Nel gran giorno di Mollema, un altro passetto di Cattaneo

10.07.2021
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«Ho cercato di dare il massimo oggi – dice Cattaneo dopo la tappa che ha incoronato Bauke Mollema – perché l’obiettivo era lottare per la vittoria, ma alla fine ho iniziato a sentire la tappa nelle gambe. E’ stata una giornata molto dura fin dall’inizio e si vedeva quanto fosse difficile entrare nella fuga, ma ero determinato a riuscirci perché mi piace andare all’attacco. Quando le cose sono diventate davvero difficili sull’ultima salita, ho dosato gli sforzi con attenzione e ho proseguito al mio ritmo. E questo ha aiutato. Essere decimo in classifica è bello e sarebbe bello finire così, ma la strada è ancora lunga. Quindi continuerò a prenderla un giorno alla volta».

Alla partenza sulla bici di Cavendish, il numero 34 faticosamente raggiunto
Alla partenza sulla bici di Cavendish, il numero 34 faticosamente raggiunto

Benedetta la vita

Mattia Cattaneo non dice una parola più del necessario, però intanto è entrato fra i primi dieci del Tour. Quando Mollema ha dato gas, a lui hanno un po’ ceduto le gambe, però intanto in questo Tour della riscoperta, Mattia sta salendo un gradino ogni giorno, raggiungendo quei piani che per i tanti che lo vissero da under 23 avrebbe dovuto conquistare ben prima. Sia benedetta la vita, cantò la Mannoia, che comunque è perfetta. E alla fine, tra un infortunio e un eccesso di zelo, il bergamasco della Deceuninck-Quick Step sta tornando se stesso. E anche per stasera un mezzo motivo per brindare s’è trovato ancora.

Mollema ha vinto dopo un’azione solitaria di quasi 42 chilometri: chapeau!
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La schiena a posto

Marco Milesi invece qualche parola in più la dice. E non potrebbe essere altrimenti, visto che al direttore sportivo bergamasco che lo guidò fra gli under 23 capita ancora di allenare Mattia dietro moto. E quando lo ha incontrato assieme a Ravanelli una decina di giorni prima del Tour, aveva capito che finalmente Cattaneo stesse tornando.

«Ha avuto vari infortuni – dice Milesi – tra ginocchia e schiena. Se lo vedevi a torso nudo, ti accorgevi che la curvatura della schiena non era giusta, ma adesso che ha sistemato tutti quei problemi, è di nuovo il nostro Mattia. E la Deceuninck-Quick Step è davvero la squadra migliore per tirare fuori il suo potenziale».

Da Carcassonne a Quillan, panorama stupendo nel sud della Francia
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La fiducia giusta

La svolta secondo Milesi c’è stata alla Androni nei due anni trascorsi alla corte di Savio. Prima no. Prima in quel ragazzo nessuno ha avuto fiducia, complici certo i suoi acciacchi e i suoi problemi. Ma dall’essere il talento italiano più fulgido al dimenticatoio il passo fu davvero breve.

«Ora ha la fiducia che prima non gli davano – conferma Milesi – che cominciò a ritrovare anche in Androni e infatti fece vedere anche là il suo valore. Quando facciamo dietro moto lo vedo più sereno, sembra come un tempo. Sempre sul pezzo. Il lavoro per lui era tutto, a volte era sin troppo maniacale. E’ sempre stato sicuro di sé. Determinato da morire. E se adesso dice di voler andare un giorno per volta, di sicuro è per tenere lontana la pressione. Ma se è tornato il vero Mattia, è uno che non molla. Ed è giusto che provi finché ne ha».

Seconda vittoria di tappa al Tour per l’olandese Mollema dopo quella del 2017
Seconda vittoria di tappa al Tour per l’olandese Mollema dopo quella del 2017

Non si molla niente

La chiusura è per il diretto interessato, che nel frattempo è arrivato in hotel e ha appena finito i massaggi.

«Non è facile – spiega – perché anche oggi guardavano me. Essendo in classifica e visto che giustamente ognuno fa i suoi calcoli, pensavano che toccasse a me il grosso del lavoro. Era giusto provarci e continuerò a farlo, ma sapete benissimo che cosa significhi andare in fuga al Tour. Per fortuna recupero bene e dormo da Dio. Siamo tutti morti, basta guardarci in faccia. Ma io continuerò ad andare in fuga e poi semmai la classifica verrà. Manca veramente tanto e il rischio di saltare c’è sempre, ma ha ragione Milesi: non si molla niente».