Da Glasgow a Rotterdam, la rincorsa di ct Addesi a Parigi 2024

16.08.2023
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Oggi a Rotterdam, nel contesto degli European Para Championships (voluti dalla EPC, che sta a tutti gli sport paralimpici europei come UEC sta al ciclismo) sono iniziate anche le prove di ciclismo. Direttamente da Glasgow, dove li abbiamo incontrati, sono volati in Olanda anche alcuni atleti azzurri guidati da Pierpaolo Addesi, abruzzese classe 1976, che fino a Tokyo 2021 ha gareggiato in bici in mezzo a questi stessi ragazzi.

Come abbiamo già detto a proposito del settore pista, la concomitanza scozzese ha dato visibilità anche allo sport paralimpico. Tuttavia, mentre gli atleti di Perusini hanno gareggiato nello stesso velodromo di Ganna e compagni, gli stradisti di Addesi sono stati spediti a Dumfries, 130 chilometri a nord.

Addesi e Tarlao: per l’azzurro di Gorizia, bronzo nella prova in linea C5 (foto FCI)
Addesi e Tarlao: per l’azzurro di Gorizia, bronzo nella prova in linea C5 (foto FCI)

La staffetta di Glasgow

L’incontro col tecnico azzurro, che da quest’anno ha preso in mano tutto il settore, avviene dopo la caduta di Luca Mazzone nella staffetta a squadre, che ha visto l’Italia prima in seconda posizione e poi sparire dalle classifiche a causa dell’incidente.

«Stavano andando forte – dice Addesi – era un argento assicurato, bisognava solo gestire il vantaggio sulla terza, mentre la Francia al comando non si prendeva più. Probabilmente una distrazione, forse la curva troppo veloce. Quell’ultimo giro si poteva fare in modo più tranquillo, dato che il tempo si costruisce nel secondo, ma anche questa grande organizzazione poteva pensare di mettere qualche materasso nelle curve più pericolose? A Dumfries se non altro sugli spartitraffico al centro hanno messo i materassi. Questi ragazzi hanno una visibilità completamente diversa dalle bici. Sono in basso, quindi vedono gli ostacoli all’ultimo e a volte non li vedono neanche. Quindi forse un po’ più di attenzione in questo ci voleva».

Guardandolo nel complesso, che mondiale è stato?

Ottimo, perché a parte quest’ultima disavventura, qualche incidente di troppo con le donne H3 e H4 e qualche quarto posto che ci sta stretto, direi che è andato bene. La squadra si è comportata in modo egregio, sono stati compatti. Il risultato dell’H3 (vittoria di Mirko Testa, foto FCI in apertura, ndr), dimostra proprio che c’è un affiatamento non indifferente. Abbiamo tre personaggi molto forti nella stessa categoria, cercare di gestirli non è semplice. Invece hanno seguito le indicazioni che gli ho dato e questa cosa mi fa molto piacere perché vuol dire che si vogliono bene.

Quali indicazioni avevano?

Ho voluto risparmiare Mirko Testa, perché era un arrivo dove poteva fare differenza, e gli altri si sono messi a disposizione. Maestroni ha gestito la prima parte di gara, poi ha mollato e nell’ultimo giro si è riposato, pensando al team relay. Invece Cortini l’ha sostenuto sino in fondo ed è finita come pensavamo.

Nella gestione personale di Pierpaolo Addesi, com’è andata? Che esperienza è stata?

Questo è il primo anno con il titolo di tecnico, ma in fondo anche lo scorso anno ho gestito molto questa nazionale. Non la chiamerei seconda esperienza, perché ci sono dentro da vent’anni. Prima da atleta, per cui questo mondo lo conosco bene. E poi ho un ottimo rapporto con gli atleti, perché con tanti di loro eravamo compagni di squadra. Sicuramente ho il vantaggio, essendo stato dentro ed essendo anch’io un ex atleta paralimpico, di poter fornire qualche accorgimento in più sulla logistica e sulla gestione personale degli atleti.

Addesi e Mazzone: momento ad alta intensità emotiva dopo l’incidente: bici distrutta, l’atleta sta bene
Addesi e Mazzone: momento ad alta intensità emotiva dopo l’incidente: bici distrutta, l’atleta sta bene
Anche al di fuori delle gare?

Qui non c’è solamente da stare attenti ai percorsi, ma c’è tutto un discorso completamente diverso, a partire dall’accessibilità dei servizi degli alberghi. Quindi questa è una parte molto importante per farli stare bene.

Credi che il mondiale tutti insieme vi abbia dato più visibilità?

Sicuramente è stato una vetrina importante, perché il mondo ci guardava. Una notorietà che prima si aveva ogni quattro anni con le Paralimpiadi e che ora raddoppia. Soprattutto c’è stato molto più spazio televisivo, soprattutto per la pista. Credo che, essendo all’interno di un velodromo, seguirli sia stato più semplice. Magari, se anziché metterci così lontano dal centro di Glasgow, fossimo stati più vicini, sarebbe stato diverso. Oggi era un’occasione per pubblicizzare questo settore, ma è andata così.

Da Glasgow agli europei di Rotterdam con quale obiettivo?

Saremo forti anche lì, perché i ragazzi stanno molto bene. Abbiamo programmato la stagione in questo modo, iniziandola volutamente sotto tono. Non ho chiesto loro il 100 per cento, perché lo volevo per i mondiali e per gli europei. Diciamo che mi hanno ascoltato, perché nelle Coppe del mondo non abbiamo brillato, ma va bene.

I tandem di Andreoli-Chiesa sfiorano il podio, sesti Agostini-Gasparini (foto FCI)
I tandem di Andreoli-Chiesa sfiorano il podio, sesti Agostini-Gasparini (foto FCI)
Avete atleti di età diverse, facili da gestire?

Abbiamo una nazionale con molti giovani, adesso possiamo dirlo. Ragazzi giovani, che devono ancora crescere. Accanto ce ne sono altri molto adulti, per cui se con i giovani non possiamo pretendere troppo perché hanno appena iniziato, con gli adulti non possiamo pretendere che siano al top per tutto l’anno. L’età non è dalla loro parte, quindi i picchi di forma non possono essere tanti. Ne servivano due, uno a Glasgow e uno a Rotterdam. E grazie a questa pianificazione, abbiamo ottenuto secondo me dei risultati importanti nell’anno pre-olimpico, in cui il livello è altissimo. Portare a casa 15 medaglie su strada e le 4 su pista credo che sia stato un eccellente risultato.

Da qui alle Olimpiadi, quale pensi che sarà il cammino?

Da settembre in poi, vorrei prima inquadrare il discorso delle classificazioni. Per 3-4 mesi vorrei concentrarmi su questo, perché credo che fino ad oggi forse non abbiamo prestato la giusta attenzione. Magari abbiamo atleti borderline che potrebbero stare in altre categorie, mentre ho visto che in altre nazionali, soprattutto in occasione di questo mondiale, ci sono stati molti passaggi di categoria verso il basso, quindi in classi più favorevoli. Questo naturalmente mi fa pensare che anche noi dobbiamo muoverci in questo senso. Però adesso serve anche staccare…

Gli europei paralimpici si stanno svolgendo a Rotterdam dal 6 agosto e si concluderanno il 20
Gli europei paralimpici si stanno svolgendo a Rotterdam dal 6 agosto e si concluderanno il 20
Dopo Livigno, i mondiali e ora gli europei: un’estate impegnativa?

Molto, ma dopo gli europei sarà già il tempo per programmare la prossima stagione a livello di ritiri. Il prossimo anno ci saranno tre Coppe del mondo e il mondiale su pista che daranno punti per le Paralimpiadi, cosa che non è mai successa. I punti si chiudevano al 31 dicembre dell’anno precedente, invece quest’anno hanno inserito queste altre prove. Saranno quattro appuntamenti importanti e dobbiamo darci da fare perché se arrivassimo troppo indietro, perderemmo posti e questo non lo voglio di certo.