Se in Belgio la bicicletta è una religione, è pur vero che dietro la parte più passionale di questo sport si cela un’industria che offre lavoro, opportunità e sviluppa tecnologia.
La stragrande maggioranza dei progetti prendono forma nella Bike Valley di Paal, dove ha sede la Belgian Cycling Factory e dove un pool di aziende di provenienze differenti investono e creano.
Ridley punta dell’iceberg
Belgian Cycling Factory, ovvero il gruppo belga che parla la lingua della bicicletta e trova nella bici il suo core business. Il marchio più conosciuto, all’interno di questa grande famiglia è rappresentato da Ridley, ma ci sono anche brand come Eddy Merckx e 4ZA, Corsa e RES, quest’ultimo dedicato alla mobilità e-bike e urbana. Ma ci sono anche BCF, azienda di abbigliamento tecnico e non in ultimo il Wind Tunnel Bike Valley (foto Wim Mostmans in apertura), ovvero l’unica galleria del vento “low speed” sviluppata in maniera specifica per la bicicletta.
La più grande azienda familiare del mondo della bici
Belgian Cycling Factory prende vita nel 1997 e nell’era post Covid trova uno dei momenti di maggiore espansione. Da 100 dipendenti, passa a circa 130 (ma è tutt’ora in crescita) alla fine del 2022 e mantiene il quartier generale proprio in Belgio a Paal.
I frame kit vengono prodotti in Asia, ma c’è un ritorno alla produzione europea, grazie all’apertura (non di proprietà) di una fabbrica in Portogallo. L’ingegnerizzazione e la verniciatura però sono fatte totalmente in Belgio, con un dislocamento in Moldavia per la verniciatura. La parola ad Jochim Aerts, che ne è il CEO e il proprietario.
Jochim Aerts, CEO e fondatore
«Nell’era post Covid – racconta ancora Jochim Aerts – la Bike Valley e con lei la Belgian Cycling Factory sono state sottoposte ad una grande fase di innovazione. Dalle strutture, fino ad arrivare ai concept tecnologici che riguardano tutta la produzione, fino ad arrivare alle nostre ambizioni. Ci siamo ampliati e oggi, grazie ai due moderni building e una superficie produttiva di 17.000 metri quadri, siamo strutturati in modo adeguato.
«Quello che vogliamo fare è proporci come una vera e propria alternativa ai brand americani di riferimento e anche il ritorno di una produzione europea conferma questo intento. E poi siamo un gruppo che viene gestito in toto da una famiglia. Non è facile, ma questo fattore diventa un vantaggio nel momento in cui è necessario prendere delle decisioni ed è fondamentale farlo in tempi molto stretti.
«Prima dell’epoca Covid uscivano dalla fabbrica tra le 20.000 e 25.000 biciclette all’anno. In questo momento siamo intorno alle 30.000, ma l’obiettivo è di arrivare a 60.000. Qui in Belgio ad oggi siamo in grado di montare da zero 50 biciclette ogni ora. Non è un traguardo impossibile – continua Aerts – e fa parte di un processo di rinnovamento che coinvolge tutta la Belgian Cycling Factory. Abbiamo le capacità di farlo e di crescere ancora».
La prima galleria del vento per la bici
«Il know-how sul quale possiamo contare oggi – prosegue Jochim Aerts – non è comune. Lo dimostra la capacità di vendita e di personalizzazione, grazie ad un verniciatura interna all’azienda, un reparto che è in grado di affrontare anche un processo di customizzazione sempre più richiesto dalla clientela. Lo dimostra la galleria del vento che abbiamo creato, il primo completamente focalizzato sulla bicicletta e utilizzato anche da brand esterni alla Belgian Cycling Factory e che arrivano da oltreoceano. Pensando alle aziende che qui cercano delle risposte a me piace sempre dire: quello che tu puoi fare a casa tua, noi qui lo possiamo fare meglio».