Cassani ha raggiunto la zona del podio camminando tra la gente con un sorriso mai visto prima. Aveva gli occhi che splendevano, come avendo raggiunto il suo traguardo o avendo dimostrato qualcosa. Facile intuire cosa. Il cittì è un uomo dotato di orgoglio. E al netto di ogni considerazione tecnica più o meno condivisibile, quando ti mettono pesantemente in discussione e riesci a vincere, la gioia è doppia. Per questo, magari sbagliando e volendo ugualmente scommettere un euro bucato, crediamo che alla fine non accetterà le offerte federali, sulla cui entità ci sarà da ragionare: saranno fatte perché rimanga? Questo ovviamente lo dirà lui dopo aver parlato con il presidente Dagnoni.
Perché ridevi?
E’ stata un’emozione, una gioia. Perché sapevo che potevamo vincere. Non è una vittoria nata ieri, è nata cinque mesi fa, è nata in primavera. A dispetto di tutte le critiche che si facevano, queste vittorie si programmano. Con Sonny, Trentin e le loro squadra abbiamo detto: vogliamo puntare ai mondiali? Loro hanno accettato e abbiamo individuato il percorso. Ci hanno creduto. Per questo resto sbalordito quando qualcuno diceva che bisognava portare Colbrelli alle Olimpiadi, sono discorsi da bar. Così alla fine ho costruito una squadra che ha funzionato. Abbiamo battuto un fenomeno come Evenepoel. E’ una vittoria dei ragazzi, della federazione, di noi, che siamo andati avanti su questa strada.
Con quale spirito l’hai vissuta?
L’unica cosa che posso dire è che una settimana fa ho sentito Pioli e gli ho detto che avevo pensato spesso a lui in questi giorni e avrei voluto fare come lui. Anche se io al 30 settembre finirò. Però sai, sapere di andare via e avere i miei ragazzi al mio fianco è stata una bella soddisfazione. Ma ribadisco, è stata una vittoria della federazione, perché fino al 30 sono il cittì. E devo dire che il presidente e Amadio mi hanno messo nelle condizioni di fare bene il mio mestiere.
Sei sparito dalla circolazione nei giorni scorsi…
Volevo stare con i miei ragazzi, per condividere con loro. Decifrare il loro sentimento, creare quel gruppo che era necessario. Quindi isolarmi dal mondo esterno per concentrarmi su quello che dovevamo fare oggi. E’ stata una vigilia veramente bella, perché l’ho vissuta meglio che in altre occasioni. Sereno, tranquillo, con un grande gruppo. Parti con Trentin come regista, Sonny che sta bene e tutti gli altri che hanno corso in modo impeccabile.
Trentin come Cassani con Martini?
Quando c’è lui in gruppo, sono tranquillo. Gli do le indicazioni e lui gestisce al meglio. Remco aveva dimostrato di stare bene, ma lo abbiamo ingabbiato a dovere. Sonny è cresciuto ancora. Tenere Evenepoel su quell’ultima salita era complicato.
Stasera si brinda?
La vittoria svanisce nello stesso istante che la conquisti. E comunque stasera non si brinda (sorride, ndr), perché vanno via tutti. Per i mondiali partiamo il mercoledì sera, perché giovedì ci sarà la possibilità di visionare il percorso. Sonny farà il Matteotti con me, altri correranno in Toscana, poi ognuno va a casa. I cronoman invece partono giovedì con Velo e Villa.
Rimarrai in federazione?
Non è sicuro. Con il presidente dobbiamo parlare dei contenuti, sono quelle le cose importanti. A me piace fare. Non sarò più il commissario tecnico anche se vincessi tre medaglie d’oro in Belgio. Però bisogna vedere quali sarebbero i miei ambiti in federazione, se posso essere utile. Ambassador cosa vuol dire? Io voglio fare, mi sento ancora giovane per fare qualcosa. Se il presidente ritiene che posso essere utile, dobbiamo parlare.
Era proprio necessario cambiare il cittì?
Dopo otto anni, ritengo sia anche giusto. Poi bisogna vedere i modi e le forme. Io sono rimasto zitto negli ultimi tempi. Ho la maglia azzurra, la voglio onorare e dare onore a chi mi ha dato la possibilità di fare questi europei e questi mondiali.