Modolo, guai superati. «Non ho più scuse»

18.11.2020
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Sacha Modolo, da enfant prodige ad oggetto misterioso del nostro ciclismo. Il trevigiano era davvero un “cagnaccio” come si dice in gergo, forza esplosiva ma anche una discreta tenuta sulle salite brevi e sulla distanza. Da quest’anno è alla Alpecin-Fenix con cui ha davvero corso poco. La sua storia però merita di essere raccontata.

Sacha, partiamo da quest’ultima stagione. Cosa ci dici?

Davvero ben poco. Sono partito forte con un secondo posto in una tappa dell’Algarve. Dopo il lockdown, alla seconda corsa, sono caduto e sono stato fermo 20 giorni. A quel punto era difficile ridurre un gap del genere con una stagione così corta. Nel finale stavo un po’ meglio, ho lavorato per la squadra, ma mancava sempre qualcosa. E mi sono allenato il più possibile.

Algarve 2020, Modolo è secondo dietro l’olandese Bol
Algarve 2020, Modolo è secondo dietro l’olandese Bol
Chi ti segue?

Abbiamo l’obbligo di essere seguiti dalla squadra. Fa tutto Kristof de Kegel, dall’alimentazione alla preparazione. Ti dice cosa e quanto mangiare in base a quello che devi fare. Mi piace. Sei accompagnato in tutto e per tutto. Un trattamento che non ho visto neanche in alcune WorldTour. Non me lo aspettavo da una professional.

Cosa prevede il tuo 2021?

L’idea è di ripartire forte e ricalcare il programma di questa stagione con l’Algarve o una corsa ancora prima. Lo decideremo tra dicembre e gennaio. Voglio andare forte sin da subito per fare le classiche e far parte del gruppo Van der Poel.

Però in queste ultime stagioni non ti si è quasi mai visto e inoltre la Alpecin ha preso una ruota veloce come Jasper Philipsen. Avrai il tuo spazio lo stesso?

Eh, lui è forte e ci sta che debba fare il gregario. Ho 33 anni. Alla fine negli ultimi tre anni non ho dimostrato nulla. Però in squadra credono in me e infatti mi hanno rinnovato il contratto per un altro anno. Però se sto bene… All’Algarve eravamo partiti che io dovevo tirare per VdP e alla fine ha tirato lui per me.

Quindi Philipsen e questa situazione sono uno stimolo o un timore?

Io l’ho messo in conto che prima o poi avrei dovuto tirare per qualcuno. Non solo, ma è anche un ruolo che devo imparare a fare quello dell’ultimo uomo e non è detto che ci riesca. Guardate Richeze. Lui è arrivato alla Lampre che aveva giusto 33 anni e si è messo a tirare le volate. Ora vive una seconda carriera ed è lì per Gaviria. Sono realista. Se riesco a tornare quello di prima non sono troppe le volate che mi spaventano. E poi mi piacerebbe far meglio nelle corse un po’ più dure, come arrivare nel finale di un Fiandre per aiutare Mathieu. Quello è il mio obiettivo. Questa svolta verso le gare dure l’avevo intrapresa nel 2017 e da lì voglio ripartire. Il secondo posto all’Algarve era diverso, non da velocista puro.

Perché poi cosa è successo? Okay le cadute, ma magari c’è dell’altro?

Ho avuto un problema fisico che stava diventando anche un problema mentale, ma l’ho scoperto tardi. Io ho sempre vinto e invece mi ritrovavo ad andare sempre più piano. Sai, sono uno che in gruppo ci sa stare e anche se non ero al top alla volata ci arrivavo, invece zero. Pur facendo la vita del corridore più che in passato. Perdevo fiducia. Vedevo Viviani e Nizzolo, con cui me la sono sempre giocata, che crescevano e io andavo indietro.

E cosa hai scoperto quindi?

Avevo una forte candidosi ad intestino e fegato, che tra l’altro correndo con l’acido lattico continuavo a peggiorare. Alla fine sono arrivato dal famoso dottor Giuliano Poser, quello di Sacile che ha curato anche Messi, Bonucci. E’ lui che ha capito cosa avevo. Mi disse subito che ci sarebbero voluti almeno sei mesi per tornare alla normalità, non in forma. Il mio fisico era troppo stressato e intossicato. Era maggio 2019.

Sacha è professionista dal 2010
Sacha è professionista dal 2010
Cosa hai fatto per guarire?

Con gli esami ho scoperto anche l’intolleranza al glutine. Mangiavo pochissimo e ingrassavo. Ero arrivato a 75 chili. Andavo alle corse, vedevo i miei compagni mangiare più di me e io mettevo su peso. Non appena ho scoperto del glutine e l’ho eliminato ho perso 6 chili. Poser mi ha detto che se stavo così nel 2019 già dal 2016 c’era qualcosa. Oltre a questo ho fatto una cura di antibiotici per eliminare la candidosi. Ma ero arrivato. In corsa avevo spesso mal di pancia e dissenteria. Ti dico questa.

Spara…

Sanremo 2018. Quando si arriva sul Turchino c’è la sosta pipì prima che inizi la corsa vera. Ebbene mi fermai in una piazzola per andare al bagno. Mi feci coprire dall’ammiraglia. Ho ripreso e ho chiuso 13°, ma la gente queste cose non le sa. E neanche io cerco scuse o chiedo pietà.

Oggi poi tutti sono al massimo…

Se i watt che esprimo adesso li avessi fatti 6-7 anni fa avrei vinto tre Sanremo. Oggi anche l’ultimo è forte. Una volta eravamo in 6 a giocarci una volata, adesso siamo in 20. Dice: non ci sono più i campioni di una volta. Non è così. Il livello è altissimo. Stiamo vivendo il più grande cambio generazionale della storia del ciclismo. Per me dipende molto dal potenziometro, che s’inizia ad usare prestissimo. A 23 anni sono pronti. Di solito non seguo lo sport in tv, tantomeno il ciclismo, ma sentendo parlare di questo Evenepoel uno sguardo gliel’ho dato. Caspita! I ragazzi di oggi sono tirati, hanno le fibre muscolari in bella vista. Se penso ai miei tempi, Degenkolb, Swift, io, eravamo paffutelli in confronto.

E quindi come si batte questa nuova generazione?

Ti devi allenare. Sempre di più. Sto facendo lavori che non avevo mai fatto. Meno chilometri più esplosività. Tanti 40-20″, anche tre volte a settimana. La mentalità italiana era tanti chilometri e tanto medio. Qui per esempio le SFR le faccio solo in questo periodo, poi basta.

Palestra neanche?

Sì, quella sì, intesa come squat e core stability. Poi mi piace andare in Mtb. Domenica scorsa sono uscito con Vendrame. Abbiamo fatto due ore mezza. A volte esco anche con Nadir Colledani (azzurro di mtb, ndr). Mi piace andare in discesa, sono bravino, ma lui fa paura.

Ti sentiamo sereno. Ti aspettiamo a Sanremo allora?

Magari. Io non ho scuse, sta tutto a me dimostrare il mio valore. Ma nella sfortuna, ho trovato questa squadra che mi ha rinnovato come corridore. Intanto però c’è da ripartire.