Dopo la scuola di Tokyo, Consonni non ha più paura

03.12.2021
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Con l’addio di Elia Viviani il team Cofidis ha deciso di puntare su Simone Consonni, il “pesce pilota” che ha sempre scortato il velocista veneto in questi due anni. Ventisette anni compiuti da poco, il bergamasco sarà il nuovo uomo di punta della squadra francese. Un ruolo che è arrivato a ricoprire dopo anni di gavetta e di esperienza in gruppo, prima con la maglia dell’UAE Team Emirates e poi della squadra francese.

L’Olimpiade di Tokyo e poi i mondiali di Roubaix lo hanno incoronato definitivamente per quanto riguarda il parquet. Ora Simone cerca di ritagliarsi un posto tra i grandi anche su strada e lo farà dal 2022.

Simone Consonni dovrà prendere le misure con il suo nuovo ruolo in squadra
Consonni dovrà adattarsi al nuovo ruolo
Ciao Simone, intanto come stai?

Bene, giro come una trottola: eventi, premiazioni… Sono più incasinato adesso di quando corro in bici. Almeno quando corro devo concentrarmi solo su quello, ora invece sono sballottato ovunque.

Eventi doverosi per chi vince.

Sì sì, per questo non mi lamento. Diciamo che sono contento di essere così richiesto.

Dopo l’addio di Elia Viviani sarai tu la punta della Cofidis, com’è arrivata questa decisione?

Al Giro d’Italia andavo forte e la squadra aveva iniziato a parlarmi di rinnovo, mi sono confrontato con Elia e lui mi ha detto: «Se la squadra vuole puntare su di te, è giusto che ti prendi la tua occasione».

Elia Viviani, SImone Consonni, mondiali Berlino 2020
Elia Viviani e Simone Consonni hanno corso insieme anche su pista nella madison. Qui ai mondiali di Berlino 2020
Elia Viviani, SImone Consonni, mondiali Berlino 2020
Elia Viviani, Simone Consonni, mondiali Berlino 2020
Come sono stati questi due anni al suo fianco?

Non si è vinto quanto si sperava, questo non si può nascondere. Nell’ultima parte di stagione, dopo le Olimpiadi, avevamo iniziato a trovare un equilibrio e un’intesa.

In questi due anni sei stato sempre al suo fianco, era un ruolo che ti piaceva?

Personalmente sì, devo essere onesto. Con Elia sono stati due anni bellissimi dal punto di vista umano, con un rapporto che è continuato anche su pista. Fare l’ultimo uomo mi piaceva, Elia è esigente ma sempre gentile e disponibile.

Ora passi dall’altra parte, le aspettative sono alte, ti senti pronto?

Guarda, se sono sopravvissuto al mese di Tokyo – dice ridendo – posso sopravvivere a tutto. E’ un ruolo nuovo ma che mi sono meritato. E’ l’età giusta per mettersi in proprio, a 27 anni si sono allineati i tasselli e sono pronto per questa nuova esperienza.

I successi su pista quanto ti hanno fatto maturare?

L’Olimpiade come responsabilità e tensione mi ha fatto fare il salto di mentalità. Lì è il cronometro che conta e lui non mente mai…

Per Simone Consonni quest’anno gli impegni su strada aumenteranno per provare a fare il salto di qualtà
Simone Consonni questa stagione aumenterà i giorni di gara su strada
Che stagione sarà?

L’obiettivo realistico è quello di trovare il feeling con la vittoria, cosa che non ho su strada, avendo vinto una sola corsa in cinque anni. Partirò dalle cosiddette gare minori (esordio il primo febbraio al Saudi Tour) anche se il parterre ormai è di primo livello ovunque.

Per le gare WorldTour hai qualche focus?

Sicuramente il grande evento su cui punterò è il Giro d’Italia. Nella prima parte di stagione correrò la Milano-Sanremo, il Fiandre e la Tirreno-Adriatico.

In pista hai trovato la tua disciplina, su strada hai dei percorsi su cui pensi di far bene?

Non sono il classico velocista di pura potenza, mi piacciono gli arrivi mossi, come quello di Stradella al Giro del 2021 dove sono arrivato secondo (foto di apertura). In quel caso sono partito ai 600 metri per prendermi la seconda piazza.

Qual è la cosa che cambierà di più?

Sarà tutto diverso, prima partivo per fare una volata con picchi di potenza minori e più costanti e alla fine, ai 150 metri mi fermavo. Ora devo cambiare mood. Una cosa che mi ha sempre fatto arrabbiare era chi mi diceva: «Già che sei in gruppo perché non fai le volate?». C’è un’enorme differenza tra vincere e far vincere.

Simone non vuole comunque rinunciare alla pista soprattutto quest’anno che correrà da campione olimpico e iridato
Simone non vuole comunque rinunciare alla pista
Cosa ha spinto la Cofidis a credere che tu possa saper vincere?

La mia crescita e il fatto che in questi due anni comunque sono sempre stato costante. E’ una scommessa sia per loro che per me, hanno dato fiducia ad un buon corridore che con l’impegno e la passione è arrivato ad alti livelli. Non ho il motore dei fuoriclasse e dei giovani campioni emergenti, non mi monto la testa, ma so che valgo ed è giunto il momento di provarci.

Per questi obiettivi però dovrai trascorrere più tempo con la squadra ma senza trascurare la pista.

Non essendoci le Olimpiadi come quest’anno avrò meno giorni di corsa con la nazionale. Infatti la prima parte di stagione farò solamente un mini ritiro a fine anno. Con la squadra da qui all’inizio delle corse faremo due ritiri: il primo dal 9 al 17 dicembre in Spagna, il secondo dal 7 al 20 gennaio sempre in Spagna.

Dal punto di vista della personalità e del carisma ti senti pronto?

Ho l’età giusta per prendermi le mie responsabilità, anche quando ero in UAE mi era stato dato dello spazio, ma non ero pronto. Come personalità direi che il banco di prova dell’Olimpiade basta e avanza, ho fatto il mio mese di prova come detto prima.

Non resta allora che augurarti buona fortuna, ci vedremo alle corse…

Grazie, a presto!