LIEGI – Ben Healy è un altro corridore che si aggiunge alla lista della nuova generazione dei ragazzini terribili. L’irlandese della EF Education-EasyPost esce da un’ottima primavera e non è finita qui. Ben infatti sarà presente al Giro d’Italia.
Dall’inizio dell’anno ha ottenuto undici piazzamenti nei primi dieci, comprese due brevi corse a tappe, e due vittorie: una tappa alla Coppi e Bartali e il Gp Industria e Commercio a Larciano.
In Irlanda…
Vogliamo conoscere meglio questo ragazzo, un “non inglese” più che un irlandese. Taciturno, stile molto brithis, Healy è nato in Inghilterra a Kingswinford, nei pressi di Birmingham nel cuore della Gran Bretagna. Aveva iniziato a pedalare sotto quella bandiera ed era un ottimo biker.
L’Inghilterra in quegli anni usciva dall’onda del boom ciclistico in seguito alla grande spinta per le Olimpiadi. Insieme a Tom Pidcock – forse il suo rivale di sempre, ma di un anno più grande – faceva parte della nazionale di mtb. Tuttavia venne scartato. Ben capì che in quella nazione c’era meno spazio per lui ed “emigrò” nell’isola di San Patrizio.
«E così – ha detto tempo fa Healy ad un media irlandese – ho iniziato anche a pedalare su strada e proprio in quel periodo ho scelto l’Irlanda».
Ma se questa è la sua storia più remota, per quanto lo possa essere quella di un ragazzo del 2000, di Helay ricordiamo l’affondo nel finale dell’ultima tappa del Giro d’Italia U23 2021, scappando via in pianura quando il gruppo filava ad oltre 50 all’ora. Ma anche la tappa alla Ronde de l’Isard, i titoli nazionali a crono e su strada e la tappa all’Avenir 2019 al primo anno tra gli U23.
Dopo il secondo posto all’Amstel Gold Race. Al via della Freccia e della Liegi è stato uno degli atleti più “attenzionati” persino da Pogacar.
Da giovane a pro’
«Mi stupisco che adesso tutti scoprano Healy, come se saltasse fuori dal nulla – dice il suo direttore sportivo Charly Wegelius – ma bisogna guardare il suo palmares tra i dilettanti». E su questo punto ribattiamo subito a Charly, ricordando le sue prestazioni anche tra gli under 23. Ma certo l’exploit di questa primavera non può passare inosservata.
«Ben – va avanti Wegelius – si sta abituando alle nuove attenzioni. Attenzioni che fino ad ora non aveva avuto. E questo cambia un po’ le cose per lui.
«Io, come atleta non ho mai vissuto in prima persona questa situazione, perché non ho mai fatto questo tipo di risultati, ma penso che faccia parte di una fase nella carriera di un atleta che spera diventare importante. Ma tra sperare e fare c’è di mezzo il mare!».
Ben il meticoloso
E le speranze erano vive anche alla Liegi. Quel giorno c’era l’atteso scontro fra Pogacar ed Evenepoel. E un corridore come Healy aveva la condizione e i numeri per mettersi in mezzo. E ha le caratteristiche fisiche (175 centimetri per 64 chili) per potersi scontrare, ogni tanto, anche con Van Aert e Van der Poel. Ma si sente pronto a questi scontri diretti?
«Per me – spiega Wegelius – Ben è pronto a questi scontri diretti e lo ha dimostrato all’Amstel, ma non ne fa un’ossessione. Quel giorno in alcuni momenti lo avevano staccato, ma lui è stato capace di rientrare su di loro.
«Ben ha grandi aspettative su se stesso, vuole sempre fare del suo meglio. È molto, molto meticoloso nella preparazione, pensa molto alle corse e poi si vede anche dalla sua posizione in bici quanti curi tutti gli aspetti».
In effetti su materiali e posizione Healy è molto particolare. Noi stessi abbiamo visto una sella molto in avanti, un manubrio strettissimo (38 mm, nonostante spalle non proprio piccole) e leve fortemente piegate all’interno. Una posizione moderna, segno che è sul pezzo. E sulla crono non è da meno.
Ragazzo sincero
«Io mi aspettavo questa maturazione da parte sua – va avanti il diesse – ma lasciatemi anche dire che per me è un po’ scomodo sentire che salta fuori dal nulla. Questo è un ciclismo in cui i giovani emergono molto rapidamente, almeno quando hanno il talento.
«Che tipo di corridore è lo dobbiamo scoprire. Adesso Ben farà il suo primo grande Giro, appunto il Giro d’Italia e li vedremo come reagirà alla lunga. Strada facendo, vedremo anche se proverà a tenere o a puntare sulle tappe. Come EF abbiamo vari progetti e lui senz’altro ne farà parte. Credo che di certo sarà un protagonista in qualche tappa.
«Io – conclude Wegelius – vedo in lui un ragazzo intelligente, che ha fiducia in se stesso e che parla normalmente. Se ha una domanda la fa senza problemi. Non se la tiene dentro dicendo chissà cosa pensano di me gli altri. Ed è così con noi tecnici e anche con i compagni».