Jacopo Mosca, uno dei gregari che tutti vorrebbero e capace di ritagliarsi ampio spazio nelle gerarchie di squadra. Il corridore piemontese è anche un bel manico in discesa, uno che la bici la sa guidare ed è capace di trasmettere le sensazioni del mezzo a meccanici, compagni ed interlocutori in genere.
Mosca utilizza la nuova Madone, il cockpit integrato con attacco negativo, le gomme tubeless da 28 e in allenamento le ruote altissime da 75 millimetri. Le Aeolus RSL 75 gli sono state regalate da Elisa Longo Borghini. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con lui.
Che bici utilizzi?
Ho iniziato ad usare l’ultima versione della Madone al Giro di Croazia e da quel momento non l’ho più mollata. Bici superlativa sotto molti punti di vista, migliorata tantissimo se messa a confronto con il modello precedente. Inoltre mi piace estremizzarla un po’ e in allenamento la uso con le ruote da 75 che mi ha regalato Elisa.
Perché usi le 75 in allenamento?
Mi piace metterle in mostra e mi piace mettere in mostra una bicicletta che tutti si girano a guardare. La Madone è già importante di suo con le forme che le hanno dato, con un paio di ruote del genere lo è ancora di più. Dal punto di vista tecnico un paio di ruote altissime ti preparano a tutto, considerando che in allenamento si va più piano. Usare questa tipologia di prodotto in gara è complicato, a meno che non si affronti una gara completamente piatta e con la quasi totale assenza di tratti tecnici dove è necessario guidare molto la bicicletta.
Le ruote che hai nella dotazione standard per l’allenamento?
Quelle da 51 con i tubeless.
Bici aero e ruote da 51: per te è il compromesso ottimale?
Per un corridore come me è la configurazione perfetta. Tecnicamente e per il compito che svolgo normalmente, 3/400 grammi in più sulla bicicletta non fanno la differenza. In salita posso staccarmi 200 metri dopo se ho la bici più leggera, ma poco mi cambia. Un mezzo con questo setting e con questa rigidità offre dei vantaggi se c’è da rientrare, se devi tirare col vento in faccia e se devi fare uno sprint. Uno scalatore preferisce l’Emonda, ma lui in pianura deve stare a ruota e deve sfruttare una maggiore reattività quando la strada sale. Al Giro di quest’anno ho usato l’Emonda solo in cinque tappe, il resto con la Madone e ruote da 62.
A parità di configurazione, tra la nuova a la vecchia hai guadagnato del peso?
Circa 400 grammi, nel senso che la nuova bici è più leggera.
Quali sono le differenze principali che noti?
La nuova Madone è più rigida. Esprime un comfort differente rispetto alla versione precedente, considerando che non ha più l’IsoSpeed. Quella nuova è una vera bici aero moderna, forse meno versatile e più specifica, ma con tutta probabilità per noi corridori è meglio così. E’ veloce e anche nei tratti molto tecnici è una spada. E’ bella cattiva e quando le chiedi, lei ti dà sempre, ma comunque è maneggevole.
E invece per il manubrio, tendi a stringere la posizione delle spalle?
Il manubrio nuovo mi porterà ad usare la misura 39/42, più stretto sopra e largo verso il basso. Lo proverò al primo ritiro dove definiremo anche tutti nuovi materiali e dotazione.
E cosa dici dei tubeless?
Ormai uso solo quelli, da febbraio dell’anno scorso il mio passaggio è stato totale. In allenamento sono il massimo della comodità e mostrano una sicurezza maggiore rispetto a copertoncini e tubolari. Se buchi, puoi anche non accorgertene. In gara non ho mai bucato. A mio parere i nuovi tubeless sono confortevoli al pari dei tubolari, cambia davvero poco e una volta che ci hai preso le misure, ti accorgi che sei anche molto veloce. Comunque la performance di uno pneumatico tubeless non si riferisce alla sola gomma, ma è un’insieme di cose.
Che larghezza utilizzi?
Tendenzialmente 28. In discesa io non mi tiro indietro e sono uno di quelli che piega tantissimo la bicicletta. Le gomme tengono alla grande, sono veloci e non perdono di aderenza.
La configurazione della bicicletta la decidi tu, oppure è il risultato di un confronto tra te ed il meccanico?
Generalmente siamo noi corridori a decidere, ma non c’è una regola, poi dipende sempre anche dal meccanico. Noi abbiamo la fortuna di avere un pool di meccanici sempre sul pezzo, tra questi c’è anche Mauro Adobati che è in grado di fornire dei consigli sulle scelte migliori, tra ruote, gomme e rapporti. E’ uno di quei meccanici che è in grado di preparare la bici anche in base al lavoro che devi fare in gara.
Hai un esempio che puoi fare?
Al Giro di quest’anno, prima della partenza della tappa di Cogne, ero partito con l’idea di andare in fuga in salita con gli scalatori. Non sono riuscito, eppure ero partito con la Madone vecchia e le ruote da 62. Prima del via mi sono confrontato con Mauro Adobati che sull’ammiraglia aveva preparato una Emonda più leggera, nel caso di un cambio al volo in salita. Non è servita.
Sulla tua Madone si notano i pedali Time. Nuovi setting per il 2023?
Sì, dal prossimo anno avremo i Time e abbiamo iniziato ad usarli per prenderci confidenza. Uso le tacchette fisse, senza gioco laterale.
Rispetto ai pedali precedenti hai abbassato la posizione?
No, ho mantenuto la stessa, c’è una differenza di 0,3 millimetri rispetto a quelli usati in precedenza, ma ho preferito non abbassare la sella. Inoltre questi Time con le nuove tacchette fisse sono parecchio rigidi e non c’è nessuno spostamento del piede e questo è un bel vantaggio per chi come come ama un abbinamento fisso con il pedale.
Non hai paura che essere più alto sulla sella, se pur di poco, ti crei dei fastidi o frizioni nella zona del soprasella?
E’ una differenza ininfluente, inoltre io sono abituato a tenere la pelle a contatto con l’imbottitura. Non uso creme, a parte questo momento di ripresa degli allenamenti e non ho avuto fastidi fino ad ora.
Cosa pensi invece dei nuovi rapportoni che si utilizzano?
Il 54 è diventata una necessità, si va sempre più veloce per dei periodi lunghi. In gara utilizzo la combinazione 54-41 e uso molto i rapporti dietro, di solito la nostra scala pignoni arriva fino al 33. Dipende molto dal percorso e dal compito che è necessario svolgere. Potrei dire che gli scalatori utilizzano parecchio le combinazioni 52-39, soluzione che sto pensando di usare in questo periodo di ripresa degli allenamenti. E’ difficile che io faccia una salita lunga a tutta con i primi, talvolta in un grande Giro per me è fondamentale andare all’arrivo ed essere performante in altre situazioni.