Comincia tutto il 27 agosto. Davide Cassani si presenta davanti a Marco Selleri, lo guarda e spara.
Cosa facciamo col mondiale?
Vai pure avanti!
L’assenso di Selleri era ciò che mancava, il piano Imola 2020 si mette in moto. Di lì a dieci giorni l’Uci annuncerà la cancellazione dei mondiali di Martigny, ma che qualcosa non andasse si era capito da un pezzo. L’Autodromo Enzo Ferrari ha già ospitato Extra Giro, l’insieme delle manifestazioni messe in strada a fine luglio dalla Nuova Placci Srl di Marco Selleri e Marco Pavarini, che sta ora lavorando al Giro d’Italia U23. L’ipotesi di organizzare un mondiale gli sembra enorme, ma Selleri è uomo concreto e accetta la sfida. Ma chi è questo romagnolo così schietto e cocciuto?
Prendiamo un caffè, ti va? Così ci spieghi questa stagione straordinaria…
Un caffè ci vuole proprio. Stagione dovuta al Covid, ovviamente inaspettato. Come inaspettata e coraggiosa è stata la ripartenza a luglio. Mi è entrato in testa il motto dei bergamaschi “mola mia” e ho scelto di non mollare. E’ stato importante per il territorio, per rivitalizzare le strutture ricettive ed è diventato uno stimolo eccezionale.
Perché proprio tu?
Qualcuno doveva fare qualcosa, destinare nel modo giusto la dose di follia. E’ il destino della grande passione, ma accettare la sfida iridata con venti giorni di preavviso è stato un bell’azzardo.
Che cosa hai fatto appena hai saputo?
Sono andato da Nino Ceroni, che ormai ha 93 anni e organizzò il mondiale di Imola 1968 vinto da Vittorio Adorni. Ci siamo confrontati e mi ha dato delle ottime idee. L’autodromo può diventare una palestra di ciclismo.
Una sfida che arriva a capo di un periodo tirato.
Abbiamo cancellato il Giro di Romagna per difficoltà amministrative. Abbiamo spostato il Giro d’Italia ed è servito tanto lavoro, dal rivedere il percorso al ridurre il numero delle tappe. Ma non potevamo mollarlo. Non ho avuto paura che saltasse e neppure di andare in sovrapposizione con il Coppi e Bartali e il Tour de France, che anzi ci ha garantito una bella finestra durante la diretta. Siamo una bella squadra e anche Pavarini, che fino a pochi anni fa non sapeva nulla di ciclismo, ora è insaziabile.
Siete una bella coppia…
Non siamo accentratori, altrimenti non gli avrei neppure permesso di entrare in società. E’ una delle risorse che permettono al nostro mondo di crescere. E il bello è che da tutto ciò nessuno si mette in tasca un euro.
Nuove risorse e nuove aperture, come quella dei cronometristi.
Esatto, non ci serviamo della federazione cronometristi, ma abbiamo tirato dentro gli amici di MySdam, che vengono dal mondo delle Gran Fondo. Magari qualcosa non gira ancora alla perfezione, ma abbiamo tecnologie e transponder che ci permettono di tenere sotto controllo la corsa nei tablet lungo tutto il percorso.
Voglia di futuro o risposta a precise necessità?
Il futuro è aprire strade diverse dalle solite. Il Giro d’Italia U23 deve essere un laboratorio di innovazioni e forse per questo l’Uci ci ha autorizzato i tablet, ma anche la crono Real Time di due anni fa.
Quando avete cominciato a lavorare su Imola 2020?
Nel momento in cui il Giro d’Italia U23 è partito. La prima regola che ho imposto è stato chiudere la porta in faccia ai raccomandati, perché gli inserimenti per amicizia sono uno dei mali del ciclismo.
Come hanno risposto i volontari che ogni anno tengono in piedi il Giro dei giovani?
Intanto ho comunicato loro che avrebbero fatto parte della macchina organizzativa di Imola e sono stati tutti contenti, motociclisti compresi.
Tua moglie Fosca non si lagna mai di tanto lavoro?
Lei e i miei figli sono contenti. Ho una donna che è come me, mai un problema, forse per essere guarita da un tumore tanti anni fa. Le cose importanti della vita sono altre, ci sono dei valori forti dai quali non mi scosto e anche per questo non sopporto le raccomandazioni. Per il resto, non è tanto difficile dire chi sia Marco Selleri. Ho 61 anni, sono andato in pensione, vorrei fare tutto, ma devo stare attento a non caricarmi troppo. Spero si torni presto alla normalità. E spero fra un po’ di poter andare un po’ in vacanza…