Bastianelli al tricolore con 10 corse appena

29.10.2020
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Un paio di giorni al via del Campionato italiano elite donne, nella cornice vicentina di Breganze. Un anello di 26,3 chilometri con una salita di 4,5 chilometri da ripetere cinque volte, attende le ragazze. 

Sarà una corsa impegnativa, anche perché arriva al termine di una tribolata stagione.

Marta con la maglia tricolore in azione in Belgio
Marta con la maglia tricolore in azione in Belgio

Un anno difficile

La campionessa uscente è Marta Bastianelli, una delle colonne portanti del nostro ciclismo rosa. La laziale, un iride e una bacheca grossa così, però non ci arriva nelle migliori condizioni.

«Per me è un anno da cancellare – dice Marta senza tanti giri di parole – dopo la quarantena mi sono accorta di avere la mononucleosi. Alla ripresa degli allenamenti sentivo che qualcosa non andava. Avevo mal di testa, una stanchezza ingiustificata e mi bruciavano le gambe anche per fare le scale. Davo la colpa ai rulli, ma le analisi hanno chiarito i dubbi. Così mi sono dovuta rifermare.

«Quando ho ripreso sono iniziate le corse. Siamo andate in Belgio ma dopo due gare ci hanno fermato di nuovo per dei casi sospetti. Insomma avrò fatto 10 giorni di corsa in tutto. In Belgio le altre ragazze hanno gareggiato fino al 18 di ottobre partecipando a De Panne. Non arrivo all’italiano al top».

Katia Ragusa, uno dei nomi più accreditati per Bastianelli
Ragusa, uno dei nomi più accreditati per Bastianelli

Rivali o compagne?

Bastianelli correrà il tricolore con la maglia delle Fiamme Azzurre e nonostante non sia nella migliore condizione vuole onorare chi la supporta. Ci tiene. E il gruppo per lei resta centrale.

«Con le ragazze delle Fiamme Azzurre corriamo insieme praticamente una volta all’anno. Però ci sentiamo spesso e abbiamo un bel feeling. Noi siamo sei, in Polizia sono undici: è un po’ più facile trovare l’intesa!  A volte in corsa quando senti per radio: vai a riprendere magari la Cecchini tentenni un po’. E’ un’amica, una compagna nelle Fiamme Azzurre, ma poi chiaramente emerge il senso di responsabilità e facciamo il nostro lavoro. Salvo poi scherzarci su a fine corsa. Con Tatiana Guderzo corriamo insieme anche all’Alè. Elena Cecchini è un po’ stanca mentalmente, perché ha corso un po’ di più, ma nel complesso sta bene. Poi ci sono Rossella Ratto e Letizia Paternoster.

«Ci aspetta un percorso che non lascia spazio all’inventiva. In una tappa di pianura o in un’altra tipologia di gara, magari qualcosa t’inventi, ma così no: o sei allenata o nulla».

Un terno al lotto

Nonostante gli stop, la stagione di Marta e delle ragazze in generale è stata lunga. Alla fine non si sono mai fermate. Di testa sono provate e l’incertezza sui calendari non le ha aiuta. Pensate che ancora non sanno se correranno le tre tappe della Vuelta dopo l’italiano. Così non è facile. E allora chi sarà la favorita?

«Ci sono molti nomi in ballo – conclude Bastianelli – Elisa Longo Borghini è certamente la favorita. Marta Cavalli è cresciuta molto ed è in uno stato di forma psicofisico molto buono. Sofia Bertizzolo e Soraya Paladin corrono in casa. Senza contare che ad organizzare la corsa è il papà di Katia Ragusa. La mia esperienza tuttavia mi dice che un italiano non sempre va secondo pronostico. Ci si può aspettare di tutto. Anche una sorpresa, magari proprio da una ragazza che ha solo dieci giorni di corsa nelle gambe!».