Amore&Vita 2021

Amore&Vita, per Fanini un futuro in Vaticano?

10.12.2021
5 min
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L’Amore&Vita è il più antico team professionistico al mondo: la sua fondazione risale al 1989 (ma già da 5 anni c’era un Team Fanini), la Cofidis seconda in questa speciale classifica ha 13 anni di meno. Le radici però affondano ben più lontano, al 1948 quando il padre di Ivano Fanini fondò la sua squadra di ciclismo in Toscana. Attraverso il corso dei decenni Ivano ha visto il ciclismo evolversi e accusare gravi battute d’arresto, ha pianto tragedie familiari (la mai troppo compianta Michela, sua nipote vincitrice di Giro d’Italia e medaglie mondiali) fino ai giorni nostri.

Il team è ancora lì, fra le Continental dopo un passato nella “serie A” del ciclismo professionistico e considerando tutto quel che è successo ci si chiede come abbia fatto, anche perché considerarla una squadra italiana è per certi versi difficile, visto che nel corso degli anni è stata registrata, pur sempre con gestione italiana, con licenze appartenenti a ben 13 Paesi diversi per diffondere il nostro messaggio mondiale, ultimo l’Ucraina nel 2021: «Nel 2022 conto di poter affiliare la squadra in Vaticano: ora che la Federazione Vaticana è affiliata all’Uci sarebbe un colpo importante. Sono anche in contatto con la Banca Vaticana per avere la sponsorizzazione, ma finché l’operazione di affiliazione non va in porto, dovremo sospendere l’attività. Posso anche fermarmi finché non ci riuscirò, tanto quel record non me lo toglie nessuno, come neanche i 12 titoli mondiali e 69 nazionali. Resteranno comunque le nostre squadre nelle altre categorie, fino ai bambini».

Fanini Martinez
Ivano Fanini con Miguel Martinez, uno dei tanti campioni passati attraverso i suoi team
Fanini Martinez
Ivano Fanini con Miguel Martinez, uno dei tanti campioni passati attraverso i suoi team

Solo spese per le Continental…

Fanini, 70 anni suonati ma l’entusiasmo di un ragazzino, vuole assolutamente mantenere annodato quel cordone con il ciclismo agonistico, anche se rimpiange un po’ il passato: «Quando sono entrato in quest’attività c’era più divertimento e umanità, ora il tempo corre via. Si viaggiava in macchina, ora con i pullman i corridori appena finita la gara spariscono. Da quando sono entrati i soldi degli sceicchi tutto è cambiato, ma non so dire se in meglio. Per noi no…».

Quando dice noi, Fanini intende chi vive una realtà di un team Continental con tutte le difficoltà del caso: «A noi fanno pagare anche l’aria. Solo la RCS ha offerto l’ospitalità al Giro di Sicilia e Pozzato nelle sue prove venete. Gli altri ti fanno pagare tutto e questo proprio non lo capisco. Gli organizzatori sanno che realtà sono quelle delle licenze Continental, eppure vedi che alle Professional pagano tutto, noi abbiamo addosso tutte le spese. Dovrebbe essere il contrario, viste le entrate…».

La domanda a questo punto esce fuori quasi senza volerlo: ma chi glielo fa fare? «Il ciclismo è nel mio DNA, non è facile smettere. E’ chiaro però che questa volta è difficile, molto difficile. Se le cose non andassero in porto mi fermo». E’ chiaro che questa situazione non aiuta chi è protagonista in prima persona, i corridori: «Ne avremmo sotto contratto 16: 5 italiani, 5 polacchi e altri di altre nazioni, ma molto dipende dalla licenza: quando ci siamo registrati in Ucraina dovevamo avere un numero di corridori locali perché il regolamento lo richiede, dovremo quindi vedere registrando la squadra in Vaticano che cosa ci dirà l’Uci».

Appollonio 2021
Davide Appollonio, uno degli 8 italiani facenti parte del team nel 2021. La quota italiana dovrebbe diminuire nel 2022
Appollonio 2021
Davide Appollonio, uno degli 8 italiani facenti parte del team nel 2021

Un calendario da ripensare

Se per le Continental la situazione è così difficile, chi dovrebbe metterci mano? «Certamente non la Fci, che ha già tante gatte da pelare e che gode dei successi che gli porta Marco Villa, corridore che considero un mio figlioccio, se si pensa che lo presi quando non trovava squadra e con me vinse un mondiale su pista e su strada superò gente come Freuler e Zabel… Tornando al discorso sulle Continental, sono gli organizzatori che dovrebbero trovare il modo di venire incontro alle nostre esigenze, sicuramente si dovrebbe ripensare tutto il calendario dell’attività, considerando anche i diritti televisivi che dovrebbero andare a finanziare i team».

In questo ciclismo, Fanini galleggia quasi come una vestigia del passato: «Ormai questo mondo consuma tutto a velocità stratosferiche, i procuratori lo stanno cambiando, cercano talenti sempre più giovani pensando che il talento sia dappertutto, vanno piazzando corridori nei vari team e ne buttano via altri, anche di più. Ma il ciclismo non è solo quello WorldTour, quello dei budget da 30 milioni di euro: con quei soldi sono bravi tutti, chissà che potrei fare io con una somma simile, quante classiche o grandi giri vincerei…».

Fanini Papa
Fanini portò Eddy Merckx in udienza da Papa Giovanni Paolo II insieme a tutta la squadra
Fanini Papa
Fanini portò Eddy Merckx in udienza da Papa Giovanni Paolo II insieme a tutta la squadra

Speciale rapporto con il Papa

Chi sarà il prossimo sponsor? «Questo è un altro bel problema: chi accetta di essere posto come secondo nome? Amore&Vita non si tocca, me lo suggerì Papa Giovanni Paolo II e non ho mai voluto cambiare perché sono le due parole più belle, hanno un significato che per me va oltre qualsiasi cosa. Anche per questo spero che il discorso in Vaticano vada in porto, chiuderebbe un cerchio».

Parlando con Fanini le ore scorrerebbero come minuti, tra i campioni che sono passati sotto di lui (da Sorensen a Cipollini, con lui da quand’era bambino fino ai 19 anni, da Bartoli fino a Michael Woods). Oppure ricordando come i nomi delle sue squadre abbiano anche scatenato discussioni accese, battaglie come quella sull’aborto che gli costarono contestazioni molto pesanti e conseguentemente contratti di sponsorizzazione. Eppure è ancora qui, a concordare le divise per il prossimo anno in attesa che gli venga fissato l’appuntamento decisivo.