Guarnieri e le sue (quasi) mille gare tra un ricordo e l’altro

25.03.2024
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CASTELL’ARQUATO – Una storia instagram di Jacopo Guarnieri durante il UAE Tour aveva attirato l’attenzione. Era la condivisione di un dato statistico di un sito specializzato che lo vedeva ad una sola gara dalle mille disputate in carriera da professionista.

La quadrupla cifra in tante discipline è sinonimo di longevità e costanza. Pensiamo ai mille gol di Pelè oppure alle mille vittorie di coach Lenny Wilkens in NBA, ma nel ciclismo attuale tagliare un traguardo simile vuol dire assistere ad un mutamento del proprio sport. Per la verità la nostra curiosità ci ha portato ad approfondire i numeri in questione e scoprire che l’alfiere della Lotto-Dstny ora è a quota 986 e raggiungerà le mille gare nelle prossime settimane. Del conteggio iniziale facevano parte anche le corse internazionali fatte da junior e U23. Tuttavia per noi è stata l’occasione di suonare al campanello di casa di Guarnieri e ripercorrere con lui questa lunga striscia agonistica attraverso i suoi aneddoti più significativi. E non sono mancati quelli divertenti.

Guarnieri vive sulle colline piacentine. Dovrebbe correre il Tour de France che partirà da Piacenza nella terza tappa
Guarnieri vive sulle colline piacentine. Dovrebbe correre il Tour de France che partirà da Piacenza nella terza tappa
Jacopo ti eri reso conto di essere già arrivato a così tante gare?

Veramente no, sono rimasto abbastanza sorpreso. E’ vero anche che hanno considerato quelle da dilettante, però se ci penso a caldo sono tante, perché sono tanti giorni di corsa. Se ci rifletto invece con più calma, queste quasi mille gare spalmate su un arco temporale di sedici stagioni da pro’ ci possono stare.

Te le ricordi tutte queste mille gare?

Vi confesso che ho un’ottima memoria. I miei compagni ridono sempre perché ricordo cos’è successo in determinate gare, chi ha fatto cosa. Dire però che me le ricordo tutte è difficile.

Quali sono le gare che ti ricordi maggiormente?

In questo caso andiamo semplicemente per vicinanza temporale. Gli ultimi anni me li ricordo benissimo (ride, ndr). Battute a parte, mi ricordo le mie prime gare da pro’. Nel 2008 avevo fatto la stage con la Liquigas al Tour of Missouri, poi l’anno successivo avevo debuttato al Tour Down Under (quinto posto nella prima frazione, ndr). Ho esordito nella stagione del ritorno di Lance Armstrong quando era in Astana. Nel classico criterium che fanno prima del Down Under, era andato in fuga. Mi ricordo anche altre prime volte.

Instancabile. De Gendt, compagno di Guarnieri, ha accumulato più di 1.300 gare da pro’ Ne ha disputate addirittura 100 nel 2012
Instancabile. De Gendt, compagno di Guarnieri, ha accumulato più di 1.300 gare da pro’ Ne ha disputate addirittura 100 nel 2012
Racconta pure.

Ad esempio la prima Sanremo l’ho fatta tardi, nel 2012 al mio primo anno nell’Astana. Quell’anno si faceva ancora la salita de Le Manìe. C’era il sole, vinse Gerrans che arrivò in un gruppetto con Nibali, Cancellara e nel giro di trenta secondi scarsi eravamo tutti lì. Il primo grande Giro invece è stata la Vuelta nel 2010, quella che vinse Nibali. Eravamo compagni di squadra alla Liquigas. C’era stata la cronosquadre a Siviglia in notturna. Avevamo fatto secondi, eravamo andati molto forte. Ma c’è un episodio che ricordo ancora benissimo che quando lo racconti ai corridori di adesso non ci credono.

Ovvero?

Era una tappa per velocisti e c’era fuori una fuga. L’ottanta per cento del percorso si sviluppava su questi “su e giù”, le classiche strada vallonate della Spagna. A circa 25 chilometri dall’arrivo, quando la strada iniziava ad essere pianeggiante, riprendiamo i fuggitivi e cosa fa il gruppo? Si ferma a fare pipì (ride, ndr). Roba impensabile per il ciclismo di adesso, dove iniziano a limare per le posizioni a 50 chilometri dalla fine in qualsiasi gara.

Come andò a finire quella tappa?

Avevano vinto i soliti. Se le giocavano Farrar o Cavendish le volate. Questo fa molto ridere perché adesso fanno il triplo della fatica per poi finire a fare le stesse cose. D’altronde siamo nell’epoca in cui i direttori sportivi continuano a dirti di stare sempre davanti e fare attenzione.

Guarnieri con la Katusha ha disputato più di 160 gare in due anni. E per nove volte in carriera ha corso la “settimana santa”
Guarnieri con la Katusha ha disputato più di 160 gare in due anni. E per nove volte in carriera ha corso la “settimana santa”
Da questo aneddoto si evince che il ciclismo è cambiato tanto?

E’ cambiato enormemente. In ammiraglia adesso ci sono internet, Google Maps e tutti sanno tutto, ma tutti sanno le stesse cose. Quindi non c’è neanche un vero vantaggio da sfruttare. Tutti dicono di stare davanti per evitare pericoli, quando il pericolo siamo proprio noi che cerchiamo di stare davanti. L’ignoranza di una volta, intesa nel non conoscere precisamente ogni metro di gara, poteva essere un vantaggio perché si correva in maniera più rilassata. Tanto vincevano sempre i campioni. Allora ci si stressava quando serviva, mentre adesso c’è uno stress costante anche per cose inutili.

Hai fatto anche tante annate da 80 o più gare. Anche questo è un segnale di cambiamento?

Sì, all’epoca si facevano ed era la normalità. Ora è rimasta la normalità solo per il mio compagno Thomas De Gendt. Lui infatti ha molte più gare di me, più di 1.300, tanto che quando ha visto quella storia Instagram mi ha preso in giro, dandomi del dilettante (ride, ndr). Lui non ha mai dei picchi di forma, può permetterselo, ma col livello di adesso fare 80 gare all’anno è impensabile. Adesso quando ne fai una cinquantina, sei nella media giusta. Prima c’erano tante corse in preparazione, ora ci alleniamo in modo più preciso a casa e si va alle gare per correre, salvo qualche eccezione.

Proviamo a metterti in difficoltà. Sai qual è la gara che hai corso più volte?

Non saprei (riflette un attimo, ndr). Secondo me è la classica di Amburgo che l’ho quasi sempre fatta. Dieci volte però anche per Sanremo, Gand-Wevelgem e la vecchia Tre Giorni di La Panne. Poi a memoria, appena sotto, dico Fiandre, Roubaix e Harelbeke le ho corse tante volte (nove volte, ndr). Dico bene?

Guarnieri ricorda la prima Gand 2009, diluvio, i ventagli e la vittoria del suo coetaneo Boasson-Hagen sul compagno Kuschynski
Guarnieri ricorda la prima Gand 2009, diluvio, i ventagli e la vittoria del suo coetaneo Boasson-Hagen sul compagno Kuschynski
Giusto. Un aneddoto legato ad una di queste corse?

La volta che mi ricordo di più Amburgo è l’edizione di due anni fa. Sono rimasto coinvolto in una caduta di gruppo in leggera discesa. Andavamo fortissimo prima di prendere lo strappo e siamo finiti tutti a terra. Erano rimasti in piedi solo i primi trenta corridori. Invece mi ricordo bene la mia prima Gand-Wevelgem nel 2009. Si correva di mercoledì ed era di 200 chilometri. Quando era in mezzo tra Fiandre e Roubaix. Quando era ancora la vecchia settimana santa. Diluviava, al via c’eravamo sia io che Daniel Oss, esordienti tra i pro’.

Cosa successe?

Pronti via e si apre subito un ventaglio senza nessun Quick Step davanti. C’era Tosatto che tirava alla morte per riportare dentro Boonen. Abbiamo fatto quasi tutta la corsa ad inseguire a circa un minuto dalla testa. Abbiamo mollato solo nel finale quando avevamo capito che non avremmo mai ripreso i battistrada. Sia Oss che io l’avevamo finita e Quinziato, che ora è il mio manager, ci aveva detto: «Bravi, giovani!». Ero contento, poi pensi che Boasson Hagen, che ha la mia età, aveva vinto e ti cala l’entusiasmo. Lui al tempo era un fenomeno, che ha vinto poco rispetto a quello che faceva vedere in quegli anni.

Numeri alla mano, Jacopo Guarnieri ha corso tante volte la “settimana santa”.

Mi piaceva tantissimo. In quel periodo si stava in Belgio per tanto tempo anche per le altre semi-classiche. Sempre nel 2009 a De Panne per colpa mia era finito a terra Hoste, che in quelle gare era uno dei big (tre secondi posti al Fiandre, ndr), e altri corridori. Ero uscito abbastanza malconcio da quella caduta.

Guarnieri centra la prima vittoria da pro’ al Tour de Pologne 2009. La sua memoria rivive il treno dei compagni e gli avversari battuti
Guarnieri e la prima vittoria da pro’ al Tour de Pologne 2009. Ricorda il treno dei compagni e gli avversari battuti
A parte la gioia per le tue quattro vittorie, hai un ricordo legato a queste corse?

La memoria va al primo successo nel 2009 alla terza tappa del Tour de Pologne. Ricordo bene il treno tirato da Quinziato e Oss a battagliare con quello della HTC. Arrivai davanti ad Allan Davis, che è stato il mio diesse l’anno scorso, e Andre Greipel, uno dei più forti velocisti in assoluto. Quella sembrava essere il trampolino di lancio per una carriera di vittorie e invece non è stato così (sorride, ndr).

Non è tempo di pensare a ciò che sarebbe stato, ora bisogna solo pensare a quello che verrà. Piacenza, città e provincia d’adozione di Guarnieri, ospiterà la partenza della terza tappa del Tour de France. L’obiettivo è essere al via col tagliando delle mille gare da pro’ sul proprio contachilometri.