Classifiche addio, rivedremo il vero Ciccone?

18.12.2022
7 min
Salva

Sono più cattivi i rivali o le maldicenze? Da un paio di stagioni, a Ciccone hanno attaccato varie etichette, bollandolo come uno che non è arrivato dove si sperava e che guadagna più di quanto valga. Nel farlo tuttavia, non hanno mai tenuto conto degli incidenti di percorso che il ragazzo ha incontrato e di quel privato familiare di cui per discrezione non si parla, ma scuote la vita di chiunque vi incappi. Così immaginiamo che al momento di pubblicare questo articolo, ci saranno quelli che neanche lo leggeranno e metteranno mano ai loro commenti e altri che invece andranno avanti nella lettura. Lo scriveremo per loro.

Il terzo gruppo in partenza: in precedenza sono andati i primi due. Fra le 9,30 e le 10 il parcheggio si svuota
Il terzo gruppo in partenza: in precedenza sono andati i primi due. Fra le 9,30 e le 10 il parcheggio si svuota

Il signore di Cogne

A Calpe stamattina il cielo era grigio, nella notte ha piovuto e le strade erano ancora bagnate. C’è di buono che fa caldo, per cui le bici al rientro erano ridotte come cenci, ma il lavoro è andato avanti lo stesso. Prima dell’allenamento, gli allenatori spiegavano il percorso e il modo di affrontarne le varie sezioni. I corridori della Trek-Segafredo sono così tanti, da uscire divisi in tre gruppi. I primi ad andare sono stati quelli che debutteranno al Tour Down Under e alla Vuelta San Juan, poi sono partiti gli altri. Quando Ciccone viene a sedersi, ha la faccia di chi ha appena finito il massaggio.

Il 2022 ha avuto 73 giorni di corsa, fatti di Giro e Tour. La vittoria di Cogne e il terzo posto sul Fedaia. Il secondo posto nella classifica dei Gpm al Giro e il terzo in quella a pois del Tour.

La vittoria di Cogne al Giro ha riportato in primo piano il “vecchio” Ciccone, garibaldino e sfrontato
La vittoria di Cogne al Giro ha riportato in primo piano il “vecchio” Ciccone, garibaldino e sfrontato
Si riparte, cosa ti aspetti?

In testa ho sicuramente la consapevolezza di essere ancora competitivo. E la certezza che bisogna lavorare di più. Il livello è altissimo, non si può lasciare più nulla al caso. Bisogna sempre rimanere concentrati e curare bene i minimi dettagli.

I rivali saltano fuori da tutte le parti…

Sono capitato nella peggiore generazione di tutte (sorride, ndr). Ci sono quei 3-4 fenomeni che hanno qualcosa in più e su loro vive il ciclismo di adesso. In parallelo continuano ad arrivare giovani molto forti, che però hanno ancora tutto da dimostrare.

Due chiacchiere prima di partire: la maglia 2023 della Trek-Segafredo è bianca e rossa davanti, rossa dietro
Due chiacchiere prima di partire: la maglia 2023 della Trek-Segafredo è bianca e rossa davanti, rossa dietro
Su cosa stai lavorando?

Ho smesso di fare troppi programmi e di avere troppi pensieri. Sto lavorando tanto sulla testa per tornare ad essere libero. A livello tecnico invece ci sono tanti aspetti che si possono migliorare. E’ quasi scontato parlare della crono, ma in generale è un cammino lungo, che è già iniziato. Ovvio, non posso dire che sono soddisfatto. Però ci sono state occasioni, come al Tour, in cui ho dimostrato che quando sto bene – togliamo dal mazzo i fenomeni – sono al livello degli altri scalatori. Quindi voglio incrementare ancora il lavoro e migliorare il più possibile.

Hai parlato di programmi e pensieri.

Voglio tornare ad essere libero, quello che è stato il carattere che mi ha sempre caratterizzato negli anni. Tornare quello che ero prima, perché forse negli ultimi due anni ho provato a restare un po’ più calmo. Però secondo me non si può cambiare la natura di un corridore e la mia è quella di attaccare, scattare, andare, partire. Quello è il mio punto forte e per quello voglio lavorare. Se la classifica verrà, sarà la conseguenza delle buone prestazioni.

Decimo sull’Alpe d’Huez e primo degli italiani: per Ciccone quel giorno 142 chilometri di fuga
Decimo sull’Alpe d’Huez e primo degli italiani: per Ciccone quel giorno 142 chilometri di fuga
Possibile che la maglia gialla del 2019 ti abbia portato su una strada non tua?

Sì, perché poi anche nel Giro del 2021 c’è stato qualche segnale che ci ha indirizzato. Alla fine sono andato a casa per caduta a tre tappe da Milano, però ero intorno alla quinta posizione e non ero neanche partito per fare classifica. Non avevo curato nessun dettaglio e mi sono ritrovato lì. Quello è stato un altro segnale che ha aggiunto la pressione di provare. Lo stesso poi è capitato alla Vuelta. Nonostante ci fossero dei grandi nomi, ero nei primi 10. Poi c’è stata un’altra caduta non per colpa mia e anche lì sono andato a casa con niente in mano. Erano segnali che sia io sia la squadra abbiamo raccolto e abbiamo provato a lavorarci.

Sarà così anche quest’anno?

Non voglio pormi questo obiettivo, anche perché è un’arma a doppio taglio per tutti, per me in primis. Significa caricarsi di una pressione che non fa bene e porta a quello che è successo negli ultimi due anni. Ritrovarsi sotterrati prima da mille aspettative e poi da mille critiche. Le mie responsabilità me le prendo, ma ora voglio tornare il corridore che sono sempre stato. Quest’anno al Giro ci sono arrivato dopo il Covid e mille altri problemi. Sapevo che non potevo fare classifica e lo avevo anche detto. Però sono riuscito a vincere una bella tappa e quasi a fare il bis sul Fedaia (è arrivato 3° a 37″ da Covi, ndr). Le tappe sono alla mia portata e sto lavorando per quello.

Ciccone ha già una bella gamba: la preparazione è ripresa già da tre settimane
Ciccone ha già una bella gamba: la preparazione è ripresa già da tre settimane
E’ stato difficile tenere a freno l’istinto?

Ho seguito tanti consigli e mi sono automaticamente adattato. Non è stato difficile, ma non lo è stato nemmeno tornare a quello che ero prima. Dal momento in cui ho deciso che dovevo tornare a divertirmi, mi sono divertito. Ho svoltato dopo la batosta del Blockhaus. Sapevo che rischiavo di saltare ed è successo proprio a casa mia. Però la cosa che mi è piaciuta di più è stata la mia reazione. Il mondo sembrava essermi caduto addosso, invece la sera del giorno di riposo mi sono fatto una bella mangiata di arrosticini con gli amici più stretti, abbiamo tirato una linea e siamo ripartiti. La chiave principale per il prossimo anno è essere super competitivo, limare tutti i dettagli possibili, lavorare tanto, divertirmi e far divertire. E’ quello che ho sempre fatto.

Le critiche non mancano, ti aspettavi un percorso diverso per la tua carriera?

Me l’aspettavo con meno intoppi, ecco. A me non piace trovare scuse e quindi non voglio aggrapparmi a questo, ma di sicuro il primo anno nel WorldTour è andato molto bene. Il 2020 era iniziato ancora meglio, pensavo di essere arrivato a un livello che poteva essere la mia linea, invece sono arrivati i problemi. Sono stato il primo o uno dei primi corridori ad avere il Covid. Ho avuto paura, perché comunque ero stato male e non sapevo esattamente cosa fosse. Adesso quando ti arriva un tampone positivo, sai che sei limitato e soprattutto non puoi farci niente. Se ti capita in un periodo sbagliato, non puoi cambiare le cose e la mia sfortuna è arrivata nel periodo sbagliato.

La proposta di matrimonio ad Annabruna sul palco di Lorenzo ad agosto (foto Jova Beach Party)
La proposta di matrimonio ad Annabruna sul palco di Lorenzo ad agosto (foto Jova Beach Party)
Per il tipo di corridore che sei, perché non puntare soprattutto a Tirreno e classiche?

Il livello adesso è così alto che azzardarsi a dire qualcosa, ti porta a sbilanciarti. Ho sempre detto che a me piacciono la Freccia e la Liegi, due gare che quest’anno vorrei fare veramente bene. E bisognerà essere pronti a partire già dalla Tirreno. E anche questa in effetti potrebbe essere un bell’obiettivo.

Proposta di matrimonio al Jova Beach Party.

In realtà ci pensavo da prima. Il mio sogno era farla a Parigi, sul podio dei Campi Elisi, perché fino a 2-3 giorni dalla fine ero in lotta per la maglia a pois. Però ovviamente non ci sono riuscito e avevo rimandato tutto a una grande occasione. Siccome al Giro avevo avuto i contatti con Jova e sapevo che lui faceva questo concerto in Abruzzo, mi sono detto che quella poteva essere la grande occasione. Lui si è divertito ancora più di me, l’abbiamo organizzato insieme. Sto diventando grande, la prossima settimana farò 28 anni. E la testa a posto penso di averla già messa da un pezzo.