Promoz Roglic, Richard Carapaz, Alto del Moncalvillo, Vuelta 2020

Il russo riaccende i motori, Roglic risale

28.10.2020
4 min
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Roglic che vince, Carapaz che si difende, Daniel Martin che fa terzo per la terza volta (una per fortuna l’ha anche vinta) e quarto il nome che non ti aspetti: quello di Alexander Vlasov, il russo.

Lo avevamo lasciato al Giro d’Italia, senza neanche poterlo salutare, per il ritiro nella seconda tappa. Per l’Astana che il giorno prima aveva perso Lopez nella caduta della crono, era stata una mazzata peggiore della precedente. Ma il russo stava male sul serio e quando si è presentato alla Vuelta, avendo recuperato le forze, si è visto che la qualità non è sparita. E che al Giro si sarebbe magari aggiunto alla banda dei ragazzini che ha sbaragliato le strade d’Italia.

Alexander Vlasov, Alto del Moncalvillo, Vuelta 2020
Alexander Vlasov, russo di 24 anni: attacco a 1,5 chilometri dall’arrivo che fa ben sperare
Alexander Vlasov, Alto del Moncalvillo, Vuelta 2020
Il russo Vlasov, attacco che fa ben sperare

Roglic, il ritorno

Di Primoz avevamo detto in avvio di corsa: non doveva neanche farla la Vuelta. Poi, uscito infastidito dal Tour e vincitore della Liegi, si è ricordato che in Spagna sarebbe partito con il numero uno e si è presentato al via da Irun e ha vinto. Di come invece abbia perso la maglia ad Aramon Formigal, pasticciando come Hindley sullo Stelvio nel mettere la mantellina, abbiamo pure raccontato. Ma la vendetta è un piatto da consumarsi freddo e pensando al weekend in arrivo (con i Lagos de Somiedo di sabato e l’Angliru di domenica), Carapaz che conduce ancora la Vuelta con 13 secondi di vantaggio potrebbe non essere poi così tranquillo.

«Il ritmo è decollato dopo la penultima salita – ha detto Roglic – conoscevo solo l’ultima salita dal road book e si è rivelata molto difficile. Avevo buone gambe e ho colto l’occasione per recuperare secondi importanti sui miei avversari. Vincere è bello. Le prossime due tappe sono relativamente piatte, ma il weekend sarà duro. Procediamo giorno per giorno e cerchiamo di restare concentrati».

Vlasov cresce

Altro che stringere i denti al Giro. Vlasov stava male e lo conferma, ma conferma anche che la forma sta tornando e magari l’idea di un piazzamento nei dieci non è peregrina.

«E’ dispiaciuto anche a me andare via dal Giro – racconta dopo 130 chilometri di trasferimento, i massaggi e il trattamento dall’osteopata – ma ero un cencio. Devo aver preso un virus intestinale, perché sono stato male per una settimana, senza poter neppure mangiare. Ho perso peso. A chi dice che avrei potuto stringere i denti, rispondo che non andavo avanti. Peccato solo che il primo giorno ho perso 4’31”. Non stavo bene. Era la prima corsa dopo la malattia e ho trovato subito percorso duro e ritmo alto. Sull’ultima salita, ad Arrate, sono andato in crisi, altrimenti ora sarebbe diverso.

«Non sto andando male però, la condizione torna e spero di arrivare ai livelli dell’estate in cui ho vinto l’Emilia e prima sul Ventoux. Oggi però ho attaccato a un chilometro e mezzo dall’arrivo. E sebbene salissi bene, quando Roglic e Carapaz sono partiti, mi hanno passato forte. Voglio recuperare le forze, perché vedendo che al Giro hanno vinto ragazzi della mia età, ho tanto rammarico. Ho pensato che li conosco e spesso ho duellato con loro. Sarei stato di appoggio per Fuglsang, ma avrei avuto libertà. Qui alla Vuelta sono capitano, speriamo che fra sabato e domenica possa tornare in una posizione migliore».

E sulle voci per cui potrebbe lasciare l’Astana?

«Ho il contratto – risponde – sto bene qua».

Primoz Roglic, Alto del Moncalvillo, Vuelta 2020
Roglic riallaccia il filo con la vittoria e si avvicina alla testa della corsa
Primoz Roglic, Alto del Moncalvillo, Vuelta 2020
Roglic conquista l’Alto del Moncalvillo

E Martin cosa fa?

Un altro terzo posto, per l’irlandese che ha detto di essere entusiasta all’idea che il prossimo anno con la sua maglia correrà Chris Froome, che a sua volta tira, fatica e migliora.

«Un’altra tappa davvero impegnativa – dice prendendo fiato – quando la fuga è andata non mi aspettavo di lottare per la vittoria di tappa, ma ovviamente Ineos-Grenadiers e Movistar hanno idee diverse e il ritmo è stato alto per tutto il giorno. Sull’ultima salita mi sentivo bene e ho deciso di mettere alla prova gli altri. Ho pagato un po’ lo sforzo alla fine e quando Roglic ha attaccato nell’ultimo chilometro non ho avuto gambe per rispondere. Ho dato tutto quello che avevo…».