Il bilancio di Lang, che lavora già al Tour de Pologne di domani

15.08.2025
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WIELICZKA (Polonia) – Terminato uno, ne ha iniziato subito un altro con in mezzo solo un giorno di apparente riposo. A ruota dell’82° Tour de Pologne maschile è scattato subito quello femminile, conclusosi ieri con la vittoria nella generale (e di due delle tre tappe) di Chiara Consonni. Per Czeslaw “Cesare” Lang questa prima metà di agosto è stata dedicata alle sue “creature” (in apertura foto Szymon Gruchalski).

Non è solo il presidente della sua società organizzatrice e il direttore della corsa, Lang è letteralmente un’icona nazionale. Quando si parla con l’ex argento olimpico di Mosca 1980 si viene travolti dalla sua passione per il ciclismo ed il suo Paese, che ha aiutato a far crescere in modo esponenziale negli ultimi decenni. E lui, di conseguenza, è acclamato dagli appassionati.

Quelli del Tour de Pologne diventano innanzitutto giorni di festa, oltre che una gara quasi sempre aperta fino in fondo. Rispetto al passato “Cesare” non pedala più prima delle tappe, ma si tiene in forma come nonno correndo appresso a Carolina, l’ultima nipotina arrivata e figlia di Agata e John Lelangue. Tuttavia fare un bilancio con lui è un passaggio irrinunciabile, perché non ha mai problemi e paure nel parlare.

Chiara Consonni ha conquistato 2 tappe e la generale del recente Tour de Pologne Women davanti a Zanetti e Schweinberger
Chiara Consonni ha conquistato 2 tappe e la generale del recente Tour de Pologne Women davanti a Zanetti e Schweinberger
E’ stato un Tour de Pologne incerto che si è deciso all’ultima tappa.

E’ stato molto interessante. La nostra gara ha questa caratteristica che va a scoprire tanti nuovi talenti. La gara resta aperta per tanti corridori che arrivano da noi con una bella condizione. Le grandi corse a tappe sono dedicate principalmente agli scalatori con squadre che lavorano solo per loro. Da noi invece c’è più libertà, ogni formazione ha più di una soluzione, più di un leader. E si finisce per lavorare per chi sta meglio nelle tappe finali. Grandi corridori come Kwiatkowski, Majka, Vingegaard, Almeida, Sagan, Evenepoel sono passati da noi che non erano ancora i campioni che sono poi diventati.

Bisogna essere bravi quindi a prevedere un certo tipo di corsa?

Avete visto che quest’anno abbiamo disegnato un percorso abbastanza duro in quasi tutte le tappe. Questo è dovuto anche al livello dei corridori che è molto alto. Pertanto devi inserire una cronometro individuale all’ultima tappa per definire la classifica. Però mi ha colpito in particolare un altro aspetto.

Quale?

La cosa che mi è piaciuta di più di questo Tour de Pologne è stato vedere ancora più pubblico sulle strade e nelle piazze di partenza o arrivo. Il doppio rispetto alle ultime edizioni. Al traguardo di Zakopane ad esempio c’è stata davvero tantissima affluenza. Si vede che in Polonia il ciclismo sta crescendo sempre di più.

Quanto di tutto questo è merito di Czeslaw “Cesare” Lang?

Non saprei (sorride, ndr). Quando negli anni ‘80 sono passato pro’ in Italia, qua in Polonia correvano solo contadini che portavano il latte sulla canna della bici per venderlo. Quando ho smesso di correre, sono stato il primo a portare la Mtb nel mio Paese aprendo un negozio in cui vendevo le bici di Ernesto Colnago. Nessuno conosceva quel tipo di bici, ma si sono subito appassionati e hanno iniziato a partecipare a gare di Mtb.

Czeslaw Lang abbraccia Rafal Majka che ha disputato il suo ultimo Tour de Pologne. L’atleta della UAE si ritirerà a fine stagione
Czeslaw Lang abbraccia Rafal Majka che ha disputato il suo ultimo Tour de Pologne. L’atleta della UAE si ritirerà a fine stagione
Senti di essere stato un riferimento anche a livello organizzativo?

Alcuni hanno preso spunto da me per organizzarle e si è creata una bella rete di eventi e organizzatori. Il ciclismo cresce se si fanno gare, anche le più piccole. Penso che questo ora sia un po’ il problema in Italia. Da dilettante ricordo che da voi c’era una corsa in ogni paese per qualsiasi categoria. Adesso le regole per gli organizzatori sono più dure e rigide: farle è un rischio, quindi nessuno vuole impegnarsi più. Una nazione come l’Italia che ama il ciclismo, credo che in generale stia iniziando a soffrire più del dovuto questa situazione di mancanza di gare. E’ come la mancanza di teatro per gli attori, ad iniziare da piccoli per far crescere altri.

Anche il Tour de Pologne Women ci è sembrato che sia cresciuto tanto già rispetto all’anno scorso?

Assolutamente sì. Ci siamo concessi solo un giorno di pausa per i trasferimenti tra la fine della gara maschile e l’inizio della femminile. Tutta la scenografia che si è vista per gli uomini l’abbiamo allestita anche per le donne. Abbiamo avuto due ore di diretta su Eurosport e su un altro canale sportivo polacco. Non poco, senza contare il buon livello qualitativo dei team al via. Quest’anno è stato senza dubbio un grosso sforzo fare i due Tour de Pologne attaccati, però così facendo abbiamo già avuto la conferma della crescita della corsa femminile.

Negli ultimi giorni è stato vostro ospite Francesco Moser. Rivedremo a breve le montagne trentine al Tour de Pologne come nelle prime due frazioni del 2013?

Fra tre anni faremo il centenario della nostra gara, nata appunto nel 1928. Fra tre anni però sarà anche anno olimpico e ne stiamo già parlando anche con la regione Trentino. Sapete che la promozione del territorio attraverso lo sport è molto valida. Prima di fare quelle due tappe dodici anni fa, i turisti polacchi erano al decimo posto in Trentino, ma solo dall’anno successivo i nostri viaggiatori avevano scalato moltissime posizioni. Ora il turismo polacco conosce bene Madonna di Campiglio o Lago di Garda e quei posti sono pieni di nostri connazionali. Conviene a tutti…

Cosa intendi?

Non solo alla regione, ma anche a noi organizzatori che porteremmo così nel disegno della corsa quelle montagne mitiche che in Polonia non abbiamo per la diversa morfologia del territorio. Daremmo qualcosa in più. Le grandi montagne che tutti si aspettano in una gara importante.

Sappiamo che sei sempre stato attento e meticoloso nello scegliere i percorsi delle tappe. Per l’anno prossimo hai già un’idea del tracciato?

Abbiamo l’intenzione di partire dal Mar Baltico, dobbiamo capire se Danzica o Gdynia (ultime apparizioni rispettivamente nel 2014 e 2004). Poi ad esempio ho visto che attorno a Bukowina c’è la possibilità di fare un circuito nuovo di una ventina di chilometri da ripetere 7/8 volte, con un arrivo inedito, quasi da campionato del mondo. Ho già visto le strade e ho tutto in testa. Aspetto ora le richieste delle città che vogliono essere sedi del Pologne poi vedremo. Abbiamo tanto da fare. Mentre gli altri riposeranno, io inizierò a girare per il Paese e trovare il nuovo percorso.