Extragiro non resta con le mani in mano, anzi. I Mondiali di Imola dello scorso anno, non sono stati un punto di arrivo, ma di partenza e i Tricolori della scorsa estate un passaggio verso nuovi traguardi, verso un progetto che fa del percorso della rassegna iridata qualcosa in divenire, un’idea che va formandosi nel tempo e che è destinata a diventare un centro di aggregazione per tutti gli appassionati. Come? Attraverso un percorso permanente, un circuito che ogni appassionato potrà affrontare quando vorrà. Il circuito avrà sussidi sia cartacei che online, senza dimenticare la necessaria segnaletica stradale in fase di ultimazione.
Marco Pavarini aveva ben compreso già dopo la rassegna iridata come quel circuito meritasse un ulteriore step. Organizzatori e territorio hanno mostrato grande sensibilità, vista l’attenzione che si era meritato da parte dei cicloturisti. A dispetto di giornate che diventavano via via più fredde, tantissimi si riversavano su quelle strade in tenuta ciclistica per percorrerle, apprezzarle, imprimerle nella memoria. Non si poteva restar fermi, farne un Circuito Permanente era un obbligo.
Una promozione che deve andare avanti
Il tracciato è identico in tutto e per tutto a quello dei Mondiali anche se «quando non sarà possibile entrare nell’Autodromo – spiega Pavarini – si potrà tranquillamente bypassare, ma è un dettaglio di un progetto ad ampio raggio, che ha un obiettivo chiaro nel campo della promozione turistica del territorio garantendo quel qualcosa in più che potrà arrivare solo attraverso un impegno costante».
Questo è un aspetto non secondario. In Italia i percorsi permanenti sono tanti, al Nord come al Sud. Nella maggior parte dei casi, però, appena costruiti e inaugurati, messi su carta e aggiunti ai depliant messi a disposizione dei turisti, restano lì, inerti. Nel caso del percorso imolese non è così: è un work in progress, del quale Regione Emilia Romagna e Apt sono attori primari. «Noi dobbiamo farlo vivere – riprende Pavarini – coinvolgere il più possibile gli operatori turistici perché se ne facciano portavoce in tutto il mondo, inserirlo nella più ampia gamma di piattaforme digitali, farne un’idea che sia motore per altre idee».
Nuove gare in progettazione
Quelle idee che Pavarini ha già chiare nella testa: «Il percorso permanente non sarà statico ma dovrà evolversi con altri tratti. Ad esempio stiamo pensando a fare la stessa cosa con il tracciato dei Mondiali del 1968, quelli vinti da Adorni. Un percorso parzialmente diverso da quello del 2020 con la salita dei Tre Monti e questo è solo un esempio, si può evolvere con altri tratti, anzi si deve. Tutti hanno potuto ammirare in Tv la bellezza dei luoghi attraversati, ora chi ha guardato può diventare attore protagonista in quegli stessi luoghi».
Il percorso ha avuto una clamorosa affermazione agonistica prima con i Mondiali e poi con gli Italiani. Il suo impiego in gara non si ferma lì: «Ci sono altri progetti in cantiere, senza dimenticare che vi è transitato l’ultimo Giro U23 come anche il Rally di Romagna Mtb. Deve essere chiaro che questo circuito deve diventare un riferimento per il territorio e “del” territorio, qualcosa di identificativo e qualificante, per il quale si può sviluppare anche un impegno lavorativo a flusso continuo».
La presentazione in autunno
Un lavoro che va avanti, per il quale Pavarini pensa anche a un marchio di riferimento e che avrà i suoi prossimi passi in autunno, quando verrà presentato ufficialmente alla stampa e verrà lanciato anche un sito di riferimento. E’ anche attraverso iniziative come queste che i valori di un territorio diventano patrimonio comune e attrattiva globale.