Luca Chirico è di ritorno da Livigno, dove ha passato il fine settimana sulla neve delle montagne svizzere, godendosi uno dei pochi svaghi da quando ha iniziato la nuova avventura da imprenditore nel negozio di bici, che abbiamo già visitato insieme.
«Domenica – racconta – ho avuto modo di partecipare ad un circuito gravel a Saint Moritz, una bella e nuova esperienza. Ho iniziato a collaborare con Titici, sono amico di un ragazzo di Como che mi ha coinvolto in questo nuovo progetto. L’idea è di andare in giro e partecipare a questi eventi ed abbiamo creato un “team” che si chiama Sartoria Ciclistica di Como, porterà anche il nome del mio negozio. Al nostro fianco ci sono anche Fulcrum e Prologo. E’ un modo particolare di vivere la bici quello del gravel, l’ho provato e mi è piaciuto subito, però non ho intenzione di farlo in maniera competitiva.
«Da quando ho smesso di correre, sto uscendo molto meno. In più se avessi voluto mantenere un profilo competitivo, sarei rimasto nell’agonismo. Non mi piace nemmeno l’idea di partecipare a competizioni amatoriali da ex professionista, preferisco godermi la bici senza lo stress dell’agonismo. Organizzo dei tour di e-bike nel mio negozio e qualche volta degli amici mi convincono a uscire su strada, ma quando fa freddo non se ne parla! E’ cambiato tutto, ho stravolto la mia vita. Ci sono dei ritmi più frenetici rispetto a quelli che avevo da corridore, il negozio richiede tanto impegno, ma mi dà molte soddisfazioni».


Nuovo focus
In pochi mesi infatti per Chirico è cambiato tutto, dalle corse è passato a gestire un negozio, con tutti i pensieri del caso. La programmazione è a lungo termine, anche se qualcosa in questi primi mesi si è già raccolto.
«Bisogna modificare completamente mentalità – spiega – il negozio, che si chiama “In fuga – Luca Chirico Bike Experience”, mi porta tanti pensieri. Allo stesso tempo, però, mi dà molte soddisfazioni. L’ho aperto il 20 ottobre e, nonostante il periodo non fosse il migliore, sono molto soddisfatto. I primi due mesi sono andati bene, poi a gennaio c’è stata una frenata, ma ora c’è stata una ripartenza. Tutti dicevano che il mercato fosse inchiodato, ma negli ultimi anni il ciclismo è cresciuto molto, anche in inverno. Un periodo che solitamente vedeva meno appassionati in giro. Ora, complici anche le nuove discipline che stanno emergendo, la bici è diventata un mezzo che va bene anche tutto l’anno».


Dall’altra parte
Per un professionista cambiare mentalità non è sempre facile, ma come se l’è cavata l’ex corridore della Drone Hopper?
«Diventare imprenditore avendo avuto un passato da professionista ha i suoi lati positivi, devo ammetterlo. Quando la gente mi chiede un consiglio, capisco che si fida ed in fondo in questi anni di esperienze ne ho fatte e qualche bici – racconta ridendo – l’ho vista. Mi rendo conto di avere un’idea tecnica quando il cliente mi parla e il mio curriculum da corridore porta i clienti a fidarsi un po’ di più.
«La cosa più complicata è stata il passare a spiegare il mezzo. Prima lo guidavo e la cosa finiva lì, ora mi trovo a dover raccontare l’emozione della bici. Mi piace come nuovo ruolo, sono sempre stato uno che ci sta bene in mezzo alla gente. Preferisco parlare e lasciare al cliente poi la decisione finale, consapevole che se spieghi bene poi ti danno fiducia».


Gravel = avventura
Con questo nuovo progetto gravel, la bici ha il sapore dell’avventura: nei mesi primaverili c’è il progetto di andare in Spagna e Francia a fare degli eventi.
«Però io voglio vivere queste esperienze – conclude – godendomi il senso di comunità tipico del gravel. Si tratta di una disciplina tanto in crescita, me ne rendo sempre più conto. I clienti che vengono in negozio da me sono persone che fino al giorno prima non sono mai andate in bici. Da questo capisco come lo spirito del gravel sia allettante, lo stimolo è di godere e apprezzare la natura che ci circonda. Nella mia vita ho avuto la possibilità di correre in molti posti, ma di vedere poco. Ogni tanto fermarsi a fare una foto è bello».