Conosciamo tutti Scicon come specialisti nella produzione di borse da viaggio per trasportare in tutta comodità le bici. Claudio Fantin (in apertura con i corridori della UAE), dopo trent’anni in questo mondo e dopo aver fatto diventare Scicon una delle aziende leader in questo campo, ha deciso di spostarsi sulla produzione di occhiali. Una scelta coraggiosa avvenuta nel 2018 e che dopo un paio d’anni di progresso e sviluppo, sempre sotto il suo controllo attento, è approdata nel WorldTour. Scicon, nel 2020, ha iniziato a fornire occhiali a tre team: Ntt Pro Cycling Team (ora Qhubeka Next Hash), Israel Start-Up Nation e UAE Tam Emirates.


Claudio, quando è nato il primo occhiale Scicon?
A Montecarlo, quando la principessa Charlene mi chiese di fare un’occhiale per un evento water bike che da Nizza avrebbe portato i partecipanti fino al Principato. Così un po’ casualmente nacque l’idea di un primo occhiale e sull’onda dell’entusiasmo ci siamo lanciati in questo mondo.
Come avete fatto a fornire fin da subito team così importanti?
Con il team UAE grazie alla fiducia ricevuta da Giannetti, mentre avevamo già una collaborazione con NTT e Israel ad inizio 2020. Con NTT abbiamo vinto europeo e campionato italiano con Nizzolo, la nostra stagione era già iniziata alla grande…
Poi il Tour con Pogacar
Quello non me lo aspettavo, è stato tutto perfetto. Ad inizio Tour alla squadra fornivamo solo tre pezzi del nostro nuovo modello, Aeroshade e li avevamo dati a Kristoff, Formolo e Pogacar. Poi a Nizza, Kristoff ha vinto la volata e si è preso la maglia gialla… Lì mi sono detto: «Basta, posso chiudere l’album delle fotografie». Invece Tadej ci ha regalato il trionfo finale. Devo ammettere di essermi commosso in quel caso, è stato un tripudio di emozioni.
Come partite per lo sviluppo di un modello?
Ti faccio l’esempio più recente: l’occhiale con cui Pogacar ha vinto il Lombardia è il prototipo di un nuovo modello. Si parte dal farlo provare al corridore in un momento di incontro, non per forza programmato, in quel caso fu a Trento per glil europei. Tadej ci ha dato dei primi feedback e abbiamo lavorato su quelli. Poi ci siamo rivisti a Leuven, ai mondiali, e abbiamo fatto la stessa cosa. Così infine al Lombardia ci ha potuto correre la prima volta.
Per il bis al Tour de France 2021 Scicon ha personalizzato l’occhiale “Aerowing” con i colori delle tre maglie Al Giro di Lombardia vinto, Tadej ha testato un nuovo prodotto portandolo subito alla vittoria
Per il bis al Tour de France 2021 Scicon ha personalizzato l’occhiale “Aerowing” con i colori delle tre maglie Al Giro di Lombardia vinto, Tadej ha testato un nuovo prodotto portandolo subito alla vittoria
Quante prove su strada si fanno prima di andare in corsa?
I corridori sono persone molto curiose e l’allenamento lo prendono come un momento in cui testare dei nuovi prodotti. Già dalle prime uscite prendono le misure e ci danno spunti su cui lavorare. La gara però è il banco di prova finale, se un corridore vince vuol dire che hai lavorato bene, perché tutti i dettagli contribuiscono alla vittoria finale.
Insomma, si parte da lontano
Si parte da lontano e dall’estetica. Il modo in cui il corridore si vede con quegli occhiali addosso è molto importante, quasi quanto la tecnica. Per noi i feedback fondamentali non sono quelli presi singolarmente, ma quelli durante i momenti conviviali. Mentre i corridori parlano tra di loro, magari davanti ad una pizza, dicono delle cose che tu devi essere bravo a captare.
Non tutti i corridori però hanno le stesse esigenze.
No, sono molto diversi. Per esempio Froome è uno molto tecnico ed attento al dettaglio. Per lui si fanno modifiche dettagliate. Si parla di ultra-racing, ovvero modifiche che non si commercializzano. I corridori hanno fisionomie differenti e in questo caso si cerca di rendere il prodotto “elastico”, cioè indossabile da tutti. Ascoltando le esigenze di un corridore soltanto, si renderebbe indossabile l’occhiale per uno, sta a noi creare un modello polivalente.
I “rifornimenti” come si organizzano?
Andiamo ai training camp ad inizio stagione e facciamo delle visite oculistiche a tutta la squadra ed allo staff perché forniamo occhiali a tutti. In un team si contano 120 persone compresi i corridori. Siamo soliti portare un ottico a questi incontri per fare visite e capire quante montature da vista servono o come lavorare con gli occhiali da corsa.


Tanto lavoro…
Siamo sempre a mille all’ora ma funziona così se vuoi restare ai massimi livelli.
Quali sono i corridori più “complicati”?
Quelli che sono obbligati ad indossare lenti a contatto in corsa hanno delle esigenze diverse. Tendenzialmente un corridore cerca di non indossarle, ma non sempre è possibile e in quel caso interveniamo noi. Il vero problema di chi indossa le lenti da vista è che dopo 6-7 ore si seccano. In quel caso si fanno delle lenti racing più grandi ma si alza il rischio di appannarle e così si mettono delle aperture sulle bacchette…



