«Dall’area scientifica all’applicazione pratica, il passo è breve…». Potrebbe sintetizzarsi così lo spirito che letteralmente muove la visione di MagneticDays, il brand toscano conosciuto per aver ideato e introdotto sul mercato il rivoluzionario trainer JARVIS. In realtà, gli stessi tecnici MagneticDays definiscono JARVIS non un semplice rullo, bensì un vero e proprio strumento a supporto della ricerca scientifica applicata al ciclismo.
«La nostra idea di rullo – ribattono sempre volentieri dalla sede toscana di MD – è sempre stata quella di creare un vero e proprio laboratorio scientifico che permettesse di spaziare dall’allenamento personalizzato alla ricerca».
Gli studi universitari
E proprio considerando quest’ultimo ambito, non passa inosservato l’impiego del JARVIS in questi anni da parte di diversi gruppi di ricerca universitari italiani. L’ultimo lavoro in ordine di tempo è quello apparso appena qualche giorno fa sull’ultimo numero della rivista americana “The Journal of Strength and Conditioning Research” (JSCR), pubblicato da un gruppo di ricerca che ha visto coinvolti l’Università di Brescia, il centro di ricerca Eurac di Bolzano, il Marathon Sport & Medical Center di Brescia e l’Università Telematica San Raffaele di Roma.
Test FTP a confronto
Partendo dal presupposto che le prestazioni nelle gare ciclistiche di lunga durata possono essere valutate con diversi parametri derivanti da analisi in laboratorio e su strada, lo studio (dal titolo “Functional Threshold Power Field Test Exceeds Laboratory Performance in Junior Road Cyclists”) ha messo a confronto i risultati dei test di valutazione della potenza di soglia (FTP) in indoor con quelli in outdoor, prendendo come riferimento un campione di giovani ciclisti su strada dell’età media di 17 anni. Una squadra di giovani ciclisti su strada ha eseguito un test incrementale indoor sui rulli JARVIS di MagneticDays, per determinare i parametri fisiologici e prove indoor a potenza costante. Inoltre, entro i 15 giorni successivi, sono stati svolti anche test all’aperto della durata di 20 minuti, su una salita di 7 chilometri con pendenza dal 5.4% al 6,7%, e ad almeno 24 ore di distanza dalla rilevazione in indoor.
Nonostante l’utilizzo diffuso tra ciclisti professionisti e dilettanti, non è ancora chiara la relazione tra l’FTP e i confini tradizionali dell’intensità dell’esercizio. Questo studio è stato uno dei pochi a valutare la FTP sul campo, nonché il primissimo a coinvolgere giovani ciclisti su strada su una notevole pendenza in salita.
Evoluzione continua
«Da questo studio – ha commentato Luca Bianchini, coach MagneticDays – si evince che la potenza rilevata in laboratorio e quella sulla strada sono diverse. Parliamo di una differenza di circa il 14% di potenza. Come riportato nello studio, infatti, i fattori ambientali sono quelli che incidono maggiormente sulla comparazione dei test indoor e outdoor. Il motivo per cui preferiamo fare i test in indoor è perché ci sono meno fattori di disturbo durante l’esecuzione. In outdoor ogni girono è diverso da quello successivo, non tanto per il percorso, ma per le condizioni ambientali. Il motivo per cui si testa in laboratorio è perché ci sono solo le variabili individuali a modificare l’esito del test. I coach MagneticDays considerano sempre queste variabili, e con l’utilizzo del JARVIS riusciamo ancor di più a limitarle.
«Si tratta – riprende – di uno strumento che ci garantisce la stessa misurazione nel tempo, utilizzando sempre il medesimo protocollo. Di conseguenza, la comparazione dei dati ha una altissima accuratezza e affidabilità. Ovviamente dobbiamo avere anche dei parametri outdoor per poter comprendere appieno le caratteristiche dell’atleta, attraverso l’analisi dei sui allenamenti all’aperto. La continua interazione tra esperienza e scienza permette al JARVIS di evolversi ancora di più e in maniera potenzialmente infinita. Con ciò la metodologia di allenamento diventa sempre più personalizzata e, soprattutto, permette un miglioramento continuo dei nostri atleti».