Un giorno da Balsamo sulla strada per l’Inferno

Giada Gambino
04.10.2021
3 min
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Elisa guarda la sua maglia e la sua bici iridata prima di andare a letto. Le brillano gli occhi, hanno una luce particolare dettata, forse, dal fatto che al momento (in apertura, Balsamo nella foto ASO/F. Boukla) è la ciclista più forte al mondo…

«La sera prima della mia Parigi-Roubaix ero abbastanza serena, non mi sentivo particolarmente stressata o con qualche responsabilità di troppo. Volevo solo divertirmi e onorare la maglia».

Pochi problemi sul pavé asciutto, poi è cominciato l’Inferno
Pochi problemi sul pavé asciutto, poi è cominciato l’Inferno

Inizia la corsa, ma il terreno sembra quasi diverso da quello di due giorni prima. 

«Quando abbiamo fatto la ricognizione, la strada era asciutta e sembrava già difficile in quel modo, ma tutta bagnata e piena di fango mi sembrava quasi impossibile. Il pavé è diverso rispetto a quello a cui sono abituata ad esempio al Giro delle Fiandre. Questo è più alto, più scivoloso, mette un po’ più in difficoltà. Sicuramente, però, le persone a bordo strada che mi incitavano davano tanto morale. Mi emozionava, mi sentivo parte integrante della storia».

Al via con il numero uno. Alla sua destra Vittoria Guazzini, caduta e finita all’ospedale
Al via con il numero uno. Alla sua destra Vittoria Guazzini, caduta e finita all’ospedale

Ad un certo punto cade Vittoria Guazzini… 

«Ho avuto paura, tanta. Ho visto che si era fatta seriamente male e non è stata una bella scena. In alcune zone c’erano delle pozzanghere di fango molto grandi ed era lì che si perdeva maggiormente l’equilibrio».

Elisa abbassa un attimo lo sguardo e osserva la sua bici. 

«Non è stata la miglior gara per inaugurare maglia e bici nuove e bianche (ride, ndr). Però ha avuto il suo fascino fare la prima Parigi-Roubaix come prima competizione in maglia iridata. Un sogno, non l’avrei mai immaginato possibile!».

Anche per Elisa qualche scivolata senza conseguenze sul fango della Roubaix (foto ASO / F. Boukla)
Anche per Elisa qualche scivolata senza conseguenze sul fango della Roubaix (foto ASO / F. Boukla)

Negli spogliatoi del magico velodromo di Roubaix la Balsamo è ricoperta di fango dalla testa ai piedi, con difficoltà si intravede l’iride sulla sua maglia, eppure sorride… 

«E’ stato divertente, è stato leggendario, è stato unico. Sinceramente spero solo che nei prossimi anni non piova più (ride, ndr). Il prossimo anno la rifarei? Non so, adesso non voglio pensarci, un Inferno all’anno è già tanto. Sicuramente… se non dovesse piovere sarebbe meglio!».

Raggiunto il velodromo di Roubaix: strana sensazione per Balsamo, vera “star” della pista
Raggiunto il velodromo di Roubaix: strana sensazione per una “star” della pista

Chiude un secondo gli occhi. 

«Vedo l’arrivo, il fango, la bici sporca e le mani con le vesciche. Solo alla fine ho iniziato ad avvertire i primi dolori alle mani, una volta tolti i guanti. Durante la corsa l’adrenalina era tale da non sentire nulla».

La nostra campionessa del mondo è abbastanza positiva, l’iride non la spaventa, lo sa portare, non si sente grandi responsabilità sulle spalle ed è abbastanza contenta della sua stagione. Vuole solo continuare a fare del suo meglio divertendosi. L’Inferno è passato!