Andrea Garosio ancora in gruppo. Da corridore a regolatore…

16.05.2025
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E’ successo tutto molto in fretta, quasi senza volerlo. Quando lo scorso novembre Andrea Garosio ha deciso di smettere con il ciclismo, la stagione era appena finita. L’idea di lasciare c’era da tempo, ma la conferma è arrivata dopo pochi giorni: «Avevo ancora una proposta da una squadra, ma poi non è andata. E ho deciso che era finita».

Dopo un inverno passato con il padre nell’impresa di famiglia e un po’ di indecisione su cosa fare da grande, Garosio è stato chiamato dalla RCS Sport: lo volevano al Giro d’Italia come regolatore. Era un pomeriggio di gennaio e il telefono ha squillato.

Una figura ibrida, a metà fra la direzione e la giuria, che si muove con la moto per garantire sicurezza e fluidità alla corsa. Lo abbiamo intercettato per capire meglio cosa significhi questo nuovo ruolo e cosa si nasconde dietro le quinte della corsa rosa.

Andrea Garosio è stato pro’ per 9 stagioni. Ha chiuso la carriera nel 2024 alla Polti-Kometa
Andrea Garosio è stato pro’ per 9 stagioni. Ha chiuso la carriera nel 2024 alla Polti-Kometa
Andrea, come sei arrivato a fare il regolatore?

Mi hanno chiamato da RCS Sport. Ero a lavoro con mio papà. In quel periodo andavo un po’ con lui perché volevo tenermi la possibilità di restare legato al ciclismo, quindi non mi ero ancora impegnato con nessuno. A casa abbiamo una piccola azienda edilizia. Avevo ricevuto alcune proposte, anche per lavori d’ufficio, ma non avevo deciso. Mi ha chiamato Barbin e mi ha detto che avrebbero voluto parlarmi. Quasi non ci credevo all’inizio. Poi mi hanno convocato, ho parlato direttamente con Mauro Vegni e Luca Papini. Mi hanno spiegato tutto e ho colto al volo l’occasione. In più avevo anche il corso da direttore sportivo di terzo livello. Insomma avevo i requisiti anche per l’UCI.

Quanto il to passato da corridore, fresco ex corridore, ti ha aiutato per fare il regolatore?

Molto. Aver corso tanti anni aiuta: conosci le dinamiche, capisci la corsa. Quando vedi il profilo della tappa sai già che tipo di giornata sarà. Poi durante la corsa, essendo vicino al gruppo, sai se stanno accelerando, se c’è vento, se è un momento di stress. In discesa, per esempio, sai se conviene allungare un attimo per dare spazio, oppure se puoi stare più vicino. Insomma, sei in mezzo alla corsa. Ti muovi come un corridore, anche se sei in moto. Capisci le intenzioni del gruppo e ti adatti.

Ma concretamente, cosa fa un regolatore?

Regola tutto quello che riguarda i mezzi in corsa. Dalla gestione dei fotografi, che devono sapere quando possono avvicinarsi ai corridori, alla sicurezza degli atleti che si staccano, posizionando le staffette o la polizia per ogni gruppetto. Poi se c’è un ostacolo a terra che non è stato segnalato, puoi metterti davanti al gruppo e indicare la direzione. Quando c’è una caduta, devi far defluire il traffico, assicurarti che arrivino i medici e l’ambulanza. Se c’è un rientro dopo una foratura o un incidente meccanico, devi gestirlo. Sono tante piccole cose che non si vedono, ma fanno parte del lavoro quotidiano.

Ieri un bel da fare per Garosio e colleghi nelle fasi della neutralizzazione…
Ieri un bel da fare per Garosio e colleghi nelle fasi della neutralizzazione…
A livello tecnico, con quante radio sei collegato?

Due. Una è quella nostra, interna alla direzione. L’altra è il radiocorsa, quella di tutti: ammiraglie, direzione, giuria. Noi della direzione abbiamo un canale nostro in cui ci coordiniamo su tutto: eventuali pericoli, decisioni da prendere, posizionamenti.

C’è stato un momento difficile, oltre alla maxi caduta di ieri che però con la neutralizzazione tutto sommato è stata poi “facile”?

Il circuito di Lecce per esempio. C’erano due strettoie e l’ho segnalato subito, ero davanti e ho sentito anche le lamentele. Se fossi stato ancora un corridore, avrei pensato che fosse un punto pericoloso, invece da regolatore lo valuti diversamente. Per me il circuito era bello. Le strettoie c’erano, ma non erano impossibili da affrontare.

E’ più complicato stare davanti o dietro al gruppo?

Davanti è più complicato per l’attenzione. Devi essere preciso, non intralciare, leggere bene la discesa. C’è un lavoro più attivo. Chi scatta e chi chiude. Dietro invece c’è più da fare in generale, perché se qualcuno si stacca lo devi seguire, mettere in sicurezza. Ma se non ci sono corridori staccati, dietro è più tranquillo. Davanti hai più responsabilità, soprattutto nei momenti chiave.

Quando sei dietro però, i corridori non ci sono più…

Solo se non si staccano. Se invece ci sono corridori in difficoltà, devi seguirli, assicurarti che ci siano le staffette, vedere se rientrano. Però è più semplice da gestire: sono pochi, li conosci, sanno come muoversi. Davanti invece hai la responsabilità di non intralciare nessuno, di vedere tutto prima che accada.

Dalla tv non si vede ma in corsa c’è sempre un bel caos di mezzi al seguito. Il regolatore come Garosio ha il compito di gestire questo traffico
Dalla tv non si vede ma in corsa c’è sempre un bel caos di mezzi al seguito. Il regolatore come Garosio ha il compito di gestire questo traffico
Andrea da ex corridore: chi ti ha impressionato sin qui?

Sicuramente Pedersen. E’ fortissimo e mi ha stupito soprattutto nella crono di Tirana. Incredibile davvero. Poi vedo molto bene Roglic: mi sembra in forma. Ayuso invece si sta nascondendo tanto. Entrambi però hanno squadre fortissime. Sarà una bella sfida fino alla fine.

Il tuo ex compagno Piganzoli?

Ci ho parlato in questi giorni con “Piga”, lo vedo tranquillo. Secondo me ha preso tanta fiducia lo scorso anno dopo il Giro dell’Emilia dell’anno scorso. Ha valori buoni, va forte, gli auguro davvero di fare un bel Giro. Siamo amici, siamo stati compagni di camera tante volte, lo conosco bene. Anche Pellizzari mi ha sorpreso, soprattutto nella crono. Non era una prova semplice: strade larghe, ritmi alti, eppure è andato forte. Lui però ha un capitano importante (Roglic, ndr)… vedremo. Ma se va forte a crono, vuol dire che sta bene.

Speriamo bene per entrambi: due italiani davanti fanno bene a tutto il movimento…

Assolutamente. E io tifo per loro. Li conosco entrambi, anche se con Piga ho più confidenza visto che spesso è stato anche mio compagno di stanza. Sono ragazzi giovani, motivati, stanno bene. Spero vivamente che riescano a lasciare il segno.