Chiara si trova in un bar vicino casa con tutta la famiglia, la tensione è percepibile, la Danimarca sembra avere la meglio sull’Italia, ma ecco che…
«Hanno vinto, hanno preso l’oro! Non ci credo, non posso crederci! Simo è campione olimpico!».
Papà Consonni stappa la bottiglia di champagne, il brindisi è per il figlio e per tutto il quartetto azzurro. Il cane Margi salta a destra e a sinistra.
Chiara, a cosa pensi?
Mi sarebbe piaciuto essere lì con lui, ma anche qua da casa penso che abbia sentito il mio calore (la voce trema dalla gioia e dall’emozione, ndr).
La vittoria di tuo fratello ripaga in qualche modo la tua assenza in queste Olimpiadi?
Assolutamente sì! Mi può star bene così e sono stracontenta. Simo se l’è meritato, una medaglia d’oro gli mancava (il sorriso di Chiara è più luminoso del solito, ndr). Stiamo parlando delle Olimpiadi, in pista, con il quartetto: non è da tutti. Agli europei e ai mondiali c’è sempre andato vicino, ma ha fatto solo buoni piazzamenti… Adesso tutto ha un sapore diverso. So bene quali siano i sacrifici che ha dovuto fare e sono molto orgogliosa di lui, come di tutti gli azzurri del resto!
Dicci la verità, anche tu per un momento hai pensato che non ce le facessero…
Sinceramente ero un po’ scettica, pensavo che non ce l’avrebbero fatta per davvero poco. La Danimarca ieri non ha finito bene la prova, quindi non avevo nemmeno un tempo di riferimento. E’ stata una battaglia fino all’ultimo, Pippo ha fatto un recupero negli ultimi due giri impressionante! Sono stati tutti fenomenali.
Cosa avrà pensato tuo fratello?
Secondo me non ci credeva nemmeno lui, ho visto la sua faccia in televisione… era sconvolto. Spero che si rendano presto conto di cosa hanno fatto e di quanto valgono.
Oltre ad essere una ciclista bella, simpatica e forte… adesso sei anche la sorella di un campione olimpico, ci pensi?
Madonna sì (ride, ndr), veramente! Hai ragione. Non vedo l’ora che Simo torni a casa per festeggiare con lui.
In un’intervista doppia di qualche mese fa i due, magnificamente opposti, raccontavano di come l’Olimpiade fosse un sogno sempre più concreto per Chiara e «l’atto finale di un libro che abbiamo iniziato a scrivere tanti anni fa» per Simone che sperava potesse diventare «la pagina più importante della mia vita e della mia carriera d’atleta». E così è stato.