarato che vuole una Bora più competitiva per la corse a tappe.

Trattativa lunga quindi…

Noi ci siamo messi di buona lena. Ma è una linfa nuova. Vedo tutto ciò come un’occasione. E grazie a Giovanni (Lombardi, il manager di Peter e Oss, ndr) si è lavorato su tutti i fronti e non solo sul cambio di squadra.

Cioè?

L’idea era di trovare un team per fare bene e per fare un qualcosa di diverso. Questa era una prerogativa di ognuno di noi. Era il “mood” di Peter ma anche il mio. Ed è quello che credo ci abbia legato così tanto e per tanti anni. Possiamo esprimere il nostro carattere: essere comunque dei professionisti al 100%, ma possiamo farlo con una bella dose di divertimento. Portavamo questa bandiera nell’interpretare questo nuovo ciclismo da anni. Spesso voi giornalisti, e ne sono contento, sottolineate quanto sia diventato stressante. Forse stress è anche una parola esagerata, ma ha tante sfaccettature e rende l’idea.

Insomma correre, ma divertendosi…

Esatto. La Total e Bernaudeau ci hanno dato questo tipo di spunto. Un qualcosa che condividono. Peter ha fatto molte riunioni prima di decidere. Voleva capire fino in fondo quanto fosse concreta questa possibilità. Come potete immaginare con un Sagan sul mercato la Total non è stata l’unica squadra a farsi avanti. Peter faceva gola a tanti. Io gli ho dato carta bianca: mi fido di te, gli ho detto. Poi lui mi dava dei feedback e io gli dicevo la mia. Non era scontato che tutto il suo entourage potesse seguirlo, proprio perché la trattativa si stava dilungando. Adesso però sono contento…

E si sente dal tuo tono, Daniel! Si percepisce questa voglia di cambiare…

Cambiare per me è fisiologico, fa bene. Serve per ritrovare gli stimoli giusti. I miei due o tre cambi di squadra mi hanno fatto crescere anche sul profilo umano. Ti connetti con altre culture e altre persone. 

Divertimento dicevamo, un passaggio di squadra che non è solo un cambio di casacca: si parla anche di “un altro ciclismo”, di gravel. Anche tu sposi questa linea?

Ma alla grande la sposo! Non vedevo l’ora. Il “Just ride” era il mio credo. Il divertimento, il viaggio… E poi diciamolo: altre attività come il gravel fanno bene anche per gli sponsor. Specialized c’è, ma anche Sportful vorrà allargarsi e non fare solo capi super tecnici. La direzione è questa. Già qualche anno fa abbiamo detto che tutta questa tecnologia, questo mondo super tirato e questa generazione di atleti ci sembravano un po’ “strani”. Tutti super perfetti, tutti a fare i “professorini”…

Anche a Burgos, sempre “pancia a terra” per Oss e compagni
Anche a Burgos, sempre “pancia a terra” per Oss e compagni
Quindi vi vedremo anche in altre vesti?

Beh, le gare restano la priorità, è chiaro. Poi sì: il gravel è la novità. Ma noi pensavamo anche alla Mtb, ai viaggi. Sagan mi diceva sempre di fare qualcosa e gli rispondevo: Peter per me va bene, basta organizzarsi. Il problema è il tuo tempo! Io sono super motivato. E un po’ alla volta arrivano nuove idee. Vediamo di rifare il Just Ride, d’integrare con i viaggi.. non so bene neanche io come avverrà tutto ciò.

Hai seguito l’impresa di Lachlan Morton?

Sì l’ho seguita. Bella, ma ecco quello non è proprio ciò che intendo io per divertimento, per gravel. Così come l’ha fatta lui c’è troppa sofferenza. Noi saremo più “da viaggio” (nella DirectEnergie, corre Jerome Cousin che questa idea l’ha fatta sua all’uscita dal lockdown, ndr).

Daniel, non vediamo l’ora di capire cosa combinerete…

L’entusiasmo si era un po’ smorzato e tutto si è fatto molto impegnativo. Soprattutto in queste ultime gare nelle quali Peter non c’era. Si è dovuto trovare un altro leader e tutti erano sempre super concentrati. Ecco questo è un esempio di questo ciclismo che vogliamo cambiare: stare in un ambiente in cui c’è uno stress alle stelle anche quando non ce n’era bisogno. Vedi Burgos: tutti super concentrati, tutti al massimo, sotto ogni punto di vista, tutti a spingere anche quando non serviva.