Ciuccarelli ringrazia, prende le misure e ora vuole passare

02.07.2022
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Vi abbiamo raccontato pochi giorni fa del motivo che aveva spinto Savio ed Ellena a prendere Riccardo Ciuccarelli (foto Instagram di apertura). Appena ci si è presentata l’occasione abbiamo interpellato il diretto interessato, ed ecco le parole del giovane scalatore della Biesse Carrera.

«E’ stata un’intervista a sorpresa – sorride – ho letto le loro parole sul vostro sito il pomeriggio stesso. Sono sicuramente delle belle emozioni, sono frasi che a primo impatto mi danno tanta fiducia per quella che sarà la mia prima stagione da professionista».

Ciuccareli (il secondo da destra) insieme alla Biesse Carrera alla presentazione dei team al campionato italiano 2022
Ciuccareli (il secondo da destra) alla presentazione dei team al campionato italiano 2022
Ripartiamo dal Giro under 23, che corsa è stata?

L’anno scorso ero riuscito a vincere una tappa, ma non avevo fatto classifica. Quest’anno si era deciso di puntare a far il meglio possibile per la generale. Nel complesso è stato un Giro duro, non mi aspettavo di reggere il passo dei migliori, nel complesso sono andato bene, direi.

Hai avuto una giornata di difficoltà sul Mortirolo che ti ha un po’ frenato.

Quella era la tappa più dura, la più discussa. Stavo bene ma non mi aspettavo di reggere il passo dei migliori fino al Mortirolo, peccato per quel che è successo in discesa, quel colpo di freddo non ci voleva.

Sul Fauniera hai colto un buon nono posto.

Anche in quella tappa mi sentivo bene, potrei dire che nel complesso, senza il giorno nero del Mortirolo mi sarei potuto giocare un Giro. 

Per Riccardo molte più corse a tappe in questa stagione, fino ad ora ne ha corse tre, per abituarsi ai ritmi dei pro’
Per Riccardo molte più corse a tappe in questa stagione: già tre, per abituarsi ai ritmi dei pro’
La terza tappa, la più criticata, cosa ti ha lasciato?

Mah – pensa profondamente Riccardo prima di rispondere – direi che mi ha permesso di toccare il “fondo”. Ho imparato qualcosa, d’altronde non avevo mai fatto 6 ore di corsa, è qualcosa di nuovo per me, ma il prossimo anno sarà all’ordine del giorno. Una batosta del genere è meglio subirla da under che da professionista, anche perché qui ho perso tanti minuti, ma senza rischiare di andare a casa. Di là vai diretto a casa. 

Rimanere un anno in più alla Biesse ti ha permesso di maturare?

Il passaggio ai pro’ non sarà facile, vedremo. La decisione di rimanere un anno in più qui è stata pattuita tra tutti gli interessati. Fare ancora una stagione da under mi ha permesso di imparare ancora qualcosa e di crescere come corridore. Considerando che ci aspettiamo tutti anche una maturazione fisica. Come hanno detto Savio ed Ellena ho ancora margini di miglioramento e si lavorerà su quelli. Si è visto anche nella famosa tappa del Mortirolo vuol dire che c’è qualcosa da fare.

Ha contribuito a questa scelta anche il fatto che questo è solo il tuo secondo anno alla Biesse Carrera?

Sì, non ero abituato ad essere seguito con questa cura ed attenzione. Non avevamo ancora trovato l’equilibrio perfetto, come testimonia una prima parte di stagione un po’ sotto tono.

Una caduta ha interrotto il suo campionato italiano a pochi chilometri dal termine
Una caduta ha interrotto il suo campionato italiano a pochi chilometri dal termine
Avete iniziato già a pensare al prossimo anno?

In un certo modo di fare sì, abbiamo aggiunto molte più gare a tappe, il massimo possibile. Ho fatto la Coppi e Bartali, il Giro di Sicilia e il Giro under 23. Cercheremo di farne altre anche nella seconda parte di stagione, tra i pro’ ci sono tante gare a tappe e bisogna imparare a gestirsi.

Correre con i pro’ com’è stato?

La Coppi e Bartali abbastanza dura, visto che era la prima. Al Giro di Sicilia avevo trovato il mio ritmo ed una buona condizione, riuscivo a rimanere spesso con i migliori. Poi nella tappa dell’Etna ho un po’ accusato, ma è normale, basti vedere chi ha vinto, uno che l’anno scorso ha fatto secondo al Giro (Caruso, ndr). Correre accanto a questi campioni è bello, li vedi da vicino e puoi studiarli e capire come si muovono e cosa fanno in corsa. Torni a casa che ti sei confrontato con gente che va davvero forte e ciò aiuta.

E nel 2023 la Drone Hopper, che cosa ti passa per la testa?

Provo una grande gioia, ho fatto molti sacrifici per arrivare a questo livello. La Drone Hopper è un grande traguardo, è una squadra che mi piace molto, che sa distinguersi in tutte le gare che fa, anche al Giro d’Italia di quest’anno si sono fatti vedere tante volte. Sin da quando ero piccolo è uno dei team che ho sempre visto in TV e quindi poterci correre sarà sicuramente emozionante.