La nascita dell’Associazione Franco Ballerini, ufficializzata nei giorni scorsi ha significati profondi, che vanno anche al di là del semplice ricordo di una figura che sia da corridore che da commissario tecnico azzurro ha lasciato un profondo vuoto nel ciclismo italiano, ancora oggi avvertito con evidenza. Alla base della sua fondazione c’è Stefano Santerini, figura storica del ciclismo toscano, corridore prima e poi massaggiatore da anni facente parte dello staff della nazionale.


Un ricordo mai venuto meno
E’ proprio la militanza in azzurro che ha spinto Santerini a fare qualcosa di specifico: «Nel ritiro azzurro in ogni grande evento c’è sempre una foto di Franco che campeggia, è come se fosse sempre con noi e a novembre, quando c’è il tradizionale incontro di fine stagione fra chi ha preso parte al mondiale, c’è sempre una visita alla sua tomba. Questo mi ha fatto molto pensare. Notavo ad esempio che la famiglia Martini è sempre presente, quella di Ballerini rifugge un po’ da queste celebrazioni, la stessa Sabrina, sua moglie, è distante e la capisco, ma credo sia il momento di un loro maggior coinvolgimento, soprattutto dei figli».
Effettivamente sia Gianmarco che Matteo, i figli, non hanno seguito le orme del padre e non sono mai stati coinvolti da questo mondo. Almeno finora: «Io lavoro come fisioterapista in uno studio vicino Casalguidi, il loro paese. Lì ho conosciuto Matteo, che giocava a calcio e aveva bisogno di una serie di sedute. Parlando gli ho spiegato come la figura del padre sia ancora importante nel nostro mondo, lui mi ha spiegato le ragioni del suo distacco, ma poi confrontandoci abbiamo pensato che si poteva trovare un punto d’incontro».


Una base per allestire eventi promozionali
Entrare in questo mondo con il cognome che si porta indosso non è certamente semplice: «Abbiamo pensato insieme all’idea dell’associazione, per fare qualcosa a favore del ciclismo ma senza entrare nel mondo dei professionisti. Prendendo spunto ad esempio da una gara amatoriale che allestisco come organizzatore, una cosa piccola, ma che poteva essere una base per allestire eventi sportivi, culturali e benefici per sostenere il ciclismo giovanile nel territorio nostro, mio e loro, al quale siamo legati. Matteo si è fatto presto coinvolgere e dietro di lui anche Gianmarco».
Sabrina ha preferito restare in disparte: «Ma ci ha ringraziato per l’idea di coinvolgere i figli. Da tempo esiste il Team Franco Ballerini ma la famiglia non aveva voluto essere coinvolta. Qui invece i due ragazzi si sono messi davvero all’opera tanto che ci sentiamo praticamente ogni giorno e sono tantissime le idee e i progetti che vagliamo».


Uno shock mai cancellabile
Un primo segnale è dato dall’attenzione che la nuova associazione sta riscuotendo: «Abbiamo visto tanti sponsor, del settore e della zona, che proprio richiamati dal nome di Franco si sono avvicinati, interessati. Anche personaggi famosi, in varia maniera legati a lui ai suoi tempi, si sono detti disposti a intervenire e dare una mano».
Gianmarco, 32 anni, lavora in un’azienda di divani vicino casa, Matteo, 25 anni, invece è impiegato in una concessionaria Renault. Quando Franco scomparve, avevano rispettivamente 17 e 10 anni: «Fu uno shock fortissimo, amplificato dalla loro età. Matteo per anni non voleva neanche sentirne parlare. Il loro distacco derivava da questo e sono contento che ora abbiamo una chat nella quale comunichiamo continuamente. Di quel che Franco ha fatto, ha rappresentato stanno prendendone coscienza ora nel senso più pieno. Hanno conosciuto i vertici federali, anche quelli della Regione Toscana con il presidente Giani in testa, si rendono conto che si possono fare davvero belle cose con il sostegno di tutti».


L’idea di una Granfondo e non solo…
Quali sono le prime idee che l’Associazione vuole portare avanti per valorizzare l’eredità sportiva di Ballerini? «Le idee sono davvero tante, ad esempio stiamo pensando a una nuova Granfondo Franco Ballerini. C’è anche la data, 14 giugno 2026 ma forse dovrà essere spostata per le concomitanze. Non sarà una semplice corsa ciclistica, perché allestire tre giorni intensi di iniziative, tra cui, alla serata di venerdì, il raduno di tutti i reduci del mitico mondiale di Zolder, quello vinto da Mario Cipollini con Franco sull’ammiraglia azzurra. Poi pensiamo a una cronoscalata riservata agli juniores a Casalguidi, proprio sulla strada che gli è stata fatale. Alla domenica poi toccherà agli amatori. Ma questa è la base, poi ci sarà tanto da fare per ogni momento di quel lungo weekend».


Un cammino che è solo all’inizio
Per Santerini, la nascita dell’associazione ha già ottenuto dei risultati importanti: «Abbiamo mesi di lavoro davanti, ma vedere l’impegno che i due ragazzi ci mettono mi conforta. Sono convinto che sapere che sono così coinvolti faccia rumore e questo è un bene per loro come anche per il movimento locale. Noi partiamo piano, con mille idee, ma abbiamo intenzione di fare molto per il ciclismo, nel ricordo del grande Franco».